Bergamo capitale del folclore europeo. In città i 5 giorni dell’Europeade 2026

L’ANNUNCIO. In cabina di regia il Ducato di Piazza Pontida: «Dal 22 al 26 luglio stand, musica, canti e balli con centinaia di gruppi da tutti i Paesi. Il fulcro in Fiera, ma si toccherà tutto il territorio».

Sarà Bergamo la prossima sede di Europeade, il più grande e il più antico festival europeo di tradizioni folcloristiche. E in cabina di regia sarà il Ducato di Piazza Pontida, anche se ancora mancano le firme in coda al contratto e il crisma della definitiva ufficialità.

A luglio 2026

L’annuncio dell’evento, che si terrà dal 22 al 26 luglio dell’anno prossimo tra città (a partire dalla Fiera) e provincia, arriva direttamente da «Smiciatöt» Mario Morotti, il Duca: «Ci mettiamo tutto il nostro entusiasmo, con il solito spirito di gratuità. Sarà un evento eccezionale, che coinvolgerà centinaia di gruppi da tutta Europa, specialmente giovani, capaci di movimentare migliaia di partecipanti, con stand di prodotti ed esibizioni di musica, costumi, canti e balli. E coinvolgendo anche gli oratori».

«Guardiamo con fiducia all’Europeade 2026 a Bergamo. I colloqui sono stati positivi»

L’annuncio era stato preceduto da quello della stessa Europeade, per bocca del suo presidente, il tedesco Rudiger Hess. Per lui, «a seguito della pandemia e della guerra di aggressione contro l’Ucraina, la disponibilità delle città a ospitare un’Europeade è cambiata». Quindi ha dato conto del lavoro preliminare svolto in città: «Guardiamo con fiducia all’Europeade 2026 a Bergamo. I colloqui sono stati positivi. Il comitato organizzatore locale è attualmente in fase di costituzione, grazie alla disponibilità del Ducato di Piazza Pontida a coordinarlo e anche al coinvolgimento attivo di Giovanni Zambonelli, nuovo presidente della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Bergamo».

Dal 1964

Il presidente del comitato internazionale di questa manifestazione, la cui sede è in Belgio (nacque nell’ambito dei circoli cattolici delle Fiandre e della Slesia) e che si svolge dal 1964 toccando ogni anno un Paese diverso allo scopo di promuovere il senso profondo della «comunità europea» nel segno del «rispetto reciproco», aggiunge di aver «recentemente incontrato il sindaco Elena Carnevali, il vicesindaco e assessore alla Cultura Sergio Gandi, il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi, il delegato vescovile per le Relazioni Istituzionali monsignor Giulio Dellavite, il presidente della Fiera Luciano Patelli», oltre allo stesso Morotti e al presidente lombardo della fellowship dei Rotariani interessati ai beni culturali, Alberto Barzanò. Proprio Barzanò, già governatore dell’Istituto europeo di Pubblica amministrazione di Maastricht e docente in pensione di Storia romana alla Cattolica di Milano, è stato autore del primo contatto: «L’anno scorso – racconta - dopo un concerto dei Tenores di Neoneli a Bonate Sopra, incontrai emissari di Nuoro, la città sarda che aveva ospitato l’ultima edizione in Italia di Europeade, che mi manifestarono l’interesse per Bergamo. Io ho fatto da tramite. Ora le cose sono molto ben avviate, mi pare che ci siano tutte le condizioni perché si faccia al meglio».

«Al lavoro da mesi»

Che ci siano tutte le condizioni lo garantisce anche il Duca Mario Morotti: «Lavoriamo da mesi a questo evento, che è molto più grande del festival che facciamo noi. Dovrebbe avere il suo fulcro nella Fiera, spargendosi però ovunque sul territorio, come negli obiettivi. Per parte nostra, ci siamo messi a disposizione con il nostro know how come capofila di una sorta di associazione temporanea di imprese. Abbiamo preso contatti con i consiglieri bergamaschi in Regione, trasversalmente, con la Provincia e il Comune, oltre che con le fondazioni del territorio, come quella della Popolare di Bergamo e quella della Comunità Bergamasca, e le imprese. Tutti ci hanno manifestato il massimo interesse e la massima disponibilità a darci una mano. Ci vuole il coinvolgimento di tutti, del resto, perché una manifestazione del genere si concretizzi. Prima di tutto dal punto di vista economico».

Firma a un passo

Per quest’ultimo aspetto, i contatti sono ancora in corso e continuano senza sosta. Perché l’obiettivo è vicino. Hess ha fatto sapere che la prossima visita a Bergamo «è già prevista per i primi di ottobre», allo scopo di «approfondire le questioni rimaste in sospeso e definire i dettagli dell’evento». La firma in calce ai contratti è proprio a un passo. Le prossime «Capitali europee della cultura popolare» sono state già individuate: saranno Eupen (in Belgio) per il 2027, Perth (in Scozia) per il 2028 e Turku (in Finlandia) per il 2029.

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