Il pellegrinaggio dei giovani a Roma con il Vescovo: «La vita è un mistero da amare» - Video

IL VIAGGIO. La catechesi del Vescovo Beschi ai giovani bergamaschi sull’esempio di San Luigi Palazzolo e il crocifisso. «Il pellegrino è colui che lascia tutto per andare incontro a Gesù». L’emozione di attraversare insieme la Porta Santa.

Durante il mandato consegnato ai giovani bergamaschi la sera dell’arrivo a Roma, il Vescovo Francesco Beschi ha augurato loro di vivere il Giubileo da pellegrini, ovvero come persone destinate a una meta che è l’incontro. Neanche dodici ore dopo, monsignor Beschi torna a rimarcare i passi dei giovani scendendo nel significato più profondo dello stile del pellegrino riassunto in una parola: lasciare.

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La vita è un mistero da amare

La prima catechesi del Vescovo Francesco con i giovani si è svolta nella chiesa di Sant’Eusebio all’Esquilino, un luogo che ha saputo raccontare ciò a cui un pellegrino è chiamato grazie alle parole del Vangelo e a un crocifisso legato a un santo originario della terra bergamasca. «Cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?» è la provocazione tratta dal Vangelo di Luca che ha innescato la riflessione nei giovani presenti. «Queste parole che noi chiamiamo Vangelo sono una meraviglia che continua a stupirmi – spiega monsignor Beschi –. Nel brano che abbiamo appena ascoltato c’è un giovane ricco che chiede a Gesù cosa deve fare per avere la vita eterna. La risposta del maestro la conosciamo bene: “Vendi tutto quello che possiedi”. La vita eterna non si può comprare. La vita è un mistero da amare e come tale può essere solo donata dalla sorgente inesauribile che è Dio, è Lui che è venuto per donarcela in abbondanza».

La vita eterna, però, è una vita vissuta in pienezza

Alzando lo sguardo dal leggìo, monsignor Beschi incrocia non solo gli occhi dei suoi giovani, ma anche il crocifisso di fronte al quale San Luigi Palazzolo ha scoperto la sua vocazione e la sua missione indirizzata ai più poveri. Proprio pregando e lasciandosi ispirare dallo stesso brano di Vangelo su cui hanno riflettuto i giovani, il Santo ha vissuto secondo lo stile del pellegrino: «Vendi» e «Seguimi». «Delle volte corriamo il rischio di pensare alla vita eterna come un tempo lontano – ha proseguito il Vescovo –. La vita eterna, però, è una vita vissuta in pienezza, è un momento e per raggiungere quell’istante occorre spogliarsi di tutto».

«Cosa significa per ciascuno vendere tutto? Per San Luigi Palazzolo – ha sottolineato il Vescovo indicando il crocifisso – ha voluto dire lasciare ogni cosa per seguire Gesù in mezzo

«Ecco qual è la caratteristica principale di un pellegrino: lasciare».

alla povertà. Ecco qual è la caratteristica principale di un pellegrino: lasciare. Nel nostro piccolo, anche noi abbiamo lasciato la nostra casa e le nostre comodità per giungere qui a Roma per il Giubileo. È un esercizio che ci avvicina allo stile del pellegrino che trova corrispondenza nel Vangelo in quel “Vendi” e “Seguimi”. Pensiamo a quante difese abbiamo eretto nella vita per mantenere la nostra dignità oppure solo per orgoglio: Gesù ci sprona a lasciare. Quante volte abbiamo avuto paura e Dio, ancora una volta ci ha risposto “Vendi” e “Seguimi”. Proviamo, cari giovani, a lasciare tutto come dei veri pellegrini per andare incontro a Dio».

Alla Basilica di Santa Maria Maggiore

Dai passi scritti nel Vangelo, nella storia e tra gli appunti dei giovani, si è passati a un cammino concreto che ha portato i bergamaschi a raggiungere la Basilica di Santa Maria Maggiore guidati dalla croce. I 260 giovani bergamaschi si sono riversati per le strade di Roma in preghiera guidati dal canto «Emmanuel».

Attorno a loro la città proseguiva la sua vita caratterizzata dal ritmo frenetico, ma i pellegrini bergamaschi hanno rallentato il passo per pregare e attraversare insieme la Porta Santa. Qualcuno guardava incredulo, altri sono stati contagiati dal canto e altri ancora si sono fermati in preghiera, mentre la croce irrompeva nella quotidianità evitando un cartello stradale o chinandosi per passare sotto un tendone. Passo dopo passo, raccolti in preghiera, i pellegrini bergamaschi sono arrivati alla soglia della Porta Santa che hanno attraversato insieme al Vescovo Francesco. Una volta in basilica, i giovani hanno professato la loro fede assumendosi l’impegno di vivere il resto del Giubileo nello stile del pellegrinaggio in ogni momento, dalla catechesi ai canti, per le vie di Roma passando dalle piccole fatiche quotidiane fino a ogni singolo incontro.

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