Giornata del Seminario, si rinnova il legame con le parrocchie

L’INIZIATIVA. In città nelle Messe del fine settimana le testimonianze di alcuni giovani seminaristi. Un’occasione per riflettere sul tema vocazionale.

Sabato e domenica torna nelle parrocchie della città un appuntamento classico, figlio del legame di lunga durata tra l’esperienza del Seminario e la realtà diocesana. È la Giornata del Seminario, istituita dal Vescovo Clemente Gaddi sul finire degli anni Sessanta. Allora lo scopo era di sensibilizzare le parrocchie in merito al sostegno, anche economico, attraverso cui contribuire alle spese della struttura da poco rinnovata. Oggi la Giornata assume ulteriori significati, che le permettono di attirare l’attenzione sul tema vocazionale e sull’opportunità di continuare a custodire l’esperienza della formazione di nuovi sacerdoti.

Il calo delle vocazioni

È sotto gli occhi di tutti il calo del numero dei preti. Le ragioni sono diverse, implicate tra loro e non tutte così chiare. Si fanno meno figli. Si vive in una società più plurale – a livello di idee, di fede e di appartenenze. Si avverte meno il contributo che la religione cristiana riesce a dare alla crescita effettiva dei piccoli, in un contesto in cui la felicità e la carriera personale – prima scolastica e poi lavorativa – sembrano essere le prospettive educative su cui si raggiunge il maggior consenso riguardo al senso della vita. Si percepisce, forse, come l’essere prete sia una forma di vita esigente e un po’ anacronistica, che ha mostrato in diverse occasioni anche degli aspetti che suscitano domande e perplessità. Così, si è finito per dare per scontato e per proporre a bassa voce ciò che, invece, per una comunità cristiana rimane fondamentale. Con il risultato che questo percorso è diventato invisibile, poco conosciuto ed estraneo al senso comune.

Come è organizzato il seminario di Bergamo

Il Seminario di Bergamo è diviso in due grandi parti: i ragazzi che frequentano le medie e le superiori, e i giovani universitari che studiano teologia. Innanzitutto, il seminario dei ragazzi: è un’esperienza residenziale che non intende plagiare i piccoli affinché diventino preti in miniatura. Piuttosto, attraverso lo studio, la scuola, la preghiera, lo sport e la vita insieme si cerca di aiutare i ragazzi a maturare quei criteri che servono per scegliere di sé e del proprio futuro non in termini di autorealizzazione e di egoismo, ma di dono e di servizio. Poi, se dentro questo orizzonte qualcuno vorrà pensare al sacerdozio, le porte del seminario dei grandi sono aperte. Questa è la seconda parte: i giovani che lo desiderano vengono formati per diventare preti, per riconoscere se davvero è la strada che fa per loro e per sviluppare quelle competenze che servono per stare in modo non sprovveduto dentro le parrocchie di oggi.

Il Seminario di Bergamo ha garantito nei decenni non solo un numero significativo di sacerdoti – cosa che ha permesso di sentire la Chiesa vicina, vivace, capillare e attenta ai giovani – ma anche il tratto bergamasco dell’essere prete: una fede che spontaneamente si è legata non solo a quanto accade dentro le mura della chiesa (le preghiere, la liturgia e la celebrazione dei sacramenti), ma che si è mescolata con l’esistenza quotidiana – con i campi da calcio e gli oratori, con i cinema e i campi scuola, con l’aiuto agli ultimi e la cultura, con le scuole e gli spazi informali. Una fede a portata di mano ed entusiasmante, raccontata attraverso un ministero generoso e appassionato, con le maniche rivoltate indietro.

Forse, anche oggi non è sparito il bisogno di un cristianesimo così. E quindi di preti così. Perché non si è eclissata la bellezza di comunità cristiane che vivono in questo modo, né l’arricchimento umano e spirituale che vengono dal poter fare esperienze tali. Non è nostalgia per i bei tempi andati: è desiderio di un futuro che possa essere bello quanto lo è stato il passato a cui la terra di Bergamo è grata e debitrice. È il desiderio che i nostri ragazzi possano trovare quanto ha fatto bene a noi. Certo, sicuramente anche qualcosa d’altro e qualcosa di più. Ma niente di meno.

La Giornata del Seminario

Ecco perché la Giornata del Seminario torna a mettere sotto i riflettori il tema scottante della vocazione nei suoi due sensi – la scelta di sé in ottica cristiana e l’orizzonte sacerdotale: sono due aspetti che oggi acquistano ancora più importanza in vista della grande sfida che è aiutare i ragazzi a scegliere cosa fare da adulti dentro un futuro che sembra essersi inceppato.

Durante questo weekend, dunque, alcuni seminaristi terranno una testimonianza nelle Messe parrocchiali della città. Ci sarà poi l’opportunità di un incontro con i ragazzi, e di un momento con pre-adolescenti e adolescenti. Il formato di questa Giornata viene replicato ogni fine settimana nelle diverse zone della diocesi: è l’occasione che permette anche di conoscere quali attività durante l’anno vengono proposte per riflettere sul Seminario e sulla questione vocazionale – la cena con delitto per adolescenti, l’Orientafest per le terze medie, la rivista digitale e la festa di Clackson per i chierichetti, gli incontri vocazionali mensili in cui è possibile trascorrere una giornata in Seminario per scoprire il suo progetto formativo.

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