Gas, la tregua è finita. E il conto sale ancora 1.714 euro all’anno

Caro energia.Questa la stima della spesa a famiglia di Unione consumatori dopo l’aumento del 13,7% registrato da Arera a novembre, ovvero 207 euro in più.

La frenata dei prezzi del gas è stata solo un’illusione. La corsa è di nuovo ripartita: venerdì l’Arera – l’Autorità di regolazione dell’energia – ha infatti comunicato che i prezzi del metano in regime di tutela a novembre sono di nuovo aumentati, con un rincaro del 13,7% rispetto ai valori di ottobre, quando il prezzo era sceso del 12,9% rispetto a settembre. Il rapido saliscendi del prezzo è legato anche al fatto che l’aggiornamento delle tariffe del metano – sempre per quel che riguarda gli utenti in regime di mercato tutelato – è diventato a cadenza mensile, e non più trimestrale. L’aggiornamento delle tempistiche serviva per intercettare meglio i ribassi (come accaduto a ottobre), ma inevitabilmente intercetta più tempestivamente anche i rincari (come a novembre). «In base al metodo di calcolo introdotto – spiegano dall’Arera -, la componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento, applicata ai clienti ancora in tutela, viene aggiornata come media mensile del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano e pubblicata entro i primi due giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento. Per il mese di novembre il prezzo della materia prima gas, per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è quindi fissato in 91,2 euro/MWh, pari alla media dei prezzi rilevati quotidianamente durante tutto il mese appena trascorso».

Sempre secondo le stime dell’associazione, i prezzi del gas sono oggi più alti del 26,4% rispetto a novembre 2021 e dell’82,5% nel confronto con novembre 2020

A fare i calcoli sul nuovo balzo delle bollette è l’Unione nazionale consumatori: secondo l’Ufficio studi dell’associazione, «per una famiglia tipo in tutela il 13,7% significa spendere su base annua 207 euro in più. La spesa totale nei dodici mesi arriva alla cifra lunare di 1.714 euro, che sommati ai 1.782 della luce già scattati il 1° ottobre, determinano una stangata complessiva pari a 3.496 euro». Sempre secondo le stime dell’associazione, i prezzi del gas sono oggi più alti del 26,4% rispetto a novembre 2021 e dell’82,5% nel confronto con novembre 2020.

Per Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione nazionale consumatori, la sintesi è chiara: «Una catastrofe. Il Governo intervenga immediatamente modificando il Decreto Aiuti-quater, altrimenti sarà un Natale in bianco per le famiglie. Già le bollette erano da infarto e insostenibili, ma ora si è abbattuto un nuovo tsunami sugli italiani».

«Calmierare le bollette»

Cosa si può fare, in concreto? «Il Governo Meloni – ragiona Vignola – avrebbe dovuto calmierare le bollette di questo trimestre con il Decreto Aiuti-quater come avevamo chiesto. Purtroppo non lo ha fatto. Intervengano ora, in fase di conversione del decreto, retroattivamente sul mese di novembre, come fece Draghi in passato. Anche in manovra non c’è abbastanza per le famiglie. In pratica anche per il 2023 ci si limita solo a ripetere quanto già fatto da Draghi, che però non basta più per evitare aumenti. Non pretendevamo che si facesse come in Germania, dove le bollette di dicembre le paga lo Stato, ma ci aspettavamo almeno un passettino in più».

Alcune misure importanti restano però in campo. Nella nota sull’aggiornamento dei prezzi, l’Arera ricorda che, «come previsto dal Decreto Aiuti-bis», anche per il quarto trimestre 2022 l’Autorità ha «azzerato gli oneri generali di sistema anche per il gas e confermato il potenziamento del bonus sociale per le famiglie con un livello Isee fino a 12.000 euro (20.000 euro per le famiglie numerose), erogati automaticamente in bolletta agli aventi diritto a condizione che abbiano richiesto un Isee per l’anno 2022. È confermata anche la componente negativa UG2 (una voce che sconta il prezzo della materia prima, ndr) per i consumi di gas fino a 5.000 smc/anno e la riduzione Iva sul gas al 5%».

Nelle scorse settimane sempre l’Unione nazionale consumatori aveva stimato che l’inflazione in provincia di Bergamo si traduce in un aumento del costo della vita su base annua pari in media a 2.558 euro: appunto, è la conferma che in una famiglia media le tredicesime se ne andranno appunto per far fronte agli aumenti delle spese in questo 2022

Allarme tredicesime

E se l’Istat ha certificato proprio nei giorni scorsi un’inflazione ormai costantemente a due cifre, ne consegue un altro effetto: le tredicesime – per chi le riceve – saranno virtualmente «bruciate» dai rincari patiti durante tutto l’anno. A livello nazionale, per esempio, Confcommercio calcola che «inflazione e caro bollette peseranno per le famiglie per 13,5 miliardi sulle tredicesime». Il tema è concreto. Nelle scorse settimane sempre l’Unione nazionale consumatori aveva stimato che l’inflazione in provincia di Bergamo si traduce in un aumento del costo della vita su base annua pari in media a 2.558 euro: appunto, è la conferma che in una famiglia media le tredicesime se ne andranno appunto per far fronte agli aumenti delle spese in questo 2022.

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