Il «Don Giovanni» in salsa orobica fa il bis per la solidarietà mercoledì 17 maggio

L’EVENTO. Medici e imprenditori sul palco del Qoelet di Redona per aiutare due associazioni che si occupano di disabilità e dipendenze.

Una nobile causa – aiutare due associazioni che si occupano di disabilità e dipendenze – e tanta voglia di condividere un’esperienza diversa con un gruppo di amici. È ciò che ha spinto Carlo Saffioti e una decina tra professionisti, imprenditori e commercianti a rimettersi su un palco, dando nuova linfa all’idea della compagnia Autoteatro, che prima del Covid aveva già messo in scena un paio di rappresentazioni. Stavolta l’asticella si è alzata, con una rivisitazione in salsa orobica del Don Giovanni di Mozart. E dopo il debutto di fine aprile, mercoledì 17 maggio si replica al Qoelet di Redona (ore 20.45, ingresso libero), con l’obiettivo di far salire la dote di 8mila euro raccolta attraverso le offerte libere al cineteatro Gavazzeni di Seriate.

Soldi che saranno destinati alle associazioni Tempo di agire di Seriate (a sostegno dei portatori di disabilità) e Atena di Bergamo (associazione di genitori per la prevenzione alle dipendenze), «con un regalo – dice Saffioti – ai ragazzi della Fondazione Bosis, che hanno ospitato le prove». Sul palco Roberto Catellani, Loris Ferro, Roberto Monti, Roberto Consonni, Enrica Foppa Pedretti, Silvia Cosi, Daniela Confalonieri, Orietta Rota, Maria Grazia Gambarara, Monica Marconi.

Unici professionisti, la regista Silvia Barbieri, con la partecipazione di Alessandra Pievani, e lo scenografo Alfo Angelo Andreoli. In 4 si divideranno il ruolo del protagonista: «Tanti ne servivano per fare un Don Giovanni – scherza Saffioti, alludendo alle imprese da seduttore del celebre personaggio –. Certo di Gassman ne sarebbe bastato uno solo…». Ma lui era anche attore. Psichiatra e con una carriera da politico e amministratore alle spalle, Saffioti è un (quasi) improvvisato del palcoscenico: «Per me la parola attore è grossa. È un momento di evasione per condividere una passione con tanti amici e provare a fare qualcosa di buono». Meglio sul palco teatrale o su quello della politica? «Questo per noi è solo un divertimento, di sicuro la politica dovrebbe fare molto meno teatro».

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