Bergamo, intrusi nell’ex hotel alla Celadina. Poltrone ed estintori lanciati sui passanti - Foto e video

IL CASO. Torna l’allarme al «Pantheon», chiuso da anni. I residenti allarmati: «Si intervenga, si rischia troppo».

«Allontanatevi da lì, buttano giù di tutto!». Anche la guardia dell’istituto di vigilanza privato «Noc security» che da ormai quattro anni monitora la zona, si preoccupa nel vedere i passanti camminare davanti a quello che un tempo era il complesso «Pantheon», il centro commerciale – il primo all’interno del perimetro urbano quando venne inaugurato nel 1992 – con tanto di albergo (della catena «Una Hotels») a quattro stelle, abbandonato da oltre dodici anni, lungo via Borgo Palazzo alla Celadina.

L’allarme di due anni fa

Del resto, l’area antistante all’ex ingresso della struttura – oggi chiuso da alcuni pannelli in ferro – è letteralmente costellata da poltrone d’ufficio, sassi e anche alcuni estintori. «Alcuni abusivi hanno preso l’abitudine di lanciarli di sotto, per colpire le persone che passano – spiega preoccupato un abitante della zona –: è una fortuna che nessuno finora sia stato colpito, ma credo sia molto rischioso passare e, in generale, questo edificio è tornato a essere un luogo molto pericoloso». È tornato ad esserlo, perché l’allarme non è nuovo. Due anni fa, dopo che due youtuber erano entrati e avevano ripreso dei ragazzini che saltavano da un piano all’altro «atterrando» su alcuni materassi posizionati apposta, c’era stata una sorta di stretta: la chiusura degli ingressi pedonali e carrabili, le finestre murate e le cancellate dotate di catene e lucchetti. «Ora invece, a distanza di qualche anno, sono tornati a entrarci gli abusivi – continua un altro residente – e questo stabile è tornato a essere la terra di nessuno: erba incolta nelle aiuole, la notte completamente buio, sporcizia ovunque. Il contrario esatto di quello che è la sicurezza. L’unica cosa che ancora funziona sono le antenne dei ripetitori dei cellulari: anni fa i cavi erano stati tagliati da qualcuno che li voleva rubare e così è stato collocato un cavo provvisorio esterno. Per il resto, è un disastro».

«Non abbiamo novità per il futuro di quell’area, che è privata. Per questo non possiamo purtroppo fare molto»

Un panorama desolante

E, in effetti, il panorama tutt’intorno è desolante: molti dei vetri degli ingressi sono infranti, le coperture sono rotte, gli ascensori abbandonati. E ciò che inquieta ora è la presenza degli arredi, scaraventati dall’alto da mani ignote e precipitati nel piazzale davanti all’ingresso, qualcuna pure sul retro, lungo via Colombo. Ad osservare quelli che un tempo erano gli accessi carrali dell’ex mega struttura – che ospitava negozi, uffici e un supermercato – si assiste a un panorama desolante: rifiuti, vegetazione incolta, mobilio. E appunto qualche poltrona da ufficio lanciata dalle finestre. Così come, giusto la settimana scorsa, una grossa bobina di tessuto, che si è srotolata verso la strada.

«Lungo via Colombo tanti residenti passano per portare a spasso il cane ed è un rischio costante – aggiungono gli abitanti della zona –: resta da capire il perché di questo comportamento. Forse un modo per marcare il territorio?». A detta della vigilanza, nonostante gli accessi siano sigillati, la struttura è talmente vasta che gli abusivi riescono regolarmente a entrare, per poi perdersi in quello che è un vero labirinto di locali, corridoi, saloni e anche mega terrazze panoramiche con vista Città Alta. Ma chi si introduce nel palazzo? «Senzatetto, sbandati e tossicodipendenti», spiegano. Oppure ragazzini che entrano per divertimento, rischiando di farsi male.

Il parcheggio chiuso

Un capitolo a parte lo merita il parcheggio a sinistra dell’ex «Pantheon»: un piazzale a raso, privato perché compreso nella stessa area di proprietà del vicino complesso e dotato di rampa circolare per scendere, fino a qualche tempo fa a libero accesso. Da qualche mese è invece off-limits: la struttura, oltre via Caboto, ha infatti mostrato segni di cedimento strutturale, forse causati dalla presenza, al piano meno due dell’edificio, dell’acqua di falda che ha allagato l’intero piano interrato, minando il palazzo dalla fondamenta. La proprietà dell’edificio è di «Unipol»: ieri non è stato possibile avere una dichiarazione ufficiale sul futuro della struttura da parte della società. Ma da quanto trapela non vi sarebbero indicazioni precise sulla destinazione dell’edificio. L’assessore alla Rigenerazione urbana Francesco Valesini conferma: «Non abbiamo novità per il futuro di quell’area, che è privata. Per questo non possiamo purtroppo fare molto. Anche il parcheggio ora chiuso era a uso pubblico, sì, ma la manutenzione spettava al privato».

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