Interventi, le attese si sono accorciate: oltre il 70% degli oncologici è nei tempi

Ospedali. Al«Papa Giovanni» si è passati dal 40 al 74%. Pezzoli: «E per i casi non legati ai tumori siamo a più dell’82%». Per i tumori l’Asst Bergamo Est è all’88%.

I risultati si vedono, lo dicono i numeri: le nuove strategie adottate per accorciare i tempi di attesa per gli interventi, in primo luogo oncologici, stanno sortendo buoni effetti. All’Asst Papa Giovanni di Bergamo, con l’attivazione del programma di «recupero» indicato dalla Regione Lombardia (che ha stanziato fondi ad hoc), oltre il 74% degli interventi oncologici di classe A, cioè quelli che devono essere effettuati entro 30 giorni, rientra ora nei tempi fissati. «Stiamo facendo tutti gli sforzi possibili – sottolinea Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo –. Partivamo da un livello piuttosto basso, causato da diverse motivazioni, compresa quella che essendo un centro di riferimento anche per molte patologie tempo-dipendenti e un trauma center, dobbiamo fornire risposte immediate a prestazioni e richieste che inevitabilmente ne “scavalcano” altre, per urgenza. A questo vanno aggiunti i rallentamenti causati dalla pandemia, che ci ha visto in prima linea per oltre due anni. Partendo comunque dal dato del 40% di interventi oncologici di classe A con i tempi soddisfatti, ora abbiamo superato il 74%. Ed entro la fine dell’anno supereremo anche l’80%, che è l’obiettivo della Regione».

Aumento delle sedute

Un «salto di qualità» che è stato possibile, spiega Pezzoli «con l’aumento delle sedute chirurgiche, facendo interventi anche al sabato, con la razionalizzazione dell’iscrizione nelle liste d’attesa, facendo partire le attese da quando vengono completati gli accertamenti diagnostici, e con il rimborso extra stipendio delle ore effettuate in più dai professionisti per aumentare l’attività chirurgica. La Regione per l’abbattimento delle attese aveva stanziato per noi circa due milioni di euro, e li abbiamo utilizzati quasi tutti. Il nostro obiettivo è di consolidare i traguardi raggiunti, ma servono fondi».

Un «salto di qualità» che è stato possibile, spiega Pezzoli «con l’aumento delle sedute chirurgiche, facendo interventi anche al sabato, con la razionalizzazione dell’iscrizione nelle liste d’attesa, facendo partire le attese da quando vengono completati gli accertamenti diagnostici, e con il rimborso extra stipendio delle ore effettuate in più dai professionisti per aumentare l’attività chirurgica»

Le Unità più critiche

Nel dettaglio, rimarca Pezzoli «le tre Unità critiche dal punto di vista dei tempi di attesa oncologici erano Urologia, Senologia e Chirurgia plastica, quest’ultima peraltro anche perché siamo l’unico punto di riferimento provinciale: tutte e tre hanno migliorato sensibilmente grazie alle azioni intraprese in questi mesi come appunto le sedute aggiuntive, la revisione delle classi di priorità e la verifica della correttezza di inserimenti in lista d’attesa».

I non oncologici

Il «Papa Giovanni», inoltre, sempre in tema di tagli alle liste d’attesa ha raggiunto un altro traguardo: nel 2° semestre ha rispettato il tempo massimo nell’82,12% dei nuovi casi non oncologici, raggiungendo quindi l’obiettivo regionale fissato al 75%. In totale, oncologici e no, gli interventi effettuati in sedute aggiuntive dal 14 marzo al 31 agosto 2022 sono 423.

L’Asst Bergamo Est

Traguardi raggiunti, e superati, per l’Asst Bergamo Est (per l’Asst Bergamo Ovest non è stato possibile ottenere i dati; l’Azienda ha preferito non fornire le informazioni richieste, in attesa di un report definitivo): per gli interventi oncologici di classe A si partiva da una percentuale piuttosto bassa: solo il 46% rientrava nei tempi massimi fissati. «Da quella cifra di gennaio siamo arrivati fino al 91% – spiega Pietro Imbrogno, direttore sanitario dell’Asst Bergamo Est –. Purtroppo a luglio abbiamo poi registrato un calo, dovuto all’ondata estiva di Covid che ci ha visti particolarmente impegnati, sia perché abbiamo dovuto recuperare posti letto per i ricoverati positivi, sia perché avevamo oltre 35 operatori positivi. Ora siamo risaliti: ci attestiamo intorno all’88% per gli interventi oncologici di classe A. E per quelli non oncologici siamo sull’85%, ben al di sopra della soglia del 75% indicata dalla Regione».

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