
(Foto di Agazzi)
L’AVVICENDAMENTO. Dopo 53 anni, la famiglia Tagliafierro lascia «All’Ancora». Il rilancio passa dai proprietari dello Schiaccianoci e del bar Haiti.
Dopo 53 anni di attività, la storica pizzeria «All’Ancora» di via Quarenghi si prepara a voltare pagina. Roberto Tagliafierro, 57 anni, volto del locale insieme alla moglie Filomena, lascia la gestione. «I tempi cambiano, servono investimenti. E io, fisicamente e mentalmente, non ce la facevo più. I miei figli fanno altro nella vita, così come le mie sorelle. Alla fine siamo arrivati a questa scelta. Il locale continuerà con una nuova energia», spiega Tagliafierro.
Dal 3 settembre, infatti, riaprirà sotto la guida di volti già noti in città: i proprietari del locale «Schiaccianoci» e del «Bar Haiti» in piazza Pontida. Proprio in questi giorni, al civico 12 di via Quarenghi, si sta lavorando alla ristrutturazione. «Vogliamo mantenere viva una storia importante e, allo stesso tempo, svilupparne le potenzialità. Partire da ciò che c’è, continuando con il ristorante pizzeria e gli storici pranzi di lavoro, ma renderlo più attuale per le nuove generazioni», dice Filippo Colombi dello Schiaccianoci che prenderà le redini del locale insieme al fratello Giovanni con Cristiano Lorenzi e Massimo Morese del bar Haiti.
La pizzeria «All’Ancora», fondata nel 1963 dalla famiglia Tagliafierro ha rappresentato per decenni un punto di riferimento per intere generazioni. Un luogo accogliente, «di vecchio stampo», frequentato da famiglie, clienti storici, più amici che semplici avventori. Un locale che oggi, dice Roberto, «aveva bisogno di una spinta per rinnovarsi». «Non è una chiusura, ma un passaggio di testimone. Ho scelto di lasciare la gestione a persone che credono ancora in questo mestiere e hanno le competenze per migliorare quanto fatto finora. Con qualche innovazione, anche strutturale. All’inaugurazione sarò presente e sarò a disposizione dei ragazzi per qualche consiglio da ristoratore storico», continua.
Dopo tanta vita in quel locale, nella voce di Roberto un po’ di tristezza, c’è. « Tutto è iniziato con mia mamma Filomena e mio papà Ezio che hanno fondato la pizzeria nel 1963. Ora hanno 82 e 87 anni. Anche loro sono dispiaciuti, certo. Ma sono contenti di questa nuova vita per il loro ristorante. Tra le motivazioni che ci hanno portato a questa scelta c’è anche la mancanza di personale qualificato. Lavoriamo con ragazzi universitari. Bravissimi, certo, ma che restano pochi mesi. Non è più come una volta, quando pizzaioli e camerieri restavano trent’anni. Oggi ogni anno c’è un ricambio», spiega. Non mancano parole di affetto per chi ha condiviso questa lunga avventura: «Il ricordo più bello è il senso di famiglia tra dipendenti e titolari. Ci si aiutava, si usciva insieme nei giorni liberi, si faceva squadra. Oggi è tutto diverso», dice. A cambiare, negli anni, è stata anche la città. «Abbiamo visto migliorare via Quarenghi. E forse abbiamo contribuito anche noi».
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