Donazione di organi: Sì con la carta d’identità. Bergamo è nella top ten

DATI 2023. Classifica del Centro nazionale trapianti con un «indice» elaborato sulla propensione alla scelta. Vescovi (Aido): «Qui si crede nella solidarietà».

Un sì o un no. Due lettere, un attimo per pronunciarle. Ma da quella scelta, a volte meditata e altre volte invece rapida, dipende anche la vita degli altri. Oltre la retorica c’è la concretezza della donazione di organi: e Bergamo nel 2023 si è classificata al 10° posto in Italia nell’«indice del dono», l’indicatore elaborato dal Centro nazionale trapianti – Cnt, branca del ministero della Salute – per calcolare la propensione alla donazione. Il dato è stato diffuso proprio poco prima della Giornata nazionale della donazione, che si celebra in tutta Italia domenica 14 aprile, un appuntamento prezioso per rafforzare la sensibilizzazione sul tema.

I vari indicatori

Partendo dal consenso o diniego alla donazione degli organi espresso al momento del rinnovo della carta d’identità, l’indice – espresso in centesimi – va a «combinare», oltre a diversi indicatori, in particolare il totale delle dichiarazioni (cioè quanti si esprimono con un sì o un no, rispetto a quanti invece si astengono) e quanti danno effettivamente un consenso alla donazione. Sulla base dei documenti emessi lo scorso anno, Bergamo va a chiudere la top-ten della classifica tra le grandi città italiane con almeno 100mila abitanti. L’«indice» equivale a un punteggio di 66,03 (in testa c’è Trento a quota 71,07): in concreto, lo scorso anno il 72,6% di chi ha «fatto» la carta d’identità ha espresso la propria dichiarazione sulla donazione (l’altro 27,4 per cento si è astenuto), che nel 69,1 per cento dei casi è stata favorevole (mentre il 30,9 per cento ha indicato un no). Guardando ai primi dieci comuni d’Italia, tra l’altro, Bergamo è quello dove i cittadini si astengono di meno: c’è dunque conoscenza del tema e della possibilità di esprimere la propria volontà (positiva o negativa che sia) al momento del rinnovo del documento.

La media nazionale, sulla base dei documenti emessi lo scorso anno, indica che in Italia solo il 58,2% dei cittadini ha indicato la propria scelta: tra chi lo ha fatto, il 68,5% ha detto sì. Su scala regionale la Lombardia ha registrato un 59,7% di dichiarazioni effettive: di queste, il 69,9% è stata favorevole alla donazione.

«Grande risultato»

Il dato secco della città di Bergamo sulla propensione alla donazione è in miglioramento rispetto al 2022, quando la quota di «sì» era stata del 65,66%. Non è invece possibile comparare il punteggio complessivo dell’«indice del dono», perché lo scorso anno era stato calcolato su base provinciale (e non comunale); appunto su base provinciale, lo scorso anno la Bergamasca era al 41° posto, quest’anno la gerarchia è diversa. La nuova fotografia del Centro nazionale trapianti che piazza il capoluogo orobico nella top ten tra i grandi comuni è «un risultato molto importante» secondo Monica Vescovi, presidente dell’Aido Provinciale, l’Associazione italiana per la donazione di organi.

«Veniamo dal periodo della pandemia che ha avuto riflessi anche sull’attività dei trapianti, ma già dal 2023 c’è stata una ripartenza molto positiva, con un trend da record sia a Bergamo sia in Italia – ricorda Monica Vescovi –. Significa che le persone credono ancora in maniera forte nel valore della solidarietà e della donazione».

Il 2023 è stato appunto un anno record anche per il «Papa Giovanni», che ha trapiantato 185 organi solidi, con un aumento del 18,6% rispetto al 2022 e superando anche il primato del 2018 (180 organi).Per avvicinare la cittadinanza – e soprattutto i più giovani – a questa cultura, ormai dal 2021 Aido ha lanciato DigitalAido, un’app «certificata» che consente di esprimere la volontà di donazione anche attraverso una procedura on line, slegandola eventualmente dal rinnovo della carta d’identità (che avviene solo ogni dieci anni): «È uno strumento a cui rispondono molto favorevolmente i più giovani – spiega Vescovi –, abbiamo avuto riscontri molto positivi tra gli under 30: abbiamo fatto un salto enorme. Per continuare a diffondere l’importanza della donazione, sabato e domenica saremo nella maggior parte delle piazze bergamasche per farci conoscere e informare».

Le fasce d’età

La propensione alla donazione cambia a seconda della fascia d’età. Lo racconta il report del Centro nazionale trapianti, sempre basato sulle dichiarazioni espresse nei rinnovi delle carte d’identità nell’anno 2023.

I dati lombardi, non dissimili dalla tendenza nazionale, mostrano un 70,9% di sì nella fascia 18-30 anni, che sale al 74,9% tra i 31-40enni, quelli proporzionalmente più favorevoli alla donazione; le differenze sono comunque minime, perché tra i 41-50 anni si scende al 74,2%. Poi il calo è progressivo: tra i 51-60enni il sì è pari al 72,8%, tra i 61-70enni il consenso cala al 69,8%, i 71-80enni dicono sì solo nel 60% dei casi, con gli over 80 si scende sino al 47,1%.

Il Centro nazionale trapianti evidenzia come siano i «trenta-quarantenni la categoria che dimostra maggiore generosità», mentre sono «meno buoni i risultati della raccolta tra i 18-30enni, probabilmente perché meno informati. È dopo i 70 anni che la percentuale di chi si oppone alla donazione tende a salire esponenzialmente: un dato condizionato probabilmente dall’errata convinzione che la donazione degli organi in età avanzata non sia possibile».

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