Addio a Ottavio Roberto: «Magistrato saggio e capace»

IL LUTTO. Aveva 91 anni, è stato a lungo un autentico pilastro della magistratura bergamasca. I funerali mercoledì 25 ottobre.

È scomparso domenica Ottavio Roberto, 91 anni, a lungo autentico pilastro della magistratura bergamasca, di cui faceva parte già negli anni ‘60. Vedovo, lascia l’unica figlia Elisabetta. Ma lascia anche tanti ricordi, ricchi di stima e affetto professionale e umano, per la sua capacità di gestire l’ufficio e per il suo carattere, «apparentemente chiuso, in realtà profondamente signorile», le parole dell’avvocato Ettore Tacchini, a lungo presidente dell’Ordine. «Ottavio Roberto – tratteggia Tacchini – è stato un grandissimo magistrato, una persona per bene e di profonda riservatezza». L’avvocato parla di un uomo, di un professionista che aveva «una dignità e capacità di gestire l’ufficio unica». Faceva parte di quella «squadra» di grandi che per anni lavorarono in Procura. Il ricordo del legale è quindi andato, ad esempio, a Giancarlo Battilà e Paolo Maria Galizzi. «Una squadra di persone capaci, intelligenti».

«Eclettico e sempre positivo»

Nato a Trieste da padre di origine pugliese e madre catanese, Ottavio Roberto arrivò a Bergamo come magistrato il 28 agosto 1958, dopo essere stato funzionario doganale. Fu pretore a Clusone, Lovere e a Bergamo, dove poi divenne sostituto procuratore. Fu giudice istruttore nei difficili anni del terrorismo, come responsabile del pool. Divenne poi presidente della Sezione Penale. «È sempre stato una persona dotata di intelligenza e memoria brillanti, che gli permisero di concludere in anticipo gli studi – ricorda la figlia Elisabetta –. Di carattere saggio ed equilibrato, senza mai mostrare alcuna mania di protagonismo, fu sempre mosso da spirito di servizio, sia al lavoro, sia in famiglia, di cui era il perno. Si realizzava nell’essere utile. Era un uomo eclettico, oltre al diritto amava la storia e la geografia e aveva grande curiosità intellettuale. Era razionale, saggio e sempre positivo». Gli anni della lotta al terrorismo «furono difficili anche dal punto di vista della vita familiare – rievoca la figlia Elisabetta –. Gli offrirono la scorta, ma lui la rifiutò. Avevamo paura che potesse accadere qualcosa». Anche dopo la pensione continuò a lavorare ricoprendo numerosi incarichi, fra cui presidente della Commissione Tributaria, presidente della Camera Arbitrale, membro del comitato etico dell’Istituto Mario Negri e della commissione giuridica di Aci Bergamo. I funerali saranno celebrati mercoledì 25 ottobre, alle 10, al cimitero monumentale di Bergamo.

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