Focolai Omicron, le Rsa tengono: «Attenzione alta»

I dati L’Ats di Bergamo: tra giugno e luglio 24 gli ospiti contagiati, in 4 strutture diverse. Tra il personale, in due mesi, 37 operatori colpiti. Nessuna restrizione in atto.

Per ora lo «scudo» resiste, ma l’attenzione è sempre più alta. La barriera della quarta dose di vaccino e il mantenimento dei protocolli di sicurezza stanno proteggendo gli ospiti delle Rsa bergamasche dalla recrudescenza estiva del Covid, senza bisogno di nuovi restringimenti sulle visite dei parenti. Certo, l’incognita delle varianti all’orizzonte non fa dormire sonni troppo tranquilli agli addetti ai lavori, ma per ora la situazione regge e – a detta di chi opera e vigila nelle strutture - non è nemmeno lontanamente paragonabile alla fase in cui le case di riposo sono state al centro dello tsunami della pandemia, con gli anziani che hanno pagato un prezzo altissimo, anche in termini di isolamento.

I dati

Non è comunque il caso di abbassare la guardia. Dai dati forniti da Ats, infatti, nel mese di giugno si sono registrati due focolai in due Rsa diverse, che hanno coinvolto complessivamente 12 ospiti; idem, finora, nel mese di luglio: in queste prime due settimane del mese si sono registrati altri due focolai in altrettante strutture, con cinque ospiti coinvolti in tutto. Per quanto riguarda gli anziani positivi, i numeri, in generale, sono ancora contenuti. Tra il personale, nel mese di giugno, risultavano contagiati 21 operatori di 12 Rsa; a luglio 16 operatori di 9 Rsa. Tra gli ospiti, nei mesi di giugno e luglio 2022 risultano positive 24 persone residenti in Rsa, nello specifico nel mese di giugno sono stati registrati 21 positivi e nel mese di luglio tre. Al momento nessuna casa di riposo ha dovuto reintrodurre restrizioni per le visite dei parenti, pur continuando ad applicare i protocolli di sicurezza. Da Ats, infatti, fanno sapere che «una sola Rsa, in via ufficiale, ha chiesto di continuare con le restrizioni ma solo per un problema logistico-organizzativo interno, senza avere in struttura alcun positivo. La restrizione è stata vietata e abbiamo suggerito una rimodulazione organizzativa».

Tra il personale, nel mese di giugno, risultavano contagiati 21 operatori di 12 Rsa; a luglio 16 operatori di 9 Rsa. Tra gli ospiti, nei mesi di giugno e luglio 2022 risultano positive 24 persone residenti in Rsa, nello specifico nel mese di giugno sono stati registrati 21 positivi e nel mese di luglio tre.

I commenti

Gli operatori confermano che «la situazione è sotto controllo», affrettandosi però ad aggiungere uno scaramantico «per ora», consci che l’andamento del virus è sempre imprevedibile e che non bisogna fare passi indietro nelle misure di contenimento. «A oggi va tutto bene, e pian pianino si continua nel percorso di ritorno alla normalità», interviene Fabrizio Lazzarini, direttore generale della Fondazione Carisma. La quarta dose di vaccino e le misure-base anti Covid (mascherine, distanziamento) stanno dando i loro frutti. «Diciamo che i casi tra gli ospiti e il personale sono rarissimi e diventati ormai ordinaria amministrazione. Le visite dei parenti si svolgono regolarmente in determinati orari, e in altri concordati con i reparti. Chi entra sa che deve rispettare le regole. Stanno riprendendo anche i rientri in famiglia di alcuni ospiti, per il sabato o la domenica», spiega. Facendo notare che i problemi delle case di riposo, ora, sono anche altri: «Le bollette raddoppiate e i medici e gli infermieri che non ci sono». Anche per Barbara Manzoni, presidente dell’Associazione San Giuseppe, che raggruppa le Rsa di ispirazione cattolica, «al momento non risultano casi eclatanti né situazioni di restrizioni. Le visite proseguono regolarmente, con le precauzioni che vanno sempre rispettate». Fabrizio Ondei, presidente di Uneba Bergamo, ammette che «la soglia di attenzione si va alzando, perché se finora la situazione nelle Rsa è ancora sotto controllo, tra una settimana potrebbe variare». Ondei dice che «i casi qua e là non hanno mai smesso di esserci, ma per ora non si è assistito a un aumento: le quarte dosi di vaccino stanno facendo la loro parte, e abbiamo già dato in passato, con molti anziani che hanno già fatto il Covid. Certo – aggiunge – se si verificano dei focolai, bisogna per forza applicare delle restrizioni». Cesare Maffeis, alla guida dell’Associazione case di riposo bergamasche, osserva: «I casi, a oggi, sono quasi inesistenti. Con l’apertura completa ai parenti, che ormai hanno libertà d’accesso alle strutture, e la possibilità dei nonni di uscire, è necessario però che l’attenzione venga mantenuta alta». Se gli operatori, infatti, sono «ultra-attenti», tra i familiari si sta invece notando un allentamento nei comportamenti. «È umanamente comprensibile – precisa Maffeis – che magari ci si abbassi la mascherina per ascoltare meglio il proprio caro. Ma in questo momento non ci possiamo permettere di tornare indietro. Ogni giorno, da medico, ricevo 5-10 telefonate da pazienti esterni colpiti da Covid. Il virus circola, e quindi prima o poi entra nelle Rsa. Per questo anche i parenti, che finora sono sempre stati rispettosi delle regole senza lamentarsi, devono continuare ad attenersi alle regole». Anche i sindacati, dal loro osservatorio, fanno sapere che «nessuna Rsa ha preso la decisione di chiudere le visite ai parenti, piuttosto si stanno seguendo le linee di Ats, che invita, dove possibile, a favorire gli incontri negli spazi esterni, all’aperto, delle Rsa, mantenendo le misure di protezione. All’interno delle strutture si stanno intensificando i controlli, anche con tamponi periodici agli ospiti. Oltre il 90% degli anziani è vaccinato con la quarta dose, e quindi anche se risultano positivi i sintomi sono più lievi e il decorso è più veloce».

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