In stazione riapre il «Posto caldo» dove il cibo è incontro

Bergamo.Dopo due anni di stop per il Covid torna il servizio mensa per i più poveri voluto da don Fausto Resmini.

È stata inaugurata nella sera della Vigilia di Natale la mensa Posto Caldo - Don Fausto Resmini, in stazione. Una ripresa attesa, dopo due anni e mezzo di chiusura a causa delle restrizioni per il Covid. In tutto questo tempo il servizio non si è mai interrotto con la distribuzione dei pasti nel sacchetto «ma è un’altra cosa rispetto al poter offrire un luogo riscaldato in cui le persone possono sedersi, vengono servite al tavolo e cenano con più calma – ha detto don Dario Acquaroli, direttore del Patronato San Vincenzo di Sorisole –. L’obiettivo non è solo somministrare un pasto, ma avere la possibilità di incontrare le persone, scambiare due parole, proprio come don Fausto ci ha insegnato e come operatori e volontari desiderano fare. Qui vengono accolti tutti, senza alcun limite. E per alcuni è l’unico momento per stare un po’ al caldo».

«L’organizzazione»

«Le persone non hanno solo bisogno di mangiare, hanno bisogno di essere ascoltate ed è la cosa più difficile, non si deve andare prevenuti, con l’idea di avere in tasca le soluzioni di grossi problemi che non risolveremo. Per incontrare i poveri bisogna abbassarsi, mettersi a disposizione»: questa è una delle frasi di don Fausto riportate su pannelli appesi alle pareti con alcune foto che lo ritraggono. «Don Fausto è molto presente – sottolinea don Dario – non solo come ricordo, ma per richiamare a chi entra nella mensa, ospiti, operatori o volontari, quali sono le fondamenta dei suoi insegnamenti». «Abbiamo rinnovato il locale – aggiunge Fabio Defendi, referente del servizio Esodo che gestisce la mensa –, imbiancando le pareti e ponendo delle foto con alcune parole di don Fausto. Molte persone che entrano per la prima volta oggi non lo hanno conosciuto, in questi due anni c’è stato un forte ricambio. Sono cinquanta i posti seduti a disposizione, con il servizio che inizia alle 19,30 con due-tre turni ogni sera e a pranzo, quando la mensa dei frati cappuccini è chiusa, come a Santo Stefano». Dalle 20,30 vengono comunque distribuiti anche i sacchetti per chi preferisce stare fuori o per il pranzo del giorno successivo. La mensa, aperta 365 giorni all’anno, è uno dei servizi che fanno parte di Esodo, sostenuto dalla sinergia di enti quali Patronato San Vincenzo, Fondazione Don Resmini, cooperativa Mosaico, associazione «In strada».

«Tessere relazioni»

Presente alla riapertura l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Bergamo, Marcella Messina: «Viene restituito oggi alla città un luogo di comunità e integrazione, che risponde al tema della povertà sempre più importante, non solo in termini materiali, ma soprattutto relazionali. Non è un caso che molte persone mostrino problemi di dipendenza da alcol e sostanze. Il bisogno è più complesso; a questo il servizio Esodo, che ha la titolarità di gestione della mensa, potrà dare risposte immaginando in questo spazio altre attività, anche durante il giorno, in continuità con la progettualità di Esodo». Nella serata della Vigilia un momento di festa è stato portato anche dei musicisti della Banda larga di Monterosso, che si sono esibiti per gli ospiti del Posto Caldo, mentre la cena di Natale è stata offerta, come ormai da 11 anni, da Claudio Austoni, ristoratore di Seriate che con lo staff del suo locale - il McMaier’s - si occupa di preparate il cibo e servirlo per la sera di Natale.

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