
(Foto di Bedolis)
MOBILITÀ . La passerella alta 10 metri è giudicata troppo impattante, nuovo confronto con i residenti. Valesini: «Disponibili a ragionare». Ma il Comitato chiude: «Non lo vogliamo».
Si torna a parlare di un sottopasso a Boccaleone per garantire un secondo attraversamento ciclopedonale da una parte all’altra del quartiere, che tra qualche mese - con la chiusura definitiva del passaggio a livello di via Pizzo Recastello - sarà di fatto tagliato in due.
Come dire, a volte ritornano: accantonata l’anno scorso in piena campagna elettorale, l’ipotesi di un attraversamento sotterraneo per bypassare la ferrovia all’incrocio con via Rovelli torna a prendere quota. L’invito a rivalutare questa soluzione è partito dall’Amministrazione comunale, dopo che Rfi ha prodotto le prime ipotesi (un progetto vero e proprio ancora non c’è) della seconda passerella sopraelevata, che sorgerebbe proprio in quel punto, a meno di 300 metri da quella che collegherà di nuovo via Rovelli a via Rosa. All’ipotesi della seconda passerella, che ha fatto accantonare il progetto del sottopasso, si era arrivati nella primavera del 2024 dopo il pressing del Comitato di Boccaleone e del centrodestra sul ministero delle Infrastrutture. Del caso si erano occupati, intervenendo alle riunioni con i residenti, anche il ministro Roberto Calderoli e il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi. Il Comitato aveva strappato anche un parere favorevole all’allora candidata sindaca del centrosinistra Elena Carnevali, che si era impegnata a trovare i fondi per realizzare la struttura, nel caso quelli del ministero non fossero stati sufficienti dopo la fine dei lavori del treno per Orio.
«Abbiamo posto il tema offrendo la massima disponibilità a ragionare con i residenti, dopo aver visto quale impatto potrebbe avere la seconda passerella»
Da sempre osteggiato dal gruppo di residenti per questioni di sicurezza, il sottopasso sarebbe stato realizzato addirittura prima della chiusura del passaggio a livello, evitando la cesura del quartiere e l’arrivo delle navette. Rfi, accogliendo però la richiesta formalizzata poi anche dal Comune, ha fermato tutto, facendo sapere che la seconda passerella sarà costruita dopo la fine dei lavori ferroviari, sempre che restino dei fondi a disposizione. Adesso la priorità è il treno, opera finanziata dal Pnrr e il cui cantiere dovrebbe chiudere entro il 2026.
Ora però che i primi «schizzi» di quella struttura sono stati valutati da Palazzo Frizzoni, il tema si ripropone: la seconda passerella dovrebbe attraversare anche via Rovelli, per «atterrare» lungo via Pizzo Recastello, dopo essere salita a un’altezza di quasi 10 metri, in pratica un palazzo di tre piani. Da qui l’invito del Comune, in un incontro con il Comitato, di tornare a ragionare su altre ipotesi, nel tentativo di trovare una soluzione condivisa che però al momento appare lontana.
Il Comitato: «Noi restiamo sulla nostra posizione: piuttosto che un sottopasso, rinunciamo alla seconda passerella»
«Abbiamo posto il tema offrendo la massima disponibilità a ragionare con i residenti, dopo aver visto quale impatto potrebbe avere la seconda passerella – spiega l’assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini –. Secondo noi non c’è una soluzione “perfetta”, perché sia il sottopasso che la passerella hanno pro e contro. Metterli insieme potrebbe essere la scelta migliore. L’importante è non partire da una posizione ideologica e pregiudiziale, secondo la quale devono esserci per forza due passerelle».
Il Comune ha proposto un nuovo incontro pubblico sul tema, che il Comitato però al momento rifiuta. A scendere un po’ più nel dettaglio della proposta è l’assessore alla Mobilità Marco Berlanda: «L’ingombro visivo della seconda passerella sarebbe molto rilevante e le rampe di accesso per arrivare a quell’altezza molto lunghe. Abbiamo chiesto al Comitato di pensarci bene perché, potendo disporre di un’altra passerella a 250 metri, costruirne una seconda solo per un’invocata necessità di sicurezza, tutta da dimostrare, potrebbe non essere la soluzione migliore. Il sottopasso sarebbe attrezzato con un’illuminazione a giorno e un collegamento con la videosorveglianza per garantirne la sicurezza. E sarebbe molto più comodo per i ciclisti. Detto questo, anche un passaggio sopraelevato non è totalmente sicuro, perché non ci sono vie di fuga». Saranno presentate comunque più ipotesi, anche per superare il progetto originario, che prevedeva una discesa e una risalita con due curve a gomito e angoli ciechi ritenuti fortemente pericolosi.
Da parte sua il Comitato, all’interno del quale sembra però non esserci più l’unanimità sul tema, non arretra di un passo: «Non ha senso che il Comune tiri fuori di nuovo l’idea del sottopasso dopo che con il ministero è stato trovato l’accordo per non farlo – dice la presidente Danila Maida –. Un’assemblea su questo argomento è già stata fatta, farne un’altra non sarebbe corretto. Noi restiamo sulla nostra posizione: piuttosto che un sottopasso, rinunciamo alla seconda passerella».
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