Addio a Leonida Sporchia, fu il papà di «Rtl 102.5»

IL LUTTO. Pioniere delle radio libere a Bergamo, fondò «Radio trasmissioni lombarde». Lunedì 30 ottobre l’ultimo saluto.

Il mondo delle radio libere bergamasche perde uno dei suoi pionieri. Ieri mattina è scomparso Leonida Sporchia, per tutti Leo, papà di «Rtl 102,5» che, secondo lui, «è stata la prima radio a trasmettere da Bergamo». Gli anni, di grandissimo fermento musicale, sono quelli a metà dei ’70, e la creatura di Leo trasmette da due stanze in via Donizetti 21, Città Alta, sede che sarà ampliata nei primi anni 80, trasferendosi al civico 23.

Lui aveva due negozi di abbigliamento, uno a Lambrate e l’altro a Milano, di particolare eleganza, e una passione per il «Cb» («City band»), i famosi baracchini dei radioamatori che trasformò entrando nella galassia delle prime emittenti libere, appunto con «Radio trasmissioni lombarde» che diede spazio a collaboratori appassionati e di vaglia. Tra i conduttori ricordiamo Gerry Mora, che portò la cultura del nostro dialetto, Donatella, Roby Cris, R2 (in realtà Roberto Rusconi, attuale amministratore di Habilita), Massimo, col suo «Da un giorno all’altro», in onda dalle 23 all’una di notte, anche grafico della radio, Mino Carrara col programma di musica classica, Gigi Grisa, Marco Capo, Fabiana (volto attuale del network nazionale), Salvatore, Paola, Antonella, Lino Lardo col liscio, Renato Montanari, Alberto Carrara e Luca della Volta, e collaboratori quali, tra gli altri, Mario Comana, Paolo Arzano e Marco Bucarelli.

Nel ’77 Sporchia, che aveva una visione davvero ampia del futuro via etere, fonda «Ttl» (Tele trasmissioni lombarde) che si unirà poi a «Video Delta» per confluire alfine in «Rete 4». «Rtl» partecipò a 5 edizioni del Soap Box Rally, sempre per il premio dell’originalità, che vinse nell’83 grazie all’idea di chi scrive che suggerì, per l’occasione, una macchinina a forma di edicola col lancio del quarto quotidiano. Leo era un padre molto geloso della sua radio, in cui faceva confluire energie e risorse senza mai tirarsi indietro. Era un burbero solo apparente, che non disdegnava di invitare a cena i suoi collaboratori per godere di una serata all’insegna della convivialità. Saluteremo Leo, testimone di un bel periodo lontano, lunedì alle 14,15 nella chiesa del cimitero.

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