Dalle chiese ai compassi, con le Giornate Fai porte aperte in 19 luoghi della Bergamasca

L’INIZIATIVA. Appuntamento l’11 e 12 ottobre con le visite guidate d’Autunno. Prima volta per Osio Sotto, Schilpario e Palosco. Coinvolte anche tre aziende del territorio.

Tornano le Giornate Fai d’Autunno, che tra sabato 11 e domenica 12 ottobre apriranno le porte di palazzi, chiese e castelli: oltre 700 i luoghi visitabili in 350 città italiane grazie all’impegno di migliaia di volontari. E la Bergamasca non sarà da meno, con 19 proposte in cinque Comuni, 150 volontari e 50 apprendisti ciceroni impegnati dal cuore della Pianura fino alle Valli in un mosaico che intreccia fede, lavoro e memoria nell’anno in cui si celebra il mezzo secolo del Fondo Ambiente italiano, fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni.

Tre prime volte: Osio Sotto, Schilpario e Palosco

«In questa edizione autunnale – spiega Claudio Cecchinelli, delegato Luoghi del Cuore della Delegazione Fai di Bergamo – ci sono tre prime volte: Osio Sotto, Schilpario e Palosco. E le nostre aperture abbracciano davvero tutto il territorio. Basti pensare che da Osio a Schilpaio (il paese più lontano da un capoluogo di provincia a partecipare) ci sono 82 km».

Anche l’azienda Map apre gli stabilimenti centenari

Dalla prototipazione 3d alla produzione per automotive e nautica, un viaggio dentro il «bene del lavoro»

A Osio Sotto il percorso comincia dalla spiritualità: il Santuario di San Donato e la parrocchiale di San Zenone, con affreschi, ori e l’organo Serassi, si mostrano come scrigni di fede. Poco distante, il «Ruralia» raccoglie centinaia di oggetti contadini, mentre in centro svetta l’«Osiride Addormentato» di Mitoraj, bronzo che lega il paese a Roma e Londra. Infine la Map Spa, azienda centenaria, apre i suoi stabilimenti: dalla prototipazione 3d alla produzione per automotive e nautica, in un viaggio dentro il «bene del lavoro».

Miniera, montagna e oratori in mostra

Il Museo Etnografico conserva telai e attrezzi di montagna, tra cui un raro telaio del Settecento

A Schilpario la memoria scende in miniera. La Collezione Agoni mette in mostra tremila lampade che raccontano l’ingegno tecnico e la durezza della vita dei minatori. La chiesetta di Santa Elisabetta, costruita come ex voto, custodisce affreschi quattrocenteschi e un altare ligneo. Il Museo Etnografico conserva telai e attrezzi di montagna, tra cui un raro telaio del Settecento. La parrocchiale apre sacrestie e oratori con reliquie del Cardinal Maj, al quale Leopardi dedicò alcuni versi. E la cinquecentesca Casa Pagani Grassi Ghisletti mostra ambienti nobili e un raro balcone in ferro battuto.

Dalle ruote ai compassi, passando per il Rinascimento

Poi c’è Palosco: qui industria e storia camminano insieme. La Fondmetal racconta mezzo secolo di ruote finite sui circuiti della Formula 1. La Alessi Compassi ribadisce il titolo di «capitale europea del compasso», tradizione che ha dato lavoro a generazioni di famiglie.

La parrocchiale di San Lorenzo custodisce un dipinto del Ricchino e una sacrestia del Caniana

L’Oratorio di San Pietro porta al Rinascimento, mentre Piazza Castello diventa teatro di bottoni in madreperla e mais con i laboratori per i bambini. La parrocchiale di San Lorenzo custodisce un dipinto del Ricchino e una sacrestia del Caniana. Le dimore di via Marieni aprono orti e portici, mentre l’Oratorio di Santa Maria della Visitazione mostra stucchi e tele del Cavagna. Per chi cerca natura, il Parco dell’Oglio offre un percorso tra cascine, cappelle e il respiro lento del fiume.

Ci sono anche Roncobello e Bergamo

Ma le proposte delle Giornate Fai d’Autunno non sono finite: in alta Valle Brembana, a Baresi di Roncobello, il Mulino Maurizio Gervasoni (habitué del Fai, che chiude il suo calendario di aperture 2025 proprio in questa occasione) racconta quattro secoli di vita contadina: olio di noci, pane e farina, fino al recupero voluto dal Fai dopo il successo nei Luoghi del Cuore. Un luogo semplice e grandioso, dove il tempo sembra ancora battere a ritmo d’acqua.

E la città di Bergamo? Risponde presente all’iniziativa autunnale con Palazzo Moroni e via Porta Dipinta, con la chiesa di San Michele al Pozzo Bianco e Sant’Andrea, dove si ammirano le opere di Lotto e Moretto. «Grazie ai tantissimi volontari che rendono possibili questi appuntamenti – conclude Cecchinelli – i visitatori hanno solo l’imbarazzo della scelta».

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