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Allerte, nubifragi e possibili risposte ai cambiamenti climatici: facciamo il punto con gli esperti - Foto e video

IL DOSSIER. A tre mesi dall’alluvione a Bergamo proviamo a fare il punto su cosa ha funzionato (e cosa no), sulle cause di quanto è successo e le possibili soluzioni a breve e lungo periodo. Le interviste e i dati nel dossier sul Maltempo a Bergamo.

Bergamo è al quinto posto in Italia per rischio di eventi meteorologici «estremi» e in un’amara top ten anche per «piogge intense» nella classifica sulla vivibilità climatica realizzata dal portale ilMeteo.it. Gli ultimi eventi estremi che hanno colpito la Bergamasca – dall’alluvione del 9 settembre in città e in alcuni paesi dell’hinterland alle due allerte meteo rosse nell’arco di tre giorni dell’8 e 10 ottobre – sono la testimonianza della fondatezza della classifica stilata del portale meteo. I cambiamenti climatici su scala mondiale si avvertono sempre di più e in modo evidente anche sul nostro territorio : gli effetti del surriscaldamento globale di cui da anni si parla fanno ora sentire con chiarezza la loro voce anche nella nostra provincia.

Siccità e nubifragi anche a Bergamo

«Dobbiamo prepararci a eventi climatici sempre più estremi anche in provincia di Bergamo – spiega Manuel Mazzoleni, meteorologo e divulgatore scientifico di 3BMeteo.com –: lunghi periodi di siccità e poi eventi piovosi durante i quali grandi quantitativi di acqua si scaricano in un tempo molto breve sulla nostra provincia». Il nostro territorio, grazie alla sua varietà, dalle Orobie alla pianura, rischia di essere teatro di perturbazioni più devastanti soprattutto in primavera e autunno come spiega Mazzoleni in questa intervista a L’Eco di Bergamo incontra.

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«I dati parlano chiaro – rileva Diego Colombo , giornalista de L’Eco di Bergamo, esperto di ambiente e responsabile del supplemento di approfondimento sui temi dell’ambiente e della green economy eco.bergamo –: le serate da 20 gradi in su sono cresciute di 8 volte in 40 anni. Sono passate da 8 a 62. Nel corso del 2023 abbiamo avuto solo 14 giorni di gelo, cioè con minima sotto i 0 gradi: da 75-100 di 40 anni fa a solo 14». L’aumento delle temperature e il caldo torrido estivo sono un dato assodato con effetti non solo sulla vivibilità delle città e il benessere delle persone (in primis anziani e bambini) ma anche sull’agricoltura e l’approvvigionamento idrico.

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L’altra faccia della medaglia del surriscaldamento globale sono gli eventi piovosi estremi, una lunga catena che ha contraddistinto il nostro territorio nell’ultimo periodo. Facciamo una breve carrellata sugli ultimi episodi che hanno causato ingenti danni.

L’alluvione del 9 settembre in città

Il 9 settembre Bergamo e provincia sono flagellate da un evento estremo particolarmente pesante, fortunatamente senza vittime. In città e a Ponteranica ed Alzano il torrente Morla esonda: strade, case, box, negozi allagati. La pioggia ha raggiunto picchi di intensità tra i 203 e i 232 millimetri orari. I danni ammontano ad oltre 30 milioni di euro: una cordata di imprese e banche si mobilita per affiancare le istituzioni nel mettere a disposizione dei fondi per le famiglie colpite dall’alluvione.

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Gli eventi climatici in Bergamasca

Dall’alluvione del 9 settembre 2024 in città ai fiumi in piena, il mese dopo, tra l’8 e il 10 ottobre: gli ultimi eventi estremi in Bergamasca.

Il nubifragio dei primi di settembre è seguito da altri eventi più o meno violenti: il 12 settembre ad Albino viene chiusa al traffico la statale della Valle Seriana per forti piogge. Il 12 settembre la strada degli Orridi della Val Taleggio viene invasa da grosse dimensioni sulla strada dopo un’ondata di piogge intense. Il 24 settembre chiude il sottopassaggio di Colognola per piogge intense su Bergamo: viene rinviata la partita di calcio dell’Atalanta al Gewiss stadium.

Due allerte rosse in tre giorni

La nostra memoria recente poi si sposta a un mese dopo, alle date dell’8 e 10 ottobre: due nubifragi a distanza ravvicinata nella Bergamasca fanno davvero paura. Le previsioni meteo millimetriche non sbagliano e insieme alla cabina di regia della Protezione civile scattano le allerte rosse e la chiusura delle scuole superiori (con non poche polemiche): vengono mobilitati centinaia di volontari su tutto il territorio provinciale. Cadono 100 millimetri di pioggia in poche ore sulle Orobie, con i fiumi Brembo e Serio che raggiungono pericolosamente gli argini. A Seriate si teme il peggio con il ponte sul Serio che viene chiuso e l’acqua che tracima in alcune vie del centro. Due piloni dell’elettricità s’incrinano all’altezza di Nembro e la provinciale della Valle Seriana viene chiusa al traffico.

