«Amici di Santina» compie 10 anni, nel libro di monsignor Ginami la storia di Jackeline

SOLIDARIETÀ. Per il decennale dell’Associazione Amici di Santina Zucchinelli, venerdì 20 ottobre alle 18,30 nella chiesa del monastero di Santa Grata in Città Alta la presentazione del volume di monsignor Luigi Ginami sulla durissima vita di una donna peruviana.

Sarà la storia di Jackeline la protagonista dell’incontro che l’Associazione Amici di Santina Zucchinelli ha promosso per festeggiare i primi dieci anni di vita della onlus. L’appuntamento è in programma alle 18,30 di venerdì 20 ottobre, nella chiesa del monastero di Santa Grata, in via Arena (Città Alta), dove sarà presentato il 43° libro della collana «#Volti di speranza», libro in cui si racconta la durissima vita di Jackeline, peruviana di 36 anni, di cui gli ultimi 9 passati in carcere e destinata, per la reiterazione del reato, a trascorrerne altri 10 dietro le sbarre.

L’incontro tra monsignor Luigi Ginami - don Gigi, fondatore e anima dell’associazione di volontariato intitolata alla mamma, Santina Zucchinelli, scomparsa nel dicembre del 2012 -, e Jackeline fa accapponare la pelle. La donna, compagna di un marito violento che la costringe a trovare giovani ragazze da avviare alla prostituzione, racconta la propria vita al sacerdote bergamasco ignara della comunicazione che il giorno dopo le verrà data dalla direttrice del carcere: altri dieci anni di prigione. Don Gigi - a cui la stessa direttrice dell’istituto di pena ha chiesto un aiuto per gestire al meglio la situazione - conosce la sorte della donna, e le si approccia con grande umanità.

È la seconda volta che i due si incontrano; la prima - più di sette anni addietro - Jackeline aveva dato a don Gigi una lettera per il Papa, missiva che il sacerdote aveva puntualmente consegnato al suo ritorno a Roma. Il Papa, toccato dalle parole della donna, aveva invitato monsignor Fisichella, all’epoca responsabile del Giubileo della Misericordia, di rispondere a Jackeline e di inviarle un piccolo regalo. Quella lettera, custodita come una reliquia dalla donna, contiene una frase che don Gigi userà per aiutarla a sopportare, nei giorni che verranno, la terribile notizia del prolungamento della sua custodia in carcere. «Aggrappati a Lui – scriveva monsignor Fisichella a Jackeline - perché ti conceda la calma e la speranza di cui hai bisogno e in modo tale che il tuo cuore non smetta mai di essere buono». Don Gigi e la donna leggono insieme la lettera. Poi il sacerdote guarda Jackeline e le dice: «Sai cosa facciamo tu e io ora? Prendiamo una biro blu e tu scrivi sul mio braccio destro la frase e io la scrivo a te. La scriviamo sul braccio destro quasi a dire che deve guidare tutte le nostre scelte e ci promettiamo a vicenda di non pulirla dal braccio per tutta la prossima settimana, lasciando che l’inchiostro si scolori da solo…. Così tu sarai vicino a me nel volo di ritorno, e io sarò vicino a te nei tuoi prossimi giorni e ogni giorno ripeti questa frase per 100 volte, come se fosse un mantra».

Quello che succederà, ve lo lasciamo immaginare, ma l’espediente di don Gigi ha funzionato. «Grazie, don Gigi - scrive nella prefazione Iole Galasso, viceprefetto di Bergamo, che venerdì parteciperà alla presentazione del libro con don Roberto Trussardi, direttore della Caritas diocesana Bergamasca - per la capacità straordinaria di saper creare con tutti quelli che incontri, a tutti i livelli, il vincolo indissolubile della fratellanza nella fede. Grazie per la speranza che infondi in tutti noi e per la vicinanza profonda che sai creare con le persone fragili, facendo crollare ogni barriera».

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