Infarto al bar, salvato da un infermiere.
«È il mio lavoro, ma che soddisfazione»

Piazza Pontida. Daniele Trucchi ha praticato il massaggio cardiaco e utilizzato il defibrillatore su un uomo di 67 anni. La moglie ha pubblicato un post su Facebook: grazie, sei stato un angelo.

Era in un bar di piazza Pontida con la mamma e la sorella e stava pagando alla cassa, quando un uomo seduto a un tavolino con la moglie e la cognata si è sentito male e si è accasciato a terra. Daniele Trucchi, infermiere di 35 anni del reparto di rianimazione cardiochirurgica dell’Humanitas Gavazzeni, non ha esitato un istante. Prima con il massaggio cardiaco e poi con il defibrillatore, è riuscito a salvare la vita all’uomo, un 67enne di Villa d’Almè. Quando si dice la persona giusta al momento giusto. Questione di routine per lui, di vita o di morte per l’uomo a terra privo di sensi e per i suoi familiari che hanno assistito disperati alla scena.

Dopo gli anni della pandemia, in cui siamo stati abituati a chiamare medici e infermieri «eroi», questa storia a lieto fine mette ancora una volta in risalto il prezioso lavoro di chi ogni giorno cura e salva vite. «Sono originario di Piacenza e da due anni mi sono trasferito a Bergamo – spiega Trucchi –. Lavoro in rianimazione alle Gavazzeni e sono abituato a gestire situazioni di emergenza, ma in reparto posso contare su medici, colleghi, strumentazione adeguata. In quel bar invece è stato tutto più difficile, ho avuto i nervi saldi e ho fatto il mio dovere, e il defibrillatore è stato di fondamentale importanza. È vero che è il mio lavoro ma è sempre bello sapere di aver salvato una persona».

Trucchi ripercorre quei drammatici momenti. Erano le 15 di sabato scorso: «Stavo pagando quando mia mamma mi ha avvertito che un signore aveva bisogno d’aiuto. Ho visto che l’uomo era a terra e la situazione era grave, non aveva segni di coscienza. Un ragazzo ha chiamato il Nue 112 e io mi sono qualificato e gli ho praticato il massaggio cardiaco. Nel frattempo, non so chi li abbia avvertiti ma sono stati provvidenziali, sono arrivati gli agenti della Polizia locale che sono andati a prendere il defibrillatore che si trova poco lontano». Il Dae è posizionato sotto i portici, vicino alla chiesa di San Leonardo. Questione di pochi istanti Trucchi lo ha avuto tra le mani. «È un apparecchio automatico che fa l’analisi del ritmo cardiaco e ti dice se la scarica è consigliata – prosegue Trucchi –. Mi ricordo di avergli dato tre scariche, poi è arrivata l’ambulanza e lo hanno portato all’ospedale Papa Giovanni». Trucchi per qualche giorno ha cercato di avere notizie sulle condizioni del 67enne, ma dopo qualche telefonata andata a vuoto ha perso le speranze. Finchè ha visto su un gruppo Facebook il post della moglie dell’uomo: «Volevo ringraziare, sperando che legga questo messaggio, l’infermiere che sabato pomeriggio in piazza Pontida ha salvato la vita a mio marito colto all’improvviso da arresto cardiaco e infarto. Grazie di cuore, sei stato un angelo».

«L’ho contattata in privato – conclude Trucchi – e mi ha detto che il marito stava meglio e si ricordava tutto. Spero di poterlo sentire di persona quando si riprenderà e tornerà a casa. Ero già contento sapendo di averlo salvato, mi ha fatto ancora più piacere avere aggiornamenti sulle sue condizioni. Ma non sono un eroe, ci tengo a sottolineare che noi infermieri, medici, oss, ci siamo sempre, non sono il primo né sarò l’ultimo a fare una cosa del genere».

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