Previsioni precise: ecco come informarsi

La chiusura delle scuole superiori per l’allerta meteo dell’8-10 ottobre ha causato un dibattito acceso soprattutto sui social su chi riteneva che fosse una misura eccessiva e chi invece difendeva le decisioni della cabina di regia dei soccorsi. I fatti poi hanno dato purtroppo ragione dell’opportunità di utilizzare misure di salvaguardia dell’incolumità della popolazione. «Le previsioni meteo, grazie all’uso delle nuove tecnologie e al confronto con un sistema manuale e con punti di raccolta dati sul territorio, sono sempre più puntuali, direi millimetriche» spiegano Mazzoleni e Massimo Cocchi, consigliere delegato alla Protezione civile della Provincia di Bergamo. «Bisogna fidarsi della Protezione civile - spiega Cocchi che in provincia di Bergamo può contare su quasi 4.500 volontari e 136 organizzazioni di volontariato in azione - e serve soprattutto informarsi prima che alcuni eventi accadano» continua Cocchi. In questa intervista a L’Eco di Bergamo Incontra dà alcuni utili consigli su cosa fare (e non fare) durante un alluvione e come prepararsi attraverso le giornate formative aperte a tutti.

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Che la questione climatica sia un tema che meriti la priorità delle agende politiche è ormai chiaro se si lancia lo sguardo anche oltre confine per esempio in Spagna e a Valencia. Per restare in provincia di Bergamo vediamo comunque una escalation degli eventi idro geologici che destano preoccupazione. Il 21 giugno scorso una tromba d’aria ha causato diversi danni tra alberi caduti e tetti scoperchiati da Treviglio a Treviolo, fino a Ponte Nossa dove ci sono stati i danni maggiori, portati dal forte vento e dalla grandine: si è staccato anche il tetto della scuola media, finito sulla strada.

E in passato? Nel 1987 la tragedia in Val Brembana

La natura si è rivoltata altre volte, è vero, in passato. Ma secondo gli esperti il problema è che è cambiata la frequenza di questi eventi climatici estremi. Nei cuori di tutti c’è la tragedia in Val Brembana il 18 luglio 1987. La furia del Brembo provoca 5 morti e distrugge ponti, strade, case e tutto ciò che l’acqua trova sul suo cammino. Nel novembre 2002 invece una frana enorme a Camorone in Val Brembilla provoca la distruzione di 11 abitazioni. La contrada è evacuata: 100 famiglie e 280 sfollati.

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Maltempo, eventi estremi sempre più frequenti

A fine ottobre 2018 una violenta perturbazione attraversò tutto l’arco alpino centro-orientale - la tempesta Vaia -, distruggendo 41 mila ettari di boschi, 16 milioni di alberi. Nella Bergamasca la più colpita era stata l’alta Valle Brembana, con 958 mila euro di danni e almeno diecimila alberi danneggiati o abbattuti tra i territori di Branzi, Carona, Isola di Fondra, Piazzatorre, Roncobello e Valleve.

L’esondazione del Cherio

20-21 agosto 2014 L’ingente quantità d’acqua di un violento nubifragio tra il 20-21 agosto 2014, unita a forti raffiche di vento, causa l’e sondazione del Cherio, già ingrossato da settimane di temporali. Una distesa di fango si riversa sulle strade e allaga case, supermercati, capannoni. Gorlago il più colpito, dove il fiume rompe l’argine. Il sindaco chiede lo stato di calamità. L’intervento più importante dell’ultimo pacchetto finanziato da Regione Lombardia contro il dissesto idrogeologico, nel novembre 2023, riguarda proprio il Cherio tra Gorlago e Carobbio degli Angeli: otto milioni e 750mila euro per costruire la vasca di laminazione in località Chiodello destinata a raccogliere l’acqua in caso di esondazione. La vasca integra un altro intervento da quasi due milioni a Gorlago, un argine per proteggere la località Montecchi e le scuole.

Manutenzione e vasche di laminazione

E sono proprio le vasche di laminazione a essere indicate anche dagli esperti come un possibile intervento efficace di mitigazione del dissesto idrogeologico provocato da nubrifragi e alluvioni. «Lo stato di salute dei nostri fiumi non è buonissimo perché fanno fatica a contenere le piene di acqua che si creano: i motivi sono strutturali per le opere costruite su corsi d’acqua progettate negli anni Cinquanta e non più adeguate ma anche problematiche idrauliche. Cambiano le modalità con cui piove» spiega l’ingegnere idraulico Michele Giorgio. «Oltre alla manutenzione dei fiumi che riguarda tutti è importante proseguire con interventi strutturali come la costruzione delle vasche di laminazione a cielo aperto» spiega Michele Giorgio.

L’Eco di Bergamo incontra Michele Giorgio. Video di Elena Catalfamo

Informarsi contro le fake news

Se sul breve periodo possiamo solo adattarci ai cambiamenti climatici ormai irreversibili, sulla lunga distanza è possibile prevedere delle forme di mitigazione rispettando gli impegni presi a livello internazionale per l’abbattimento delle emissioni di gas serra. «Si tratta di una grande questione informativa e formativa - conclude Diego Colombo -. Ormai la gran parte degli esperti è concorde nell’indicare l’origine antropica del riscaldamento globale: la discussione semmai è aperta su cosa è più efficace fare per mitigare questa situazione» spiega il giornalista. «Che l’origine del riscaldamento globale sia di origine antropica, ossia dovuta all’uomo, è anche una buona notizia - spiega Colombo -: significa che possiamo fare qualcosa per cambiare il nostro futuro e quelle delle giovani generazioni».

L’Eco di Bergamo incontra Diego Colombo. Video di Elena Catalfamo

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