Covid, gli ospedali bergamaschi pronti ad aumentare i posti letto

La nuova ondata L’aumento dei contagi e il conseguente incremento dei ricoveri hanno nuovamente fatto scattare l’allerta nelle tre Asst della provincia.

Ancora una volta, tocca fare i calcoli. Quanti posti letto aggiungere, dove ricavarli, quanto personale dedicargli, quanti ne serviranno ancora di lì a poco. Pure in quest’ondata il lavoro organizzativo degli ospedali bergamaschi è incessante e continuo, seppur con valori assoluti ridotti rispetto alle precedenti mareggiate del virus. Resta però un dato di fatto: le Unità di crisi delle tre Asst bergamasche – cioè i gruppi di lavoro dedicati al monitoraggio dei carichi ospedalieri e alla riorganizzazione dei reparti – sono di nuovo tornate a riunirsi. Lo scorso venerdì lo ha fatto l’Asst Bergamo Ovest, lunedì l’Asst Bergamo Est, ieri una nuova riunione s’è tenuta anche per il «Papa Giovanni». Quello che emerge da ciascuna struttura ha un filo comune: si incrementano i posti letto, senza «rivoluzioni» ma con interventi mirati, contemperando la fisiologica contrazione di organici del periodo estivo (le ferie) e la tutela del lavoro di recupero e potenziamento dell’attività ordinaria per altre patologie.

Asst «Papa Giovanni

Al «Papa Giovanni», dove ieri si contavano 40 ricoverati ordinari e 4 in Terapia intensiva, si appronteranno nuove postazioni Covid in Medicina; venerdì 1 luglio, per fare un parallelo, erano invece 32 i pazienti ordinari e 3 quelli in Terapia intensiva. «I pazienti non hanno la gravità delle ondate precedenti – premette il direttore sanitario Fabio Pezzoli –. Sono soprattutto over 75, con comorbilità: il virus può essere ancora aggressivo, ma non così grave. La differenza la fa la vaccinazione». Difficile prevedere quanti posti serviranno: la strategia razionale quindi, spiega Pezzoli, è quella di «incrementare gradualmente i posti letto, a seconda delle necessità, generalmente integrandoli con moduli da 12 posti alla volta». Lo scenario, comunque, potrebbe portare anche «a numeri importanti, seppur inferiori alle ondate precedenti». La sfida ulteriore è di non rallentare l’attività ordinaria e il suo «recupero» dopo due anni e mezzo di pandemia: «Abbiamo l’onere di rispondere agli utenti e alla Regione, con l’obiettivo di erogare il 110% dell’attività ordinaria del 2019 – ricorda Pezzoli –. Siamo sulla buona strada, i risultati finora ci dicono che centreremo l’obiettivo. Al momento quest’ondata non sta impattando sull’attività ordinaria: però è fondamentale che i ricoveri Covid non salgano troppo. La quarta dose per i fragili e la mascherina restano decisive».

«La strategia è quella di incrementare gradualmente i posti letto, a seconda delle necessità, integrandoli con moduli di 12 posti alla volta»

Asst Bergamo Est

Tendenziale incremento dei pazienti anche all’Asst Bergamo Est, dove ieri risultavano quasi 30 ricoverati Covid (una settimana fa 19): 13 nell’area per acuti di Seriate, 6 acuti ad Alzano, 10 sub-acuti a Lovere. «L’incremento si osserva in particolare dall’ultima settimana – spiega Enrico Bombana, infettivologo dell’Asst Bergamo Est –, e anche per questo si è deciso di incrementare i posti letto». A Seriate si è passati da 10 a 15 postazioni, ad Alzano da 8 a 10, a Lovere da 6 a 10 (con possibilità fino a 12). Sull’attività ordinaria, «si è ridotto qualcosa, ma solo il minimo indispensabile, per qualche letto di Chirurgia dedicato a posto letto Covid». E quando arriverà il picco? «Proiezioni lo indicano tra due-tre settimane – rileva Bombana –, ci stiamo già muovendo ora in vista di quello che succederà a breve. Analogamente ci stiamo organizzando per potenziare la campagna vaccinale in vista dell’autunno».

Asst Bergamo Ovest

Anche all’Asst Bergamo Ovest si sono «intercettati» più pazienti positivi. E in generale, spiega l’azienda, è stato «innalzato il livello di attenzione»: anche Bergamo Ovest «ha riattivato l’1 luglio l’Unità di crisi Covid, per monitorare l’andamento della pandemia e per iniziare a impostare/rafforzare le azioni di monitoraggio, vaccinazione e gestione di un possibile aumento dei casi da ospedalizzare».

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