Città Alta «blindata» fa discutere commercianti e residenti

IL DIBATTITO. Il provvedimento prevede un rafforzamento delle tutele dei luoghi e monumenti di eccezionale interesse storico e artistico sulla Corsarola e nelle piazze limitrofe. I commercianti temono di essere penalizzati, gli abitanti invece approvano le misure.

Si è aperto il dibattito – inevitabile– dopo l’annuncio, da parte della Soprintendenza, dell’istituzione di «un’area di rispetto» a tutela del centro storico (dalla Cittadella a Piazza Mercato delle scarpe, lungo tutta via Colleoni). Una fascia all’interno della quale arredi urbani, dehors e installazioni artistiche dovranno essere espressamente autorizzati dalla Soprintendenza, previa richiesta formale. Un rafforzamento delle tutele già in atto – per usare le parole del soprintendente Luca Rinaldi – che riguarderà in primo luogo Piazza Vecchia. Se il primo cittadino Giorgio Gori decide, per il momento, di astenersi dal fare commenti, commercianti e residenti prendono posizione, schierandosi su parti opposte.

I timori dei commercianti

Il timore delle associazioni di categoria è che le nuove limitazioni nuocciano al commercio e al turismo più in generale. Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo, spiega: «Dover richiedere un’autorizzazione per ogni installazione ci preoccupa. Temiamo la burocrazia e tempi lenti nelle risposte, che finirebbero per penalizzare le attività dei privati. Sarebbe stato meglio che le decisioni relative a dehors, installazioni e manifestazioni le prendesse direttamente il sindaco. Detto questo, ci auguriamo si possa trovare un equilibrio e si possa continuare a realizzare iniziative e dehors che tanto piacciano al pubblico». Quest’anno non fa testo, sottolinea Fusini. «Città Alta, per via della Capitale della Cultura, ha registrato un afflusso straordinario ma i prossimi anni facilmente le presenze caleranno, speriamo di non dover fare i conti con regole troppo rigide e penalizzanti».

«Pronti a collaborare»

Filippo Caselli, direttore di Confesercenti Bergamo, ribadisce che «la tutela dei beni storici e artistici è una preoccupazione di tutti, anche delle imprese. Per noi, tutte le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi urbani rientranti nei centri storici sono qualificabili come “beni culturali”, indipendentemente dall’adozione di una dichiarazione di interesse storico-artistico o da perimetrazioni specifiche. È giusto che si pensi ad una collaborazione tra istituzioni e rappresentanze di interessi specifici, per preservare il valore e la qualità urbana diffusa. Penso ad esempio alla collaborazione con l’amministrazione comunale per la diffusione dei dehors in città e allo scambio proficuo nella riqualificazione del centro piacentiniano». Commercio e attività di somministrazione sono funzioni fondamentali delle nostre città, fa notare Caselli. «Questo per noi è il punto, mettere al centro delle trasformazioni urbane e delle politiche di tutela il commercio e le sue esigenze; qualunque sia il percorso tecnico- amministrativo cui fa riferimento la Sovrintendenza deve sapersi misurare con questo tema in modo aperto e inclusivo».

«Atteggiamento punitivo»

Meno diplomatico Roberto Amaddeo, consigliere comunale con delega a Città Alta e titolare di attività di ristorazione in centro storico. Definisce un «atteggiamento punitivo» la scelta della Soprintendenza di istituire una zona rossa a tutela di «beni e siti di eccezionale valore storico e artistico». «Non era necessario perché esiste già, e noi commercianti lo sappiamo bene e sappiamo anche che bisogna stare attenti. Esiste un regolamento Unesco che parla di decoro, e il Comune si è dato regole, commissioni e uffici tecnici chiamati ad esaminare i progetti che riguardano il centro storico – ricorda Amaddeo -. Anche i dehors sono stati regolamentati, tanto è vero che alcuni sono stati vietati o limitati. Va detto poi che i dehors sono diventati fondamentali per le attività di ristorazione e somministrazione, la gente chiede di stare all’aperto, dopo la pandemia». Il timore è che la scure della Soprintendenza si abbatta su manifestazioni promosse da tempo nel cuore di Bergamo Alta. «Speriamo che si tenga conto dell’importanza anche economica di manifestazioni come i Maestri del Paesaggio, prima di decidere di bandirla da Piazza Vecchia», chiosa il consigliere.

Il plauso dei residenti

Chi invece accoglie con favore le decisioni della Soprintendenza è Beppe Cattaneo, presidente dell’Associazione per Città Alta e i Colli, secondo il quale «l’area di rispetto ha il merito di migliorare la vivibilità del centro storico e di riequilibrare una situazione troppo sbilanciata a favore del turismo. Dei limiti vanno posti, le concessioni accordate ai commercianti a seguito della pandemia oggi non sono più giustificate – sostiene Cattaneo –. Prendiamo Piazza Vecchia e Piazza Mascheroni, per due terzi occupate dai tavoli di bar e ristoranti; un problema che non riguarda solo Bergamo, ma tutte le città d’arte europee, dalle grandi capitali a quelle di medie dimensioni come la nostra. Città Alta non deve essere solo a misura di turisti, ci sono anche i residenti. Soffriamo una progressiva riduzione dei servizi e della case a prezzi accessibili, il centro storico si va spopolando, e di questi temi ci si dovrebbe occupare di più. Ben vengano misure che lo tutelino e aiutino a dare un nuovo equilibrio»

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