L’inflazione comincia a raffreddarsi. Ad aprile in Bergamasca indice invariato

Carovita La crescita dei prezzi su base mensile è pari allo zero per cento, anche se il dato su base annua resta da record: 5,2%. Negli ultimi 20 anni solo a marzo è stato più alto.

È una prima frenata, seppur minima. La corsa dell’inflazione forse comincia a raffreddarsi, dopo un’escalation vertiginosa: i prezzi certo ancora galoppano se paragonati a un anno fa, ma non con l’intensità conosciuta uno-due mesi fa. Una nuova fotografia, anche su scala provinciale, è arrivata dall’Istat: in Bergamasca l’indice dei prezzi al consumo – in sintesi, l’inflazione – su base mensile ad aprile non ha registrato variazioni rispetto a marzo. Zero per cento, dice il report diffuso dall’istituto di statistica e riferito ad aprile, cioè senza scostamenti rispetto al mese precedente. Succede dopo sei mesi consecutivi di aumenti: era da ottobre 2021 che l’inflazione su base mensile cresceva, con un picco di +1,1% proprio a marzo (rispetto a febbraio).

Le voci «pesanti»

Il «respiro» si legge nelle voci che più pesano sulla spesa e sulle tasche dei cittadini, perché la fluttuazione su base mensile dei prezzi per «abitazione, acqua, energia» ha evidenziato un calo dello 0,3% (a gennaio lo scostamento mensile era stato addirittura del +8,7%, ancora a marzo era a +2,7%); e se si guarda solo al prezzo dell’energia, l’inflazione su base mensile in Bergamasca è stata del -1,2% (mentre a marzo era al +6,2%). Ancor più nel dettaglio si nota però una differente velocità: l’energia elettrica è tuttavia ancora al +3,1% su base mensile, il gas scende invece del 3,1%.

La variazione annua

Ma la situazione non s’è certo risolta, e basta spostare l’attenzione verso i dati su base annuale. La variazione «tendenziale» dei prezzi, cioè la differenza percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, ha consegnato ad aprile 2022 per la Bergamasca un’inflazione al 5,2%: se da un lato si dà conto di un primo rallentamento, perché a marzo l’inflazione su base annua era invece al +5,4%, dall’altro lato si resta su valori record. Il +5,4% di marzo 2022 era infatti il dato più alto da quando l’Istat mette a disposizione i dati su scala provinciale (cioè dal 2001), e il +5,2% di aprile 2022 è comunque il secondo dato più alto degli ultimi vent’anni.

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