Incidenza Covid, Bergamo sempre più giù. Meglio di noi solo la provincia di Cosenza

Nel nostro territorio 413,7 casi ogni 100mila abitanti: penultimi a livello nazionale. Il «Papa Giovanni» punta ad aumentare l’attività. Pezzoli: persi 60 interventi a settimana

La quarta ondata della pandemia è una fiamma che si sta affievolendo: continua la discesa dei contagi e per Bergamo l’incidenza su 100mila abitanti è tra le più basse d’Italia, per l’esattezza si è arrivati a 413,7, il penultimo valore tra le province del Paese, meglio ha fatto solo Cosenza, con 135,5; questo mentre in Lombardia c’è Lecco a 416,7, Sondrio 452,5, Brescia a 568,2, Cremona a 531,1, Milano a 486,6, Monza e Brianza a 464,5. Ieri il numero di nuovi positivi al coronavirus registrati in Lombardia si è attestato a 5.247 (mentre sabato si era a 6.516 nuovi casi) a fronte di 63.863 tamponi effettuati. In Bergamasca i nuovi casi di infezione ieri sono arrivati a 457, oltre 100 in meno di sabato, quando erano 564 i contagi registrati, ed era dal 21 dicembre - escludendo i lunedì e i giorni festivi, quando i tamponi analizzati sono tradizionalmente meno - , che la terra orobica non contava così pochi contagi in 24 ore.

Numeri sempre più confortanti, e la sensazione di aver imboccato la discesa dopo il «boom» di Omicron esploso da dicembre 2021 in avanti, è rafforzata anche dalla discesa dei ricoveri in tutta la regione: ieri i pazienti con sintomi Covid negli ospedali lombardi erano 1.934 nei reparti ordinari (114 in meno di sabato) e 170 nelle Terapie intensive (-3 rispetto a sabato).

Letti da riconvertire

Per quanto riguarda l’Asst Papa Giovanni di Bergamo la situazione dei ricoveri è stabile: ieri pomeriggio i ricoverati erano 120 nei reparti ordinari (di questi 33 malati Covid in Malattie infettive e 30 nella Torre 2 al terzo piano, più 10 nei letti di subintensiva in Pneumologia), e 19 nella Terapia intensiva: numeri pressoché uguali a quelli registrati sabato. «In quest’ultimo fine settimana abbiamo ricoverato in poco più di 48 ore solo tre persone, un trend che ci rende ottimisti rispetto a una sempre più concreta possibilità di un calo della pressione ospedaliera – sottolinea Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo –. Questo ci sta portando a valutare una sorta di “road map” per arrivare alla ripresa al 100% dell’attività chirurgica. Attualmente siamo all’80%, l’obiettivo è quello di salire al 90% nella prossima settimana, sempre che il calo dei ricoveri continui. Puntiamo a riconvertire progressivamente i letti dei due grandi reparti Covid che abbiamo ancora attivi al “Papa Giovanni”, per poter quindi tornare a destinarli alla chirurgia, in modo da aumentare il numero degli interventi progressivamente nelle diverse specialità. Ora le due grandi aree Covid sono quelle in Malattie infettive, dove su 38 letti se ne sono già liberati 5, e quello nella Torre 2 al terzo piano che originariamente aveva 44 letti e ora ne abbiamo 30 attivi. Restano, ovviamente, e lo resteranno per diverso tempo, le aree Covid ricavate nei vari reparti, dalla Psichiatria alla Pediatria, dalla Neurologia alla Ginecologia, dove ricoveriamo i pazienti arrivati per altre patologie e scoperti positivi al Covid, ma senza sintomi. In questo modo vengono accolti nei reparti di competenza e possono essere seguiti direttamente dagli specialisti, con una ottimizzazione dell’assistenza e dell’organizzazione delle risorse».

Tempi lunghi di recupero

L’Asst Papa Giovanni, quindi, sta puntando a ritornare a un’attività a pieno regime, con una visione del futuro improntata a un accorto ottimismo. «Con una punta anche di realismo – rimarca Pezzoli –: negli ultimi tre mesi del 2021 eravamo riusciti ad effettuare oltre 530 interventi chirurgici in più: la pressione dei ricoveri Covid e la riduzione dell’attività determinata dall’ondata della variante Omicron hanno in pratica azzerato il vantaggio e ora ci vorrà parecchio tempo per recuperare gli interventi arretrati; i numeri sono piuttosto chiari, con la riduzione all’80% abbiamo perso almeno 60 interventi a settimana, e la quarta ondata è in corso da prima di Natale, sarà complicato e soprattutto non rapido recuperare. Le prestazioni ambulatoriali non hanno mai subito riduzioni, anche se sono state rallentate; alcune specialità, come la Senologia, oltre all’emergenza e urgenza e all’area oncologica, sono sempre rimaste al 100% dell’attività chirurgica, lo stesso non è stato per molte altre aree. Ora puntiamo a ritornare a pieno regime, speriamo entro marzo. Non riapriamo al momento alle visite dei parenti: valuteremo come procedere nella prossima Unità di crisi. Sarà importante vedere come evolverà la pressione dei ricoveri Covid nelle prossime giornate: teniamo presente che restano ancora 19 pazienti in Terapia intensiva, e non è un numero basso».

In tutta la Bergamasca il numero dei ricoverati per Covid resta stabile a poco più di 300 pazienti: ieri, oltre ai malati accolti al «Papa Giovanni» di Bergamo, erano 57 (uno in meno di sabato) i pazienti nei presidi dell’Asst Bergamo Est (3 nella Terapia intensiva di Seriate e sempre a Seriate 7 nei reparti ordinari, altri 30 ad Alzano Lombardo e 18 subacuti a Lovere), mentre nelle altre strutture gli ultimi aggiornamenti indicavano inoltre 30 pazienti all’Humanitas Gavazzeni, una trentina di sub-acuti al Policlinico San Marco e 10 sub-acuti al Policlinico San Pietro, oltre a 37 acuti all’ospedale di Treviglio e 12 sub-acuti all’ospedale di Romano per quanto riguarda l’Asst Bergamo Ovest.

I numeri che caleranno per ultimi saranno quelli dei decessi: ieri in Lombardia ne sono stati contati 27 (erano 45 quelli di sabato), e purtroppo ben 4 vittime sono nella Bergamasca.

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