
(Foto di Bedolis)
IL CASO. Per la varietà «Ferrovia» fino a 18 euro al chilo. Al mercato ortofrutticolo proposte per tutte le clientele. «Ampio range, in base alla varietà e alla provenienza».
Se è vero che «una ciliegia tira l’altra», è altrettanto vero che bisogna essere pronti a non spaventarsi davanti allo scontrino. Il caso del «caro-ciliegia» è esploso a livello nazionale nei giorni scorsi, con prezzi schizzati alle stelle (nelle piazze di Milano si è arrivati a 24 euro al chilo), tanto che il frutto è stato definito un bene di «lusso». E se si acquista la varietà autoctona pugliese «Ferrovia» (la leggenda narra che il primo albero nacque a pochi metri dai binari, erano gli anni Trenta), si arriva a pagare fino a 18 euro al chilo anche in città.
«In questi giorni la ciliegia più bella, più grossa e più lucida è stata venduta a 10 euro al chilo, mentre la ciliegia più piccola e meno lucida alla metà»
Nelle «boutique» di frutta e verdura, il conto è salato per una manciata di primizie, così come in alcuni supermercati (attenzione, perché a volte viene indicato il prezzo per il mezzo chilo). Ma, assicurano gli operatori del settore, si tratta solo di guardarsi bene intorno, perché sul mercato (e nei mercati) è possibile trovare la ciliegia per tutte le tasche. Ed è vero, perché da un breve tour esplorativo alla ricerca del frutto ad un costo abbordabile, se ne trovano anche a 9 euro al chilo. A fare la differenza il calibro, ma pure l’estetica. Tra le caratteristiche, la «lucidità». Spiega Andrea Chiodi, direttore di Bergamo Mercati, società che gestisce il mercato ortofrutticolo di Borgo Palazzo: «In questi giorni la ciliegia più bella, più grossa e più lucida è stata venduta a 10 euro al chilo, mentre la ciliegia più piccola e meno lucida alla metà. Questo è il prezzo all’ingrosso, poi ci sono i meccanismi di rivalutazione al dettaglio, difficili da
«In questi giorni la ciliegia più bella, più grossa e più lucida è stata venduta a 10 euro al chilo, mentre la ciliegia più piccola e meno lucida alla metà»
valutare, anche perché molto cambia dalla varietà. La ciliegia resta comunque una referenza dove incide molto la manodopera per la raccolta, viene inoltre venduta in un periodo “compresso”, quindi anche in una stagione regolare può risultare relativamente cara».
A gravare sul costo, quest’anno, il meteo, spiega ancora Chiodi: «Dalla Puglia arrivano produzioni ridotte se non dimezzate, perché ci sono state forti piogge e un periodo con temperature troppo basse, questo ha inciso sulla fioritura. Anche dalla Spagna arrivano quantitativi inferiori al consueto, il sistema distributivo fa quindi fatica a soddisfare le esigenze del consumatore. Dalla prossima settimana arriveranno comunque prodotti da altre provenienze, dal Veneto, Emilia e Lombardia». Il prezzo quindi dovrebbe calare.
Dal mondo del commercio cittadino, Livio Bresciani, presidente ortofrutticoli Confcommercio Bergamo evidenzia «un range molto ampio di prezzi, con punte molto alte, altre basse, dobbiamo quindi basarci sul prezzo medio che si può trovare. Credo che ci sia spazio per tutti i
«C’è da dire che sul costo della ciliegia pesa la raccolta, ogni frutto viene colto uno ad uno e messo in cassetta»
consumatori, non ci si deve spaventare: chi vuole il top e la perfezione troverà il massimo appagamento di gusto e visivo andando sui prezzi più alti, mentre chi accetta un livello leggermente inferiore può spuntare prezzi molto bassi. Dipende poi dalla volontà di privilegiare la qualità o la quantità».
I prezzi dovrebbero comunque calmierarsi dalla prossima settimana. In arrivo nuove varietà, «anche locali, come le ciliegie di Cenate, zona da sempre vocata per la cerasicoltura – conclude Bresciani -. Con 5-6 euro al chilo si comprano ciliegie valide, magari con un grado zuccherino leggermente inferiore». Dai banchi dei mercati, la voce di Fausto Mologni, vicepresidente Anva Confesercenti Bergamo: «Le ciliege di Verona hanno già un prezzo accessibile, dai 7 ai 9 euro al chilo, mentre la ciliegia selezionata “Ferrovia” costa molto di più. Come per tutta la frutta dipende dalla varietà e dalla provenienza, un esempio è la mela “Golden” che rispetto a quella del Trentino costa la metà. C’è da dire che sul costo della ciliegia pesa la raccolta, ogni frutto viene colto uno ad uno e messo in cassetta. E poi, ovviamente, molto dipende dall’onestà del negoziante e del grossista».
Tante le variabili sul costo delle ciliegie. E se proprio non si riesce a trovare il frutto con un buon rapporto qualità-prezzo, si può puntare su altro. Qualche suggerimento dalla piazza di Borgo Palazzo dove si smista frutta e verdura in tutta la provincia: «Stiamo entrando in una stagione favorevole, le albicocche per esempio, miglioreranno in termini di sapore e appeal, con varietà più appetibili – tira le somme il direttore Chiodi -. Al momento un prodotto ottimo è il melone, con una buona qualità e un prezzo appetibile».
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