La raccolta dell’associazione Zlaghoda da martedì 12 aprile agli ex Magazzini generali

Emergenza Ucraina Da Curno l’iniziativa si è trasferita negli spazi di via Rovelli in città messi a disposizione gratuitamente da Intesa San Paolo per almeno dodici mesi.

Solo varcando per la prima volta quel cancello, rimasto chiuso per anni, si ha la sensazione di quanto siano ampi gli spazi all’interno. Il tempo, nell’area degli ex Magazzini generali, ha reso spettrale il complesso che anni fa era il cuore pulsante di un viavai continuo di merci, proprio a fianco dell’ex dogana, e che in tempi più recenti era diventato sede degli archivi della Banca Popolare, come raccontano ancora le targhe sui muri dei vecchi uffici. Oggi di proprietà d’Intesa Sanpaolo – che li ha ereditati da Ubi Banca – gli ampi locali di via Rovelli versano in uno stato di abbandono come solo si poteva immaginare, passando in auto davanti alle facciate che danno sulla strada.

I 40 giorni a Curno

È qui che da martedì 12 aprile sarà attivo il nuovo centro gestito dall’associazione Zlaghoda per la raccolta di materiale destinato alla popolazione ucraina. Troppo piccolo lo spazio al capannone di Curno, messo a disposizione subito dopo l’inizio del conflitto dalla Sei Laser Spa, che per 40 giorni ha accolto tonnellate di cibo e altri beni che i bergamaschi e i componenti della comunità ucraina residenti nella nostra provincia hanno donato per le famiglie ucraine che non hanno abbandonato il Paese e che hanno ormai bisogno di tutto per sopravvivere.

«Qui gli spazi sono ampi»

Si lavora anche nel weekend per ridare un po’ di lustro a un complesso rimasto vuoto per anni. Sul piazzale ci sono i volontari che tagliano gli arbusti nati spontaneamente, dentro ce ne sono almeno un’altra ventina che spazzano, sistemano i viveri che man mano arrivano da Curno, aprono e chiudono scatoloni, organizzano gli spazi. Ci guida all’interno dei tre capannoni comunicanti, Andriy Moroz, 27 anni, ucraino naturalizzato bergamasco, che coordina i lavori all’interno del magazzino: «Qui gli spazi sono molto ampi – spiega –: ci sarà un’area dedicata al ricevimento del materiale, un’altra dove sarà suddiviso per tipologia e un’altra ancora dove saranno stoccati i bancali. L’uscita è prevista sul retro, attraverso una ribalta che ci permetterà di riempire i tir senza fare fatica».

Spazi ceduti gratis per un anno

Intesa Sanpaolo ha ceduto gratuitamente all’associazione gli spazi al pianterreno; l’accordo è per un anno, con un’opzione per altri dodici mesi. Tempi che rendono l’idea di come l’emergenza potrebbe durare a lungo, ma anche di come, almeno a breve termine, non ci siano progetti di riqualificazione all’orizzonte. Tramontata ormai quasi 10 anni fa l’idea di trasformarla nella sede della Gamec, l’area potrebbe rientrare nell’operazione Porta Sud, altro progetto di cui si parla ormai da decenni e dal futuro ancora nebuloso.

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