
Cronaca / Bergamo Città
Martedì 25 Maggio 2021
La mobilità «viaggia» verso i livelli pre-Covid: solo il 15% in meno
Il traffico è tornato quasi alla normalità. E domenica +663% di viaggi rispetto al lockdown della primavera scorsa.
La normalità, dopo l’anno infinito della pandemia, si legge anche negli sbuffi, nel colpo di clacson, nelle ritrovate code verso il posto di lavoro. Prima che nella socialità, ancora temperata da distanziamento e mascherine, a quel che si viveva prima del Covid ci si sta avvicinando dal punto di vista del traffico: dimenticato il lockdown totale e ridotto progressivamente lo smartworking, gli spostamenti verso i luoghi di lavoro – l’indicatore forse più rappresentativo per misurare vecchie e nuove abitudini nella mobilità – sono quasi sugli stessi del mondo che conoscevamo prima del 20 febbraio 2020. Quasi, appunto: in Bergamasca sono ora ridotti «solo» del 10-15% rispetto a quando la pandemia sembrava uno spauracchio relegato a Wuhan.
I dati di Google Mobility fotografano quel che succede nella provincia orobica in fatto di mobilità sotto vari profili, usando come parametro gli spostamenti medi registrati tra il 3 gennaio e il 6 febbraio 2020. Giovedì 20 maggio, ultimo giorno monitorato da Google, gli spostamenti in Bergamasca verso i luoghi di lavoro – l’indicatore sintetico combina in sostanza la durata dei tragitti e la distanza percorsa, con i diversi mezzi di trasporti – erano «solo» del 14% inferiori al pre-Covid, con oscillazioni minime nei giorni precedenti. Allargando lo sguardo, si legge una «rincorsa» verso i livelli pre-Covid che ricalca le diverse gradazioni di colore attraversate dalla Lombardia nella terza ondata del virus: dalla seconda settimana di marzo alla prima decade di aprile, la zona rossa – certo ben diversa dal lockdown di un anno prima – ha tendenzialmente contenuto i movimenti verso i luoghi del lavoro attorno al 30% in meno del pre-Covid; nella seconda parte di aprile, passati in arancione, si è oscillato attorno al -20%. Dalle riaperture del 26 aprile in poi, la salita appare costante; verosimilmente, ferie permettendo, proseguirà anche nelle prossime settimane.
Scende invece un’altra curva, logicamente: la mobilità legata ai luoghi residenziali – sostanzialmente, il vecchio mantra «restate a casa» – è del 5% circa superiore al pre-Covid: vuol dire che lo smartworking (oltre che le chiusure totali, per molte categorie) sta andando esaurendosi, mentre nell’ultima striscia di zona rossa o arancio aveva – più o meno – valori proporzionali alla riduzione degli spostamenti verso i luoghi di lavoro. I dati del colosso di Mountain View lasciano anche filtrare che la pandemia possa aver scoraggiato l’utilizzo del mezzo pubblico, per ragioni connesse ai timori di affollamento: la mobilità verso le stazioni del trasporto pubblico, intese come stazioni dei treni o degli autobus, in provincia di Bergamo restano ancora a livelli del 30% inferiori al pre-Covid, nonostante appunto gli spostamenti diretti nei luoghi di lavoro siano molto più vicini alla «normalità» e nonostante anche le scuole superiori siano tornate in presenza al 70%. Il mezzo privato, in sostanza, sembra farla da padrone.
Ma quanto ci si muove, ora, rispetto al lockdown che piombò improvviso, sconosciuto e drastico nel marzo di un anno fa? C’è un’altra mappa interattiva che lo indica, questa volta sviluppata da Enel X, progetto «smart» promosso dal colosso dell’energia, e che permette di leggere una doppia tendenza: oltre a quella legata al lavoro, anche quella intrecciata al tempo libero e alla ritrovata voglia di socialità.
Domenica 23 maggio, per esempio, in provincia di Bergamo gli spostamenti – anche qui, con questa parola si racchiude un dato sintetico basato su durata e distanza dei «viaggi» – hanno segnato un +663% rispetto al periodo di lockdown 22 marzo-3 maggio 2020; e rispetto allo stesso giorno del 2020 (quando già erano iniziate le riaperture), i movimenti hanno comunque registrato un incremento del 45%. Se invece si pone di nuovo l’attenzione sui giorni feriali, giovedì 20 maggio in provincia di Bergamo la mobilità era al +219% rispetto al lockdown della primavera 2020 e a +50% rispetto allo stesso giorno dello scorso anno. Guardando solo a Bergamo città, polso interessante per tastare la ripresa degli uffici e dei servizi, sempre il 20 maggio i movimenti mostravano un +294% rispetto al lockdown e un +72% rispetto allo stesso giorno del 2020: nel capoluogo, cuore economico del territorio, i valori di «ripartenza» restano quindi più marcati che nel resto della provincia.
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