
(Foto di Bedolis)
L’ADDIO. Tra i presenti, molti amici e colleghi artisti da una vita, volti noti della tv e dello spettacolo.
Bergamo
Una chiesa di Ognissanti gremitissima, al cimitero monumentale di Bergamo, la mattina di venerdì 6 giugno ha dato l’ultimo saluto a Pietro Ghislandi, il grande prestidigitatore dei suoni, delle voci, della ventriloquia e della comicità morto a 68 dopo una malattia.
Una funzione svoltasi sul filo dell’emozione, della commozione ma anche dello spettacolo: con le note della fisarmonica di Claudio Ranalli, «Il Signore delle cime» cantato dal coro degli Alpini, lo stesso celebrante, don Gianmarco Vitali, che alla fine del rito si è messo un naso rosso da clown: «Dove c’era Pietro c’era una festa. Vogliamo chiedere la grazia di ritrovarlo ogni giorno dentro ognuno di noi». Tra i presenti, molti amici e colleghi artisti da una vita, volti noti della tv e dello spettacolo da Carlo Bianchessi a Oreste Castagna, al «Vava», allo storico collaboratore Eros Scola, al maestro Roberto Frattini, che diresse Ghislandi nella «Rita» di Gaetano Donizetti. In prima fila la compagna di Ghislandi, Patrizia, e la nipote Federica, figlia di Maria Luisa, l’amata sorella accanto alla quale le sue ceneri riposeranno nel cimitero di Palazzago.
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