Influenza, i contagi sono da record. Ma le vaccinazioni calano del 4,7%

I DATI. Da dicembre a metà gennaio 105mila bergamaschi a letto. Lombardia, le somministrazioni a -9%. Carrara (Fimmg): «Più coperti gli anziani». Giupponi (Ats): «Importante proteggersi».

Dopo il picco, ora la curva dell’influenza e delle altre sindromi respiratorie ha imboccato la strada della discesa. Ma perché quei virus hanno fatto così breccia, nelle scorse settimane? Superata la fase più acuta, l’«indizio» impresso nei numeri ufficiali è che abbia avuto un ruolo anche la copertura vaccinale più bassa rispetto a un anno fa. I dati di Regione Lombardia, aggiornati al 15 gennaio 2024, danno conto di 195.228 bergamaschi che hanno aderito all’antinfluenzale, mentre un anno fa la campagna si era chiusa a 204.943 somministrazioni: vero che formalmente è ancora possibile vaccinarsi, ma l’effetto di sanità pubblica lo si ottiene principalmente vaccinandosi a inizio stagione, e così al momento il bilancio è in flessione del 4,7% (9.715 vaccinazioni «mancanti»). In proporzione però la Bergamasca ha fatto meglio della media, visto che in tutta la regione si contano poco più di 1,8 milioni di vaccinazioni antinfluenzali contro le oltre 2 milioni di un anno fa: la Lombardia nel suo complesso segna un arretramento del 9,1%, quasi 183mila vaccinati in meno. Un bacino significativo in cui il virus ha evidentemente attecchito.

«Effetto stanchezza»

«Quest’anno è parso un po’ più difficile convincere i pazienti fragili a vaccinarsi – riflette Ivan Carrara, segretario della Fimmg Bergamo, il principale sindacato dei medici di medicina generale -. C’è un sentire comune di stanchezza, che ha portato alcuni ad allontanarsi dalla vaccinazione. Tra gli anziani la copertura è stata comunque buona, il calo sembra legato prevalentemente ai pazienti con patologie pregresse ma con età più giovane».

In campo c’è stata un’offerta vaccinale ampia, scattata il 1° ottobre 2023, col ruolo dei medici di base, delle farmacie e delle Asst. «Le vaccinazioni sono uno strumento di prevenzione importante, e richiedono la partecipazione attiva della rete dei servizi sanitari e dei singoli cittadini – commenta Massimo Giupponi, direttore generale dell’Ats di Bergamo -. I dati delle vaccinazioni antinfluenzali confermano come la nostra provincia abbia adesioni superiori ad altri territori della regione. La rete di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, che è stata scelta dal 68% dei vaccinati, continua a essere la modalità preferita dai cittadini per questo tipo di vaccinazione, anche se complessivamente registriamo una diminuzione di accessi rispetto allo scorso anno».

L’andamento dei contagi

A ridosso di Natale la circolazione dei virus influenzali e simil-influenzali ha toccato numeri senza precedenti, almeno per gli ultimi dieci anni. Sulla base del più recente report di Regione Lombardia riferito al periodo 8-14 gennaio 2024, si può stimare che in Bergamasca siano stati poco meno di 14mila i bergamaschi colpiti da questi virus nell’ultima settimana monitorata, mentre tra il 18-24 dicembre si era arrivati a quota 22mila; da dicembre a metà gennaio, sarebbero così in tutto oltre 105mila i bergamaschi contagiati. «Sicuramente hanno influito anche i contagi tra chi non si è vaccinato», ragiona Carrara. È l’esperienza concreta a far comprendere quanto sia importante la vaccinazione: «Quanto accaduto nelle scorse settimane, con molta gente a casa malata che ha anche determinato un aumento negli accessi nei pronto soccorso – rileva Giupponi -, dovrebbe invece indurre soprattutto le categorie più a rischio per patologie, e in generale gli over 60, a vaccinarsi: la vaccinazione continua ad essere lo strumento più efficace per proteggere se stessi e gli altri. Invito pertanto la popolazione a vaccinarsi, è un gesto di responsabilità a cui tutti siamo chiamati a partecipare».

Il Covid «dimenticato»

Ben più evidente è stato il calo delle vaccinazioni anti-Covid: la Bergamasca ha contato poco meno di 54mila adesioni tra ottobre 2023 e metà gennaio 2024, mentre nello stesso periodo a cavallo tra ottobre 2022 e gennaio 2023 le somministrazioni di quarte e quinte dosi (allora venivano «numerate», ora si è passati alla «formula» del richiamo annuale) erano state circa 75mila, con un arretramento del 28,4% (oltre 21mila in meno); Bergamo ha tenuto però meglio della media regionale, visto che in Lombardia le vaccinazioni anti-Covid sono calate del 34,3% (da 866mila a quasi 569mila, 297mila in meno).

«La vaccinazione anti-Covid presenta dati di accesso con una diminuzione importante rispetto allo scorso anno, in coerenza con quanto sta accadendo un po’ ovunque – osserva Giupponi -. Per le vaccinazioni Covid la rete delle farmacie utilizzata dal 58% dei vaccinati si sta dimostrando la soluzione più performante». «È importante ribadire quanto sia importante anche questa vaccinazione – rimarca Carrara -. Decisiva è la co-somministrazione: le disponibilità maggiori di dosi anti-Covid sono arrivate quando la campagna antinfluenzale era già partita, così è stato difficile riagganciare i pazienti per due vaccinazioni nel giro di poche settimane. Questo può essere uno spunto per l’anno prossimo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA