Allarme truffe, il trading online nuova frontiera dei reati informatici

Il fenomeno. Promesse di guadagni facili con un clic, la Polizia postale: in crescita il numero delle denunce. Nel primo semestre di quest’anno già 85 i casi nella Bergamasca, con danni per centinaia di migliaia di euro.

Quelle pubblicità compaiono ovunque. Spuntano mentre si naviga, sbucano sui social network, rimbalzano pure in tv. Guadagni facili con un clic, la finanza a portata di mouse: come dire di no, di questi tempi? Ma il trading online – la compravendita di strumenti finanziari via web, attraverso un ventaglio ormai amplissimo di piattaforme – cela parecchie insidie. Le truffe sono sempre più diffuse: «Nell’ultimo periodo abbiamo notato un incremento significativo – rileva l’ispettore superiore Michele Attolico, alla guida della Sezione di Bergamo della Polizia postale –. Il trading online è un canale strutturato e legale, ma nelle sue pieghe si nascondono le insidie: raccogliamo un numero crescente di denunce. Le persone, probabilmente abbagliate da pubblicità di tutti i tipi che promettono belle opportunità, si affidano a questi trader, investendo magari in criptovalute o mercati invitanti».

Il meccanismo

Ma come s’innesca la truffa? «Questi trader, facendo scaricare al cliente delle loro piattaforme, mostrano “portafogli” e grafici che lievitano. Poi, nel momento in cui si può capitalizzare, iniziano a chiedere ai clienti di sostenere dei costi per uscire dall’investimento: molto spesso si basano sulla fiscalità di altri Paesi (soprattutto del Regno Unito, ndr) e così chiedono al cliente di pagare alcune tasse, poi aggiungono altri costi, e ancora altre spese. In sostanza, al cliente è richiesto un esborso continuo per recuperare il proprio investimento. Si va in perdita, poi è frequente che i contatti con il trader s’interrompano del tutto, dunque senza riuscire a recuperare il proprio capitale. Oppure, in altri casi, subentrano delle figure che si propongono di recuperare il credito: anche in questo caso, però, s’innesca un meccanismo che porta all’esasperazione».

«Web e dark web sono terreno fertile anche per il riciclaggio e molte altre attività illegali, dallo spaccio di stupefacenti al commercio illecito di anabolizzanti»

Sempre più frequentemente, allora, agli uffici della Polizia postale si presenta chi fondamentalmente non ha più certezze sul proprio investimento, ormai bloccato o addirittura volatilizzato: spesso si tratta di persone che investono anche tutti i propri risparmi, centinaia di migliaia di euro; a volte invece la disperazione si legge sui volti di giovanissimi che hanno «giocato» tutti i pochi soldi di cui disponevano. A livello investigativo, «finché questi trader operano su banche estere – spiega Attolico – si riesce a tracciare parte dei movimenti. Molto spesso però gli investimenti vengono trasformati in criptovalute, e gli scambi diventano anonimi e molto difficili da ricostruire». La rete è un campo criminale vastissimo: «In questo momento il web e il dark web sono terreno fertile anche per il riciclaggio e molte altre attività illegali, dallo spaccio di stupefacenti al commercio illecito di anabolizzanti – rileva Attolico –. La Polizia postale a livello centrale ha anche degli infiltrati che lavorano sotto copertura».

Nel primo semestre di quest’anno la Polizia postale di Bergamo si è occupata di 67 truffe online e 18 frodi: 85 casi in totale, con danni denunciati per centinaia di migliaia di euro.

Il lato oscuro del trading online è dunque la nuova frontiera di reati informatici ormai classici. Un ventaglio ampio, tra truffe e frodi via Internet, dove resta comunque diffusissima anche la casistica classica: dalle case vacanza inesistenti ai «pacchi» dell’e-commerce, sino ai raggiri sentimentali. Nel primo semestre di quest’anno la Polizia postale di Bergamo si è occupata di 67 truffe online e 18 frodi: 85 casi in totale, con danni denunciati per centinaia di migliaia di euro. La sensazione, tra l’altro, è che questa sia solo la punta dell’iceberg, con una «cifra oscura» ben più ampia. «Le persone fanno fatica a rendersi conto dei pericoli che si nascondono sul web – riflette l’ispettore –. Spesso si pecca di troppa sicurezza, altre volte ci si fa ingolosire dalle prospettive di guadagno».

Altra casistica all’ordine del giorno, qui negli uffici di via Matris Domini dove ha sede la Polizia postale di Bergamo, sono le denunce per hackeraggio del proprio account social. Il messaggio è quello della massima attenzione a come si usa Internet: «È fondamentale usare password efficaci e cambiarle frequentemente. Serve una giusta educazione all’utilizzo di Internet, sia da parte dei più giovani sia da parte degli adulti».

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