Duemila alpini in corteo al Passo San Marco: «Valori che non passano»

L’iniziativa Il raduno dopo due anni tra bergamaschi e valtellinesi. La sfilata di 92 gruppi: presenti le sezioni di Como, Alessandria e anche dall’Argentina.

«Gli ideali, le passioni, i gesti degli alpini non passano, sono più attuali che mai. Per questo durante i nostri raduni è palpabile l’affetto della gente. Perché gli alpini rappresentano il cuore della gente, della gente che ci ha nel cuore».

Gianfranco Giambelli, presidente della sezione Ana della Valtellina, parla a oltre duemila penne nere. Quelle che la mattina di domenica 17 luglio si sono radunate ai duemila metri del Passo San Marco. Dopo due anni di stop, a causa della pandemia, alpini bergamaschi e valtellinesi si sono di nuovo incontrati per celebrare e ricordare i loro valori, fatti di pace, solidarietà, aiuto al prossimo. Una cerimonia emozionante, visibile anche nei volti della tantissima gente venuta al valico che collega le due province. I due cortei sono partiti dai rispettivi versanti: ben 92 i gagliardetti di altrettanti gruppi bergamaschi e di Sondrio, ma a sfilare anche le sezioni di Alessandria, Como e degli alpini emigrati in Argentina. Uno spettacolo straordinario di disciplina, ordine, colori e musica, (a guidare c’era la Fanfara alpina valtellinese) quello coordinato sul versante brembano dal responsabile della zona Ovest dell’alta Valle, Hans Quarteroni.

«Questi ragazzi sono il nostro futuro – ha detto il sindaco di Averara, Egman rivolgendosi a chi aveva partecipato al campus alpini –. Diamo loro dei gesti semplici. Perché ogni piccolo gesto fa nascere qualcosa di buono».

Davanti ai cortei c’erano i ragazzi che in queste settimane hanno partecipato ai tanti campi alpini nelle due province. Al valico l’incontro, il saluto tra le penne nere, e poi tra i sindaci di Averara Mauro Egman e di Albaredo per San Marco Patrizio Del Nero (i due Comuni del valico). Quindi la Messa celebrata nella conca sul versante valtellinese, presieduta dal parroco di Mezzoldo, don Denis Castelli, e preceduta dai discorsi delle autorità.

«Questi ragazzi sono il nostro futuro - ha detto il sindaco di Averara, Egman rivolgendosi a chi aveva partecipato al campus alpini - . Diamo loro dei gesti semplici. Perché ogni piccolo gesto fa nascere qualcosa di buono».

«Gli alpini in questi due anni non sono mai stati fermi . ha aggiunto il sindaco di Albaredo, Del Nero - . E questo è il valore più grande del volontariato, di chi non si tira indietro nonostante il rischio». Poi Giuseppe Bonaldi, vicepresidente della sezione Ana di Bergamo che ha ricordato come ormai 50 anni fa due reduci iniziarono questo raduno che «ancora oggi continua». Suo il ricordo particolare per il capogruppo di Averara, Bruno Paternoster, assente per motivi di salute.

Gianfranco Giambelli: «Siamo veramente in tanti, a un passo dal cielo. Contano i numeri, ma soprattutto contano gli ideali, i sentimenti, le passioni. Quei valori che questi uomini e donne non si vergognano di portare avanti».

«Continuate nel vostro impegno nelle vostre comunità - ha concluso Bonaldi - perché la popolazione vi stima». Poi Gianfranco Giambelli che ha ricordato chi, mezzo secolo fa, diede inizio a questo raduno, auspicando che questi continui ancora per altri cento anni. «Siamo veramente in tanti, a un passo dal cielo - ha detto -. Contano i numeri, ma soprattutto contano gli ideali, i sentimenti, le passioni. Quei valori che questi uomini e donne non si vergognano di portare avanti. Ideali che per qualcuno possono sembrare antichi, ma che oggi sono più attuali che mai. Per questo nei nostri incontri è palpabile l’affetto della gente Perché gli alpini rappresentano il cuore della gente, di quella gente che ci porta nel cuore. Gli alpini fanno, senza chiedere nulla. Gli alpini sono depositari di un patrimonio che non deve lasciarsi cavalcare dalle mode del momento. Noi siamo alpini e il nostro modo di essere deve sempre essere quello«.

© RIPRODUZIONE RISERVATA