Fattore famiglia, nella Bergamasca 8.949 domande: accolte oltre 7.000

La Regione. Lo strumento riconosce contributi aggiuntivi per l’accesso ai servizi a nuclei in difficoltà, numerosi o con figli disabili. In provincia finanziato l’83,5% delle richieste.

Una dotazione complessiva in Lombardia di 4,4 milioni di euro e 28.893 contributi del valore medio di 169,5 euro. È quanto emerge dalla relazione conclusiva sugli interventi di attuazione del Fattore famiglia lombardo (Ffl), lo strumento nato per garantire condizioni migliorative nell’accesso a prestazioni pubbliche rivolte a specifiche tipologie di famiglie con elevati carichi di cura (tra cui famiglie numerose o con disabili). Nella Bergamasca il tasso delle richieste finanziate con il Fattore famiglia lombardo è pari all’83,5%. Nello specifico, sono 8.949 le domande esaminate da Ats Bergamo (oltre 70mila domande in Lombardia) e oltre 7mila quelle finanziate.

La relazione generale, presentata nella seduta del Comitato paritetico di controllo e valutazione del Consiglio regionale, presieduto da Marco Degli Angeli (Cinque Stelle) e di cui sono stati relatori Barbara Mazzali (Fratelli d’Italia) e il consigliere bergamasco Jacopo Scandella (Pd), evidenzia che la misura «Protezione famiglia», lanciata nel 2021 per sostenere con una misura una tantum le famiglie lombarde con figli minori e un Isee fino a 30mila euro, ha soddisfatto il 58% delle domande a fronte di quasi 50mila richieste di applicazione del Fattore famiglia. Ma sulle risorse, quadruplicate rispetto al milione di euro precedentemente messo a disposizione per erogare i contributi del Fondo famiglia, non si registra unanimità di vedute. «I toni trionfalistici sono fuori luogo – commenta Scandella –. Rispetto ai risultati deludenti della prima vera sperimentazione del 2020 attraverso il “Pacchetto famiglia” per dare sostegno alle famiglie più colpite in seguito alla pandemia, dobbiamo riconoscere che l’esito della misura introdotta successivamente, il bando “Protezione famiglia”, ha registrato una maggiore adesione e il tasso delle richieste finanziate con il Fattore famiglia è passato dal 21% all’83%. Ci sono però ancora troppe criticità. Il 91% delle domande finanziate ha totalizzato i punteggi più bassi, ciò vuol dire che la maggior parte delle famiglie che ha ottenuto il contributo aggiuntivo rientra tra quelle meno bisognose. Addirittura il 98% dei contributi non supera i 350 euro. Probabilmente ci sono dei problemi nella selezione, se in un periodo così difficile, in cui le famiglie più numerose e con disabili a carico si stanno impoverendo rapidamente, prendono i contributi quelle il cui profilo corrisponde ad altre tipologie». Dai dati della relazione – aggiunge Scandella – emerge che i nuclei familiari richiedenti il contributo sono per la quasi totalità (92%) residenti in Lombardia da più di 10 anni e non sono gravati da mutuo per l’abitazione (meno dell’1%), mentre la presenza di donne in stato di gravidanza riguarda il 5% dei richiedenti e la presenza di persone con disabilità il 9%. La quota riservata all’applicazione del Ffl è passata da 1,5 milioni a 4,4 milioni, di cui 1,4 milioni ereditata dalla misura “bonus assistenti familiari” che si è rivelata inapplicabile in quanto mal congegnata. La quantità di risorse è esigua per il bilancio regionale e rimane una distanza enorme che va colmata tra il bisogno delle famiglie, in particolare quelle numerose e/o con figli disabili a carico, e le risorse che la Regione mette a disposizione».

Il Fattore famiglia, strumento di correzione dell’Isee introdotto con legge regionale nel marzo del 2017, è stato applicato finora in via sperimentale su alcune misure in ambito sociale che prevedono facilitazioni economiche per le famiglie (tra cui i bonus assistenti familiari, la dote infanzia e il bando Protezione Famiglia, che offre un sostegno una tantum di 500 euro alle famiglie con figli minori ed Isee entro 30mila euro). La legge che ha istituito il Fondo famiglia prevede che ogni anno la Giunta regionale prepari una relazione che deve essere poi approvata dal Consiglio. La quota riservata per l’applicazione del Ffl è di 4,4 milioni di euro e le risorse sono poi state ripartite fra le Ats, sulla base della popolazione residente. Tra i vari indicatori che influenzano il punteggio ai fini dell’entità del contributo del Fondo famiglia figurano numero di figli, anzianità di residenza, mutuo, presenza di disabili, non autosufficienti o donne in gravidanza.

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