
(Foto di Bedolis)
L’INTERVISTA. La sindaca Carnevali: «Il metodo Elena è fatto di pazienza, dialogo e scelte in tempi ragionevoli». «Trama e ordito di collaborazioni per dare risposte ai cittadini: la trasversalità è necessaria per governare».
È sabato pomeriggio, la sindaca Elena Carnevali è ancora in ufficio, a Palafrizzoni, prima di concedersi una domenica a Castione della Presolana, «buen ritiro» di famiglia. Sulla scrivania i dossier sottolineati e pieni di appunti. Gli angoli costellati di fiori e piante.
«Molti sono doni che continuano ad arrivare. Il Palazzo avrà bisogno di un intervento di manutenzione straordinaria, ma intanto è bello che la “casa comune” sia accogliente anche con un tocco floreale».
«L’attenzione ai dettagli, alla cura e alle piccole cose è una qualità femminile. Ho la testa attiva h24, anche quando vado in giro per la città osservo tutto, quello che va e quello che andrebbe migliorato. Credo che un buon “biglietto da visita” sia molto importante, quindi ci tengo all’ordine».
Ma non c’entra solo l’estetica. C’è anche il gusto della sfida, della prestazione «alta». Non a caso la sindaca cerca sul telefono il video che le ha mandato l’allenatore del tuffatore bergamasco Stefano Belotti, campione agli Europei.
«Mi piace il grande lavoro su se stessi che fanno i giovani sportivi, mantenendo quella capacità di essere semplici, alla mano».
«Mi piace misurarmi con me stessa, sono una sportiva. E in campagna elettorale ho avuto molti incontri con i giovani, sento una facilità di rapporto con loro, mi fermano e mi chiamano per nome. Una relazione diretta che vorrei mantenere».
«È una definizione che ho usato senza filtri. Intendo un metodo paziente, fatto di ascolto, confronto e dialogo, per arrivare poi in tempi ragionevoli alle scelte. Così è stato per la Giunta, che ho voluto più rappresentativa possibile».
«Non tutte le domeniche ma ci andrò ancora. L’Atalanta è una passione di tutti, non si può non riconoscerne il “modello” positivo: per i livelli raggiunti, per il vivaio giovanile, la capacità di coinvolgere le famiglie. E il mio tifo è delle origini, non strumentale».
«I cantieri e la sicurezza sono importanti, ci mancherebbe, ma in cima ai miei pensieri ci sono le persone, e dare loro centralità significa occuparsi della qualità della vita. La città deve essere sempre più attrattiva per i giovani, ma bisogna anche creare le condizioni per “trattenerli”. Il che non significa impedire che facciano esperienze arricchenti fuori, sono già “figli del mondo”».
«Vorrei che si sentissero protagonisti, facendo in modo che qui trovino le condizioni per vivere bene. Bisogna sconfiggere la “povertà ereditaria” e la “povertà educativa”. Bisogna investire sulla formazione e promuovere una grande collaborazione con i servizi educativi e le agenzie del territorio, lavorare in modo trasversale tra gli assessorati. Nessun ragazzo deve essere perso, ognuno deve avere un’opportunità per crescere e crescere bene».
«Sulla forma servirà un ragionamento non solo all’interno dell’istituzione, ma il più largo possibile. Partendo da alcuni temi fondamentali, come le politiche abitative e gli spazi aggregativi, luoghi di incontro e di produzione di idee, legati ai quartieri».
«La crisi demografica ha due facce: le famiglie che desiderano avere figli, e vanno sostenute; e i “grandi anziani”, a cui bisogna garantire condizioni di benessere».
«L’isolamento è il nemico principale. Si combatte con una serie di elementi che generano benessere: gli stili di vita, e qui si ritorna all’importanza dello sport e della salute, deleghe collegate alla longevità; la qualità del costruito urbano, l’accessibilità alle iniziative culturali e aggregative . C’è poi il laboratorio domiciliarità, e in un’ottica di prossimità continueremo il decentramento dei servizi».
«Lo confermo. E mi ha colpito tantissimo che da una settimana il sistema informatico della Regione non permetta ai medici di lavorare. La situazione è ormai cronica, come i malati a cui dobbiamo rispondere. La Regione passi dalle giustificazioni alle azioni».
«C’è una trasversalità verticale, che ha a che fare con i diversi livelli istituzionali (Stato-Regione-Provincia-Comune), e una trasversalità orizzontale, che deve coinvolgere le categorie economiche e sociali. Ho molto chiari la trama e l’ordito necessari per mettere a terra gli obiettivi per la città» .
«Siamo chiamati a lavorare in un’ottica sempre più ampia e meno categoriale. Gli Ambiti sociosanitari sono già una buona palestra, ma bisogna esercitare la relazione tra i sindaci anche in altri campi. Non si può più pensare di amministrare un Comune senza considerare quello che accade in quello vicino».
«A livello ministeriale ci sono dei dossier aperti, ma il colore politico non c’entra, contano gli obiettivi. Così come in Consiglio comunale accolgo la disponibilità di Andrea Pezzotta a lavorare in modo positivo sulle grandi questioni, pur nella diversità di vedute politiche».
«I dati del turismo sono ancora in crescita rispetto a quelli della Capitale della Cultura, ma bisogna puntare su un turismo di qualità, legato alla cultura, all’enogastronomia, conservando l’”unicità” dei nostri luoghi».
«Il percorso è di pregio, in Città Alta bisogna trovare la compatibilità tra chi ci vive e chi ci va per turismo».
«Lo terremo monitorato costantemente. I “pacchetti” di offerta per la sosta che abbiamo ottenuto penso vadano incontro a chi vive la città. Lavoreremo anche per far conoscere meglio la nuova Ztl».
«È il segnale di un cambiamento culturale, di cui essere parte e consapevoli. Poi se qualcuno mi chiama “sindaco” non è che non mi sento riconosciuta nel mio ruolo».
«Per me è più facile, perché ho un marito che mi sostiene e che ha fatto i conti da tanto tempo con l’avere a fianco una donna impegnata. Insieme a mia mamma, è stata una figura centrale anche per i figli. Figli che ora sono grandi e autonomi, ma non smetto di essere madre».
«Diciamo che sono solidali con il papà. Compatibilmente con gli impegni hanno cercato di essere presenti nei momenti più importanti della campagna elettorale, erano contenti che mi fossi candidata».
«Andrò via 15 giorni, tra fine luglio e agosto. Sarò in città per i festeggiamenti di Santa Caterina e del Patrono».
«Da bambina ero molto legata alla Valle Brembana, ma per amore ho cambiato valle. Il buen retiro è a Castione, dove mio marito è cittadino onorario. Ma amo molto anche il mare, come quello della Puglia».
«No, però proprio oggi (sabato 22 giugno, ndr) ad Alessandra ho mandato gli auguri per il matrimonio della figlia. Gli appuntamenti della vita sono sempre emozionanti».
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