L’inflazione «vola» al 5,9%: mai così alta negli ultimi 21 anni

Il carovita a Bergamo Nuovo record registrato a maggio. Energia e gas segnano +76,6%. Alle stelle anche la spesa.

È un altro picco, l’ennesima fotografia numerica che certifica le sensazioni quotidiane. La corsa dell’inflazione raggiunge un nuovo record anche in Bergamasca: a maggio, secondo il rendiconto diffuso ieri dall’Istat, la variazione annuale dei prezzi è salita al +5,9%, il punto più alto da quando sono disponibili i dati su scala provinciale (cioè dal 2001). Il record precedente era il +5,4% segnato lo scorso marzo, prima del flebile rallentamento di aprile (quando il valore si era limato al +5,2%): una frenata solo illusoria, evidentemente, perché poi a maggio il galoppo dei prezzi è appunto ripreso.

E le prime sensazioni su giugno non paiono certo positive. Vale a Bergamo come nell’intero Paese. «A maggio – si legge nel report nazionale diffuso ieri dall’Istat –, dopo il rallentamento di aprile, l’inflazione torna ad accelerare salendo a un livello nazionale che non si registrava da novembre 1990. Gli elevati aumenti dei prezzi dei beni energetici continuano a essere il traino dell’inflazione (con quelli dei non regolamentati in accelerazione) e le loro conseguenze si propagano sempre più agli altri comparti merceologici, i cui accresciuti costi di produzione si riverberano sulla fase finale della commercializzazione. Accelerano infatti i prezzi al consumo di quasi tutte le altre tipologie di prodotto, con gli alimentari che fanno salire la crescita dei prezzi del carrello della spesa».

Non solo l’energia

Il +5,9% bergamasco è la sintesi di un mosaico ampio di voci, che si muovono a differente velocità. La variazione su base annua dell’inflazione – la definizione tecnica è di variazione «tendenziale» dei prezzi – è influenzata ovviamente in primis dalla «guerra energetica». La macrocategoria «abitazione, acqua, elettricità, gas e combustibili» registra in Bergamasca un rialzo dei prezzi pari al 28% (ad aprile si era al +26,8%); scavando però nelle singole voci, i prezzi di gas ed energia elettrica segnano una fluttuazione del +76,6%, il secondo dato più alto di sempre dopo il +81% che si era raggiunto a marzo.

La reazione a catena si riverbera in prima battuta sui trasporti: la macrocategoria consegna un’inflazione annua del 10,1%, la specifica voce dei servizi di trasporto (dal Tpl alla logistica) si attesta invece al +14,1%. L’alimentare, sia in senso stretto sia nell’accezione più ampia, non sfugge alla morsa dell’inflazione: i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche viaggiano al +5,9%, la ristorazione al +2,7%, i servizi ricettivi al +13,1%. Le altre divisioni di spesa si muovono su forbici ristrette: +1,4% per mobili e articoli per la casa, +1,2% per abbigliamento e calzature, +0,2% per i servizi sanitari, +0,5% i costi dell’istruzione; quasi invariati i prezzi di spettacoli e cultura (+0,1%), calano invece del 4,5% i prezzi dei servizi di comunicazione (telefonia e device telefonici).

Se questo è lo scenario di comparazione tra maggio 2022 e maggio 2021, nei dati dell’Istat c’è anche lo studio sul più immediato aumento dei prezzi avvenuto nell’ultimo mese: a maggio i prezzi sono cresciuti dello 0,6% rispetto ad aprile. Anche qui però si viaggia a velocità diverse, con gli alimentari al +1,2% su base mensile, l’energia al +2,4%, i servizi di trasporto al +2%, la ristorazione al +0,5% e i servizi di alloggio al +0,2%.

Bergamo più «lenta»

La magrissima consolazione è che la rincorsa dei prezzi a Bergamo (+5,8% su base annua, come detto) è lievemente più lenta rispetto ad altre parti. L’inflazione tendenziale italiana è infatti al 6,8%, un punto in più di quanto si calcola in territorio orobico, mentre l’inflazione lombarda è al 6,6%. «A maggio l’inflazione accelera in tutte le ripartizioni geografiche – rileva l’Istat –, confermandosi al di sopra del dato nazionale nelle Isole (da +6,9% di aprile a +8,1%) e nel Nord-Est (da +6,4% a +7,3%), e pari al dato nazionale al Sud (da +6,0% a +6,8%), mentre si posiziona al di sotto nel Nord-Ovest (da +5,6% a +6,6%) e nel Centro (da +5,7% a +6,5%)». Anche l’inflazione congiunturale, cioè alla variazione sul mese precedente, restituisce valori bergamaschi leggermente più bassi: la variazione dei prezzi su base mensile è stata del +0,7% in Lombardia e del +0,8% a livello nazionale (a Bergamo +0,6%).

Secondo la stima dell’Unione nazionale consumatori basata sugli ultimi dati dell’Istat, gli attuali livelli d’inflazione si traducono in un rincaro annuo pari a 1.715 euro per una famiglia media lombarda. Solo il Trentino-Alto Adige, con un maggior esborso di 2.339 euro, presenta un costo più pesante.

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