La speranza di vita si accorcia, passo indietro nel 2022 in Bergamasca

IL REPORT DELL’ISTAT. Tendenza in negativo a Bergamo: negli uomini è scesa dello 0,3 (80,9 anni) e nelle donne dello 0,8 (85 anni). Sull’abbassamento dell’età hanno giocato due fattori: la pandemia e il caldo record.

La speranza di vita in Bergamasca – cioè il «numero medio di anni che una persona può contare di vivere» dal momento della nascita, secondo la definizione dell’Istat – torna a ridursi. Era capitato (e con un balzo ben significativo) ovviamente già nel 2020, nell’anno di deflagrazione della pandemia, prima di lasciar spazio a un buon rimbalzo positivo nel 2021. Nel 2022 ecco di nuovo una tendenza negativa, come confermato dal report diffuso venerdì dall’Istat: lo scorso anno in provincia di Bergamo la speranza di vita degli uomini è scesa a 80,9 anni (0,3 in meno rispetto all’anno precedente), mentre quella delle donne si è abbassata a 85 anni (addirittura 0,8 anni in meno rispetto al 2021).

Tendenza negativa

Gli ultimi dodici mesi consegnano per la Bergamasca un quadro più negativo rispetto ad altre aree del Paese. A livello nazionale, infatti, la speranza di vita è cresciuta di 0,2 anni per gli uomini ed è rimasta invariata per le donne; l’andamento è simile anche su scala regionale, perché la Lombardia segnala +0,2 anni per gli uomini e -0,1 anni per le donne, dunque in entrambi i casi con valori migliori rispetto alla tendenza orobica. La speranza di vita in Bergamasca è al di sotto della media lombarda (che per gli uomini è pari a 81,1 anni e per le donne è pari a 85,3 anni) ma al di sopra della media nazionale (che si attesta a 80,5 anni per gli uomini e a 84,8 anni per le donne).

Nel 2022 l’eccesso di mortalità è stato ancora consistente. Con 11.641 decessi complessivi, la provincia di Bergamo ha registrato un eccesso di mortalità pari al 14,2%, contro una media nazionale del 10,5%

L’eccesso di mortalità

Ma perché il 2022 sintetizza un andamento negativo? Lo scorso anno, a differenza del 2021, l’eccesso di mortalità è stato ancora consistente. Con circa 11.641 decessi complessivi, la provincia di Bergamo ha infatti registrato un eccesso di mortalità pari al 14,2% (in sostanza, 1.446 in più del «previsto»), contro una media nazionale del 10,5%. Alla base ci sono almeno un paio di fattori: il persistere della pandemia, col virus ancora potenzialmente letale se s’innesta su situazioni di fragilità, e anche l’ondata di caldo record che ha attraversato l’estate. Quest’ultimo fattore, in particolare, spiega perché il calo della speranza di vita sia più marcato tra la popolazione femminile: le condizioni climatiche avverse, scrive l’Istat, «hanno penalizzato nella maggior parte dei casi la popolazione più anziana e fragile, composta principalmente da donne».

Ragionando su un periodo più ampio, l’Istat rivela che in un decennio, i maschi bergamaschi hanno «guadagnato» più di un anno di vita, le donne sei mesi

Il medio periodo

Scavando nei dati dell’Istat si coglie però anche una situazione di più ampio respiro, da cui, al netto della recente stagione pandemica, emerge comunque un tendenziale allungamento della vita. Nel 2012, ad esempio, in Bergamasca la speranza di vita tra gli uomini era di 79,8 anni, salita appunto nel 2022 a 80,9 anni; in un decennio, i maschi bergamaschi hanno «guadagnato» più di un anno di vita. Tra le donne si è invece passati da una speranza di vita pari a 84,5 anni nel 2012 agli attuali 85 anni, sostanzialmente «guadagnando» sei mesi in dieci anni.

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