Imprese, bruciati risparmi per 129 milioni. E il carovita frena la spesa delle famiglie

In Bergamasca. I dati di Bankitalia: in 4 mesi le aziende hanno attinto alle casse per far fronte ai costi lievitati. Martini (Unibg): «I cittadini invece hanno “messo via” spaventati dalla crisi». Depositi in totale calati di 111 milioni.

Oltre cento milioni di euro nel giro di quattro mesi. La crisi presenta anche questo conto: tra la fine di giugno e la fine di ottobre 2022, in Bergamasca la mole dei depositi bancari – in altri termini, i risparmi – s’è assottigliata di 111 milioni di euro. Al 30 giugno, infatti, sui conti correnti dei bergamaschi risultavano 37,637 miliardi di euro: al 31 ottobre (ultimo dato disponibile) questa ricchezza s’è assottigliata scendendo a 37,526 miliardi di euro. Le dinamiche del risparmio s’intrecciano a una congiuntura economica che si è fatta di nuovo complicata, e che proprio tra l’estate e l’autunno ha vissuto un aggravarsi di cui oggi si scorgono ulteriori riflessi.

La prospettiva del risparmio è però sfaccettata: quel che emerge, disaggregando i dati complessivi della Bergamasca, è che sono stati intaccati soprattutto i depositi delle imprese, mentre quelli delle famiglie sono aumentati. Ecco la doppia velocità: le aziende prelevano dalle proprie riserve per far fronte all’aumento dei costi, le famiglie scelgono di essere più «formichine» per timore di un peggioramento della situazione. «I risparmi sono utilizzati solitamente o per far fronte alle spese impreviste, e in questo caso parliamo di risparmio precauzionale, o con finalità di investimento, e vale sia per le famiglie sia per le imprese», è il punto di partenza tracciato dal professor Gianmaria Martini, direttore del Dipartimento di Scienze economiche dell’Università degli Studi di Bergamo.

Imprese in difficoltà

Il dato aggregato della Banca d’Italia comprende appunto tante voci. Se si «estrae» il dato delle sole imprese private, emerge una riduzione dei depositi bancari di 129 milioni di euro in quattro mesi. «La grande crisi energetica ha generato un aumento delle spese a livello imprevedibile, da un lato mitigato dall’intervento rilevante del governo, ma comunque senza precedenti – riflette Martini -. L’aumento dell’energia si è poi riversato su tutto il resto: questa situazione ha portato le imprese ad attingere a quei fondi che avevano accantonato per le spese precauzionali. Così si spiega la complessiva riduzione dei depositi bancari tra le imprese». Anche altre categorie, dalle amministrazioni pubbliche alle società puramente finanziarie, hanno evidenziato una tendenza di diminuzione dei propri depositi bancari: in totale, sommando la «perdita» delle aziende a quelle di altre realtà diverse dalle famiglie (cioè diverse dal consumatore privato), si arriva a una flessione di questi depositi bancari bergamaschi pari a circa 200 milioni di euro.

Famiglie «formichine»

E perché, invece, il dato complessivo parla di una riduzione dei depositi pari a «solo» 111 milioni di euro? Perché c’è un’altra voce da considerare, peraltro tra le più consistenti: i depositi bancari afferenti alle famiglie – si considera sempre il periodo da fine giugno a fine ottobre – sono in realtà aumentati, e anche di parecchio. Sono passati da 25,851 a 25,957 miliardi di euro, con un saldo positivo di 106 milioni di euro (e dunque, mettendo «in colonna» la riduzione di imprese, società finanziarie e amministrazioni pubbliche con l’incremento delle famiglie si arriva al dato complessivo di -111 milioni di euro). Le famiglie dunque hanno scelto di risparmiare nei mesi a cavallo tra estate e autunno, e ci sono riuscite.

«Rispetto alle imprese – ragiona Martini -, sono risultate un po’ più protette. Per esempio sulle bollette si sono avuti degli interventi dello Stato, una parte degli utenti era protetta da contratti a prezzi fissi e un’altra parte delle famiglie è ancora in regime di tutela. Influiscono poi altri elementi: le famiglie hanno maggiore facilità nel riaggiustare la spesa, quindi hanno reagito all’aumento dei prezzi scegliendo di limitare alcune spese, considerate superflue, senza intaccare i risparmi. Si osservano comportamenti precauzionali, con una maggiore propensione al risparmio dovuta al timore di un aggravarsi della situazione economica».

La tendenza italiana

Italiani, popolo di risparmiatori. La crisi però morde ovunque, e Bergamo rispecchia sostanzialmente la tendenza nazionale. A livello italiano, sempre da fine giugno a fine ottobre emerge un calo dei depositi bancari pari a 14 miliardi di euro (da 2.096 miliardi a 2.082 miliardi), peraltro con una accelerazione negli ultimi mesi. Sono le imprese ad attingere ai propri risparmi, perché invece le famiglie italiane hanno complessivamente aumentato i propri depositi.

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