Il «caro bollette» non risparmia le scuole, per le superiori il conto raddoppia

L’emergenza. La Provincia passa dai 2,9 milioni del 2019 ai 6,2 di quest’anno, per materne e istituti comprensivi Palafrizzoni prevede mezzo milione in più.

Sulla ripresa scolastica, oltre alla variabile Covid, incombe quella energetica. Non è in discussione la carica positiva con cui studenti e insegnanti si apprestano a ripartire, ma il caro-bollette che, oltre a pesare su famiglie e imprese, non risparmia gli istituti scolastici. Ne sanno qualcosa Provincia e Comuni, gli enti preposti a sobbarcarsi la spesa per riscaldamento e luce di aule e palestre.

Scuole superiori

Via Tasso - sotto cui l’ala ricadono 48 sedi di scuole superiori - sta già da mesi «rincorrendo» i rincari galoppanti. «Con la variazione di bilancio di maggio siamo già arrivati a una spesa di 4,6 milioni di euro; a luglio, con una nuova manovra, abbiamo già stanziato ulteriori 600mila euro», fa presente Umberto Valois, consigliere provinciale delegato all’Edilizia scolastica, che aveva già sollevato la questione in un recente Consiglio. E le previsioni per i prossimi mesi non sono rosee: «Per far fronte alle spese dell’autunno-inverno abbiamo stimato un ulteriore incremento di un milione di euro. Ma è appunto solo una stima, potrebbe essere di più: a settembre faremo il punto della situazione per verificare i reali rincari sulla base delle bollette che arriveranno». I confronti con gli anni passati sono presto fatti: se nel 2019 la voce di bilancio per riscaldamento ed elettricità degli edifici scolastici ammontava a 2,9 milioni di euro, ora in pratica il costo è raddoppiato.

«Dal ministero per ora sono arrivati quasi 1,3 milioni di euro di ristori per garantire la continuità dei servizi erogati. Nonostante la Provincia sia in difficoltà sul fronte delle entrate, garantirà la priorità al contrasto del caro-bollette e al pagamento delle bollette degli istituti scolastici per garantire la ripresa dell’anno scolastico all’insegna della normalità»

«Fatta salva la flessione del 2020, quando la spesa era scesa a 2,5 milioni di euro per le chiusure e i lockdown – ricorda Valois –, nel 2021 abbiamo impegnato 3,5 milioni di euro e per il 2022 siamo arrivati a 5,2 milioni, con la previsione, appunto, di un ulteriore milione da aggiungere». Una situazione che grava non poco sulle finanze provinciali. «Dal ministero per ora sono arrivati quasi 1,3 milioni di euro di ristori per garantire la continuità dei servizi erogati. Nonostante la Provincia sia in difficoltà sul fronte delle entrate, garantirà la priorità al contrasto del caro-bollette e al pagamento delle bollette degli istituti scolastici per garantire la ripresa dell’anno scolastico all’insegna della normalità», assicura Valois. Con un appello al governo centrale: «È auspicabile un intervento a contrasto del caro-bollette e la messa a disposizione degli enti locali di bandi ad hoc per l’efficientamento energetico degli edifici scolastici. La Provincia è già impegnata su questo fronte, ma servono più incentivi. È importante che i provvedimenti siano tempestivi, perché a lungo andare, con questo trend sempre in crescita, le difficoltà saranno sempre più evidenti».

Scuole di primo grado

Anche per Palafrizzoni è arrivata la stangata: il bilancio ha visto incrementare di 3 milioni complessivi le spese energetiche rispetto al 2019. «Coperte» con 2 milioni di euro di avanzi dei fondi per l’emergenza Covid e con la quota di ristoro statale. La scuola - in questo caso si parla soprattutto degli istituti di primo grado, quelli di competenza del Comune - è anche qui la parte più «energivora». Per una sessantina di edifici scolastici (dai nidi alle medie) la spesa per tutte le utenze nel 2021 è stata di quasi 2,5 milioni di euro: si stima un aumento di circa 500mila euro da qui a inizio 2023, «sempre che non ci siano disposizioni normative di contenimento», precisano da Palafrizzoni.

«Il primo obiettivo è tenere aperte le scuole, ora che tutto sta ripartendo»

«Non c’è dubbio – conferma l’assessore all’Istruzione Loredana Poli – che l’impatto della “scuola” sul bilancio comunale sia molto forte. Le voci sono due: le utenze e l’assistenza scolastica. Se si considera che, stando alla normativa attuale che prevede un rapporto 1 a 1 tra assistente e alunno disabile, i Bilanci comunali rischiano di andare in default nel 2026 per questa voce, con l’aggiunta dei rincari delle bollette la situazione rischia davvero di diventare esplosiva». Anche l’assessore Poli non ha dubbi: «Il primo obiettivo è tenere aperte le scuole, ora che tutto sta ripartendo». Certo il momento «è complesso e delicato», per questo l’appello va in doppia direzione: «Qualche provvedimento del governo deve esserci, ma è anche l’occasione per ripensare un po’ i proprio stili di vita, sia a casa sia negli ambienti pubblici, come possibile risposta per risparmiare ed evitare gli sprechi».

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