Castello di San Vigilio, un gioiello nel degrado

L’ANTICA FORTEZZA. Desolante la situazione in cui versa il castello. La Casa del Capitano la parte più compromessa. La vegetazione ha ormai rivestito i ponteggi e i vecchi muri. La stima dei tecnici: per sistemarlo servono milioni di euro.

La vegetazione ha ormai vestito i ponteggi, «tutori» dei vecchi muri della casa del Capitano. Su una delle «stampelle» che garantiscono la sicurezza del passaggio pedonale appare timido un cartello che indica il «giardino delle farfalle». Allungando lo sguardo oltre l’inferriata resta un accenno di giardino all’italiana dove anni fa qualche volontario aveva messo a dimora piante aromatiche, ma solo qualche tenace rosmarino resiste all’abbandono.

È desolante l’ingresso al castello di San Vigilio, parte delle fortificazioni veneziane, patrimonio Unesco. La casa del Capitano è la parte più compromessa del complesso, ma anche la casa del Castellano necessita di un intervento di restauro, così come la casa del Custode, salvata dalla lista delle alienazioni per essere recuperata, ma ancora abbandonata a se stessa. Il Comune di Bergamo ha affidato in gestione due degli edifici (casa del Castellano e del Capitano) all’associazione «Castrum capelle onlus», composta da volontari animati dalla volontà di recuperare quel che fu il castello di Bergamo. E che fa quel che può. Ma l’antica fortezza, le cui tracce risalgono al IX secolo, abbisogna di un intervento profondo che i tecnici misurano intorno a qualche milione di euro.

Il castello resta un luogo sospeso nel tempo e nelle intenzioni. Peccato, perché il pubblico è numeroso. In un giorno estivo infrasettimanale un nugolo di turisti esce dal varco liberty della funicolare un po’ spaesato per poi farsi facilmente dirigere dal panorama che si spalanca poco più avanti. Il castello di San Vigilio è in realtà ben indicato sulla nuova segnaletica messa a punto dal Comune di Bergamo per orientare i visitatori di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023. C’è il disegno di un grande torrione stilizzato a rappresentarlo. Chissà cosa si aspettano i turisti che in bermuda e cappellino si incamminano verso la cima del colle in cerca di meraviglia. Fatte le prime decine di gradini ecco il «relais San Vigilio», hotel con ristorante annesso ricavato qualche anno fa nell’unico edificio di proprietà privata della fortificazione (i restanti tre sono di proprietà comunale). Qui c’erano le casermette, struttura finemente recuperata e oggi relais 4 stelle.

Materiale edile anche nel giardino

Salendo ancora ecco la casa del Custode, di proprietà comunale, finita qualche anno fa nella lista dei beni comunali da mettere in vendita, ripescata dopo le pressanti sollecitazioni di un gruppo di cittadini, studiosi, architetti, storici, riuniti poi nel gruppo «Castrum capelle onlus». L’edificio, in buone condizioni fino a qualche anno fa, sta subendo il passare del tempo e l’abbandono. Una porta-finestra è aperta, l’edera si insinua sul pavimento. L’unica «casa» abitata è quella del Castellano, dove si svolgono le attività dell’associazione. Fuori c’è una bacheca che racconta la storia del sito, gli intenti dell’associazione. E gli eventi che si organizzano. Come la mostra sul Filarete e il progetto rinascimentale per il Duomo di Bergamo (fino a settembre, martedì, giovedì, domenica 14,30-18). Superando l’edificato si arriva alla cima del torrione, oggi giardino pubblico. Ci sono i ragazzini del Cre, seduti all’ombra dei vecchi tigli, impegnati a cercare tra i tetti in miniatura le loro case, i campanili delle loro chiese, l’aeroporto e più in là, i grattacieli di Milano. Che poesia. Ma anche qui emergono ponteggi e materiale edile contenuti da una sbarra da cantiere.

La situazione in cui versa il castello è stata portata all’attenzione dell’amministrazione comunale di recente, con un ordine del giorno collegato al bilancio di assestamento presentato dalla consigliere (Lega) Luisa Pecce. Interpellato sul caso, l’assessore alla Riqualificazione urbana e Patrimonio, Francesco Valesini, si limita a ricordare «l’affidamento del castello all’associazione Castrum capelle onlus, siglata lo scorso maggio, della durata di tre anni».

Brembilla: «Problema economico»

L’assessore ai Lavori pubblici Marco Brembilla denuncia invece il problema economico: «Erano stati inseriti nel Piano delle opere pubbliche 2023 500mila euro per la messa in sicurezza della struttura – spiega -. Ma successivamente sono stati tolti perché c’erano altre priorità. Al momento l’intervento è inserito nell’allegato A del Pop, si potrà intervenire solo quando ci saranno le risorse».

© RIPRODUZIONE RISERVATA