Addio alle ultime cabine telefoniche, entro fine anno saranno smantellate

LA NOVITÀ. La scadenza è il 31 dicembre, data entro la quale Tim provvederà a dismettere tutte le cabine anche in Bergamasca. Resteranno nei luoghi di «interesse sociale».

Più che un servizio di pubblica utilità, sono tracce urbane intrise di nostalgia e romanticismo. E pure d’altro, più prosaicamente: a volte di degrado e a volte di semplice sporcizia, non di rado paiono un improprio wc pubblico, quasi ovunque decorato da un disordinato mosaico di adesivi e da una babele di scritte non proprio degne di Dante o Montale. Entro fine anno, Tim smantellerà tutte le ultime cabine telefoniche che ancora stoicamente resistono allo scorrere del tempo e all’incedere della tecnologia. I vertici dell’azienda telefonica lo avevano confermato nei mesi scorsi fissando la scadenza al 31 dicembre 2023 (in anticipo rispetto al precedente obiettivo del 2026), e già dall’estate si sono moltiplicati anche a Bergamo i cartelli che spiegano che «questa cabina sarà dismessa», con impressa la data di rimozione: ora, con tre mesi davanti per rispettare la scadenza, si accelererà.

In provincia 600 telefoni pubblici

Non è tra l’altro un lavoro di poco conto: i dati pubblicati da Tim indicano infatti che nella sola città di Bergamo sono ancora 146 gli apparecchi telefonici «attivi» o «in rimozione». Il dato si riferisce in realtà appunto agli apparecchi telefonici, in sostanza alle singole cornette (e diverse cabine raggruppano più apparecchi), mentre le postazioni (cioè le cabine o i «raggruppamenti» di cabine) sono in totale circa 100, comprese quelle ancora ubicate all’interno di esercizi commerciali. In tutta la provincia si arriva a oltre 600 telefoni pubblici. La «mappa» pubblicata da Tim custodisce pieghe un po’ amarcord, perché l’ubicazione di queste cornette riflette quella che è la storia – urbanistica e pure sociale – di Bergamo. Tre telefoni pubblici sono presenti lungo viale Papa Giovanni, ben 11 in Borgo Palazzo, un paio su viale Vittorio Emanuele, 8 nella zona della stazione. Poi, ancora, ecco Porta Nuova, qualche nicchia di Città Alta, da Colle Aperto a Porta Dipinta e fino a via San Vigilio, e poi giù nelle periferie. L’Agcom, l’autorità garante per le comunicazioni, ha posto un unico paletto: dovranno rimanere nei «luoghi di interesse sociale», come ospedali, carceri e caserme.

In futuro, le «cabine intelligenti»

In realtà, nelle grandi città le ultime cabine telefoniche saranno riconvertite in «stazioni intelligenti» con nuovi servizi: Tim trasformerà alcune delle vecchie cabine in nuovi apparecchi dotati – ad esempio – di «applicazioni sensoristiche che consentiranno anche alle persone con disabilità motorie, barriere linguistiche o visive, di accedere alle informazioni e ai servizi digitali in modo personalizzato, semplice e veloce», ma anche in postazioni attraverso cui «fruire di servizi di infotainment, di ricarica degli smartphone, di pagamenti digitali e ticketing, di chiamate gratuite verso numeri fissi e mobili nazionali». Sarà presente anche il tasto «Women+», per segnalare situazioni di «violenza nei confronti delle donne o fenomeni di microcriminalità». Il progetto partirà da Milano e «altre 13 principali città italiane». Bergamo, al momento, non risulta però coinvolta nel progetto.

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