Al Sarpi la consegna della noce: «Perché siate sempre in grado di cavarvela da soli»

Primo giorno al liceo Classico di Bergamo. Ormai è una tradizione quella che il preside Antonio Signori ha introdotto al liceo per i ragazzi di prima: un portafortuna che accompagni gli studenti durante il percorso di studi, e non solo. Su L’Eco di Bergamo del 13 settembre approfondimenti e aggiornamenti dal mondo della scuola bergamasca.

È un gesto piccolo ma carico di significato. Un gesto che al liceo Paolo Sarpi si ripete ormai da sette anni e che anche nella mattinata di oggi, 12 settembre, ha visto il preside accogliere i ragazzi del primo anno con la consegna di una noce. Una sorta di portafortuna che accompagnerà i ragazzi nel loro percorso di studi e non solo. «La noce a tre canti - ha spiegato il dirigente scolastico Antonio Signori - è una noce che invece di avere il guscio diviso in due parti, lo ha diviso in tre, è una variazione che ha una probabilità di avvenire una volta ogni 4-5.000 noci c’è pure un mercato in internet, una di queste noci viene venduta intorno ai 5 euro, il prezzo più o meno di un kg di noci. È un po’ come il quadrifoglio con il più comune trifoglio e come in questo caso si ritiene che la noce a tre canti porti fortuna».

La storia della noce a tre canti

«Attorno a questa particolare noce - ha aggiunto - si tramanda una storia che anche io ho conosciuto leggendola su un libro delle elementari. Racconta di una bambina rimasta orfana dei genitori in tenera età e per questo curata e cresciuta dalla nonna. Quando la bimba giunse all’età dell’adolescenza, la nonna, che si sentiva vicina al termine della propria esistenza, chiamò la piccola a sé, offrendole in dono una noce magica, una noce a tre canti appunto. Di fronte a una qualsiasi difficoltà, la piccola avrebbe potuto rompere la noce e chiedere al genio che si trovava al suo interno di risolvere lo stesso problema, utilizzandola però una sola volta». «Crescendo - ha raccontato ancora - la giovane si trovò in più occasioni di fronte a un problema apparentemente insormontabile, ma ricordandosi la raccomandazione della nonna, evitò sempre di rompere la noce trovando da sola la soluzione per risolverlo. Una volta raggiunta l’età della vecchiaia e ritenendo che ormai la noce non le sarebbe più servita, la nipotina decise di rompere la noce semplicemente per conoscere il genio e così fece: dal guscio della noce uscì una polverina di un normale gheriglio di noce marcito negli anni».

L’augurio del preside

Da qui, nasce anche la cerimonia che il preside ripete ogni anno utilizzando per ovvie ragioni noci a due canti. «Come la bambina della storia - ha proseguito Signori - che alla fine della propria esistenza comprende la straordinarietà del regalo fattole dalla nonna, cioè la possibilità di risolvere da se i problemi nella vita, anche io auguro ai ragazzi che in questa scuola si accingono a iniziare un percorso quinquennale, di incontrare nella loro vita professori, educatori, allenatori, catechisti e ovviamente anche i genitori capaci di essere validi alleati, ma auguro anche e soprattutto di cercare e di trovare da sè la soluzione a ogni difficoltà».

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