«Antonio era un pizzaiolo all’antica»
Il ricordo del 43enne morto a Bergamo

Antonio Zuppelli, 43 anni, è stato colto da un malore che non gli ha dato scampo mercoledì sera, mentre lavorava al «Vasinikò». Il dolore del titolare: «Era il mio braccio destro, mi fidavo ciecamente». Sabato a Napoli l’addio.

«Antonio era un amico e un valente collaboratore: era una persona che amava profondamente il suo lavoro. Curava, un po’ all’antica, l’impasto per le pizze come fosse un figlio. I tempi di cottura, la temperatura, il clima: curava tutto nei minimi dettagli, perché amava profondamente il suo lavoro. E per questo ci mancherà tanto. A noi e ai nostri clienti». Il direttore Gaetano Montefusco giovedì ha riaperto soltanto per poco il suo locale, il «Vasinikò» di piazza Pontida, rimasto chiuso per il lutto che ha colpito dipendenti e clienti per l’improvvisa morte del pizzaiolo Antonio Zuppelli, stroncato mercoledì sera, a soli 43 anni, da un infarto, proprio mentre era al lavoro.

«E in tantissimi, nei pochi minuti che ho tenuto aperto per sistemare un po’ la pizzeria, visto che tutto era stato lasciato come la sera prima – spiega Montefusco –, sono entrati per dimostrare il loro affetto nei confronti di Antonio, che era davvero apprezzato da tutti. Lo sapevamo già, ma questa vicinanza della clientela ci ha profondamente colpito. Antonio si meritava tutto questo affetto perché era davvero eccezionale nel suo lavoro».

Mercoledì sera Zuppelli aveva lavorato un’oretta, poi si era ritirato qualche minuto nel retrobottega, in attesa dell’arrivo del successivo ordine. Poco prima aveva confidato ai suoi collaboratori di sentirsi poco bene: «Ma non sembrava nulla di grave – ripercorre il direttore del locale di piazza Pontida –: aveva riferito di alcuni bruciori di stomaco e nulla più. Soltanto tre tavoli erano occupati e aveva preparato soltanto una decina di pizze. Quando la nostra cameriera, ritirati i piatti di un antipasto aveva suonato la campanella perché Antonio procedesse con le pizze anche per quel tavolo, si è accorta che non tornava nel locale. Era purtroppo già a terra, ormai senza vita». I soccorsi del 118, tempestivamente chiamati dal ristorante, sono infatti risultati vani.

Antonio Zuppelli era ancora residente a Napoli, dove vivono la compagna e i due figli, una ragazza di 25 e un ragazzo di 18 anni, che ogni mese andava a trovare. A Bergamo soggiornava con altri colleghi della pizzeria nella zona di Porta Nuova: «Amava Bergamo e il suo sogno era quello, una volta sistemato anche il figlio minore, di trasferirsi definitivamente qui con la sua compagna – spiega ancora il suo datore di lavoro –: era il mio braccio destro, mi fidavo ciecamente di lui. Era un amico e un grande professionista della pizza. Preparava con passione ogni singola pizza». Oggi alle 9,30 amici e colleghi lo saluteranno al cimitero monumentale: ci sarà anche l’amico fraterno e suo ex direttore Dario Luongo. Poi il feretro sarà trasferito a Napoli, nella sua città, per i funerali – che saranno celebrati domani pomeriggio – e la tumulazione.

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