Dall’Ucraina a Bergamo in viaggio da sola a 10 anni: accolta tra i banchi della De Amicis

Istituto De Amicis La piccola è stata affidata dalla mamma a dei conoscenti che l’hanno portata dalla nonna. All’istituto comprensivo accolto anche un altro bimbo di 6 anni in fuga dalla guerra. La dirigente Dasdia: «Le loro storie sono davvero toccanti. Matematica e inglese le loro lezioni preferite».

Disegnano, giocano, seguono con profitto le lezioni di matematica e di inglese forti del linguaggio universale di queste due discipline . Così i due bambini ucraini accolti dall’Istituto comprensivo De Amicis di Bergamo stanno vivendo i loro primi giorni nella loro nuova scuola. In attesa di altri due compagni che arriveranno lunedì mattina (14 marzo). «Abbiamo già accolto due bambini arrivati poco dopo lo scoppio della guerra – spiega la dirigente Maddalena Dasdia –. Una bambina, inserita in quinta elementare, e un maschietto che adesso frequenta la prima. Le loro storie sono toccanti e ci mettono di fronte a quella che è la dura concretezza delle persone che dall’oggi al domani hanno dovuto lasciare tutto . La bambina è arrivata da sola, nel senso che la mamma l’ha affidata a dei conoscenti che subito dopo lo scoppio della guerra hanno deciso di partire e di raggiungere la nostra città. Qui infatti c’è la nonna che però la bambina quasi non conosceva. Certo adesso avranno modo di stare insieme e di rafforzare il loro legame. Poi c’è un bambino che invece è arrivato con la mamma».

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In classe sono sereni

« Questi bambini per fortuna al momento sembrano essere sereni e partecipano con interesse alle lezioni, soprattutto quelle di matematica e di inglese – sottolinea la preside –. La nostra impressione è che siano sereni anche perché pensano che la situazione che stanno vivendo è provvisoria. Pensano che staranno qui per poco e che poi torneranno a casa». Altri due bambini inizieranno lunedì a frequentare la scuola. Sono due fratellini, una bambina che è stata iscritta alla scuola dell’infanzia e un maschietto che andrà in quarta elementare . «Per l’inserimento nelle classi – prosegue Maddalena Dasdia – abbiamo preferito quelle dove già sono presenti bambini ucraini in modo da favorire la comunicazione e

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la socializzazione».

Senso di sradicamento improvviso

L’Istituto comprensivo De Amicis è distribuito su otto plessi che insistono sui quartieri di Boccaleone, Celadina e Clemetina: « Soprattutto nei due quartieri della Clementina e di Celadina abbiamo un alto numero di famiglie straniere. Per questo motivo da tempo ci siamo strutturati per accogliere i bambini che provengono dalle più diverse realtà ». L’Ic De Amicis infatti è Centro territoriale per l’inclusione a cui afferiscono tutti gli Istituti comprensivi della città per organizzare e gestire progetti e iniziative. «I bambini che arrivano dall’Ucraina – precisa la dirigente – rispetto ai loro coetanei che arrivano da altri Paesi, e che purtroppo erano già proiettati verso un futuro lontano da casa, vivono un senso di sradicamento improvviso. Con tutte le conseguenze che possiamo immaginare».

I mediatori

Proprio perché l’Ic De Amicis già da tempo affronta in modo concreto il tema dell’accoglienza e all’inclusione può disporre di una mediatrice linguistica e di due mediatori culturali di territorio: «Per fortuna abbiamo già queste figure fondamentali in questo momento per gestire al meglio tutte le questioni relative ai bimbi ucraini. Stiamo infatti anche lavorando per il loro inserimento nelle attività pratiche offerte dal territorio, come le attività sportive e la partecipazione ai Cre estivi. Purtroppo però – segnala la preside – ci mancano i fondi necessari per le attività di alfabetizzazione. Dal Ministero ci sono arrivati solo fondi per l’assistenza psicologica, ma non abbiamo risorse per altro. Per questo ci siamo attivati per cercare i fondi necessari sia collaborando con le associazioni del territorio come il Patronato San Vincenzo e la cooperativa sociale Ruah sia nella rete attiva tra gli Ic della città. Una rete molto forte e solidale. Stiamo anche collaborando in modo molto costruttivo sia con il Provveditorato sia con il Comune».

«I bambini che arrivano dall’Ucraina – precisa la dirigente – rispetto ai loro coetanei che arrivano da altri Paesi, e che purtroppo erano già proiettati verso un futuro lontano da casa, vivono un senso di sradicamento improvviso. Con tutte le conseguenze che possiamo immaginare»

Tutto questo lavoro non potrebbe essere svolto se non ci fosse la grande disponibilità dei docenti: «Sono rimasta particolarmente colpita dai miei insegnanti perché durante le vacanze di Carnevale si sono autoconvocati per organizzare l’accoglienza dei bambini ucraini, ma anche per coordinare le risposte da dare ai nostri bambini che come piccoli adulti sentono quello che sta succedendo e hanno tante domande da fare e hanno bisogno di risposte ». Il lavoro alla De Amicis, come in tutti gli altri istituti chiamati ad accogliere i piccoli profughi non si ferma qui: «A breve faremo un monitoraggio, in collaborazione con gli altri Ic, per capire quanti bambini possiamo inserire in ogni classe. Dobbiamo essere pronti per poter dare una risposta a tutti i bambini che ancora devono arrivare».

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