Liste d’attesa, un vademecum per i medici. La Regione: tagliare le prestazioni inutili - Il grafico

LE LINEE DI INTERVENTO. Obiettivo: ridurre l’inappropriatezza. Il tasso delle risonanze magnetiche per gli over 65 passato da 28,09 ogni 1.000 abitanti a 30,79. Marinoni: non è detto che fare un esame in più sia un beneficio.

Le nuove risorse – altri 20 milioni di euro, per portare a 81 milioni lo stanziamento di quest’anno – sono arrivate la scorsa settimana, con una delibera della giunta. Ma per provare a migliorare le performance sulle liste d’attesa servono anche strategie complementari. Così, allegato alla delibera di Regione Lombardia c’è anche un documento sulle «linee d’intervento» per mettere in pratica la «strategia di contenimento dei tempi di attesa».

Una sorta di vademecum rivolto ai medici con un obiettivo prioritario: «Ridurre l’inappropriatezza prescrittiva e rendere compatibili le risorse disponibili con la garanzia dei livelli essenziali di assistenza», cioè i Lea, quell’insieme di prestazioni che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire ai cittadini. In sostanza, secondo la Regione c’è un problema di eccessive prescrizioni di prestazioni ambulatoriali, e anche questo aspetto va a incidere sui tempi d’attesa. La prima area specialistica oggetto della raccomandazione è la radiologia, e la Direzione generale Welfare cita come «sintomi» l’aumento della percentuale di pazienti che ripetono una risonanza magnetica alla colonna vertebrale entro 12 mesi (dal 7,8% del 2021 all’8,26% del 2022), così come il tasso di risonanze magnetiche muscolo-scheletriche nella popolazione over 65 (salito da 28,09 ogni 1.000 abitanti a 30,79 ogni 1.000 abitanti). Da lì discendono concrete indicazioni-tipo per i medici: «La risonanza magnetica della colonna lombosacrale dovrebbe essere prescritta solo dopo quattro settimane di terapia inefficace». Oppure, la risonanza magnetica muscoloscheletrica per spalla, braccio, gomito, avambraccio, polso, mano, bacino, coscia/femore, ginocchio, gamba, caviglia e piede «non dovrebbe essere eseguita se non preceduta da indagine radiologica» (la radiografia è meno «costosa» della risonanza).

Nuovi criteri sono suggeriti anche per le risonanze magnetiche in pazienti portatori di pacemaker, inoltre si suggeriscono nuove modalità organizzative per le prestazioni di medicina nucleare. «Sarà necessario – aggiunge la Regione – garantire sia un’adeguata e costante formazione dei medici in tema di appropriatezza che una continua sensibilizzazione e informazione dei cittadini, finalizzata ad una loro maggiore responsabilizzazione rispetto alla richiesta di prestazioni. L’appropriatezza prescrittiva rappresenta uno strumento utile per migliorare l’accessibilità alla specialistica ambulatoriale ed evitare un aumento dei tempi di attesa».

«Strategia combinata»

Ma ridurre il numero di prescrizioni, pur «inappropriate», è davvero utile? «Le liste d’attesa s’abbattono con un finanziamento per poter erogare più prestazioni, ma anche il tema delle prestazioni inappropriate rientra in questa strategia – riflette Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo –. I due elementi vanno combinati: se si danno risorse semplicemente per aumentare le prestazioni, il sistema rischia di espandersi con spreco di risorse. L’inappropriatezza delle prescrizioni comporta anche la sovradiagnosi, con ulteriori prestazioni indotte che possono potenzialmente danneggiare il paziente. Non è detto che fare un esame in più, se inutile, porti comunque un beneficio: può essere dannoso per il paziente e per il sistema perché rischia di trascinare in un vortice di accertamenti inutili e in ansie per la persona». Fondamentale, in quest’ottica, è il ruolo del medico: «Il medico di medicina generale, oltre allo specialista – prosegue Marinoni – ha un compito importante, comporta anche l’assunzione di responsabilità. I pazienti devono fidarsi del proprio medico».

Obiettivi numerici

Sempre a corredo della delibera, la Regione ha fissato gli obiettivi numerici in tema di prestazioni aggiuntive di specialistica ambulatoriale da erogare tra aprile e dicembre 2023: per il territorio dell’Ats di Bergamo il target è pari a 161.753 «prime visite ordinarie» (93.016 in capo alle Asst, 68.737 in capo agli erogatori privati) e 15.640 «prime visite aggiuntive» (8.880 per le Asst, 6.760 per i privati), più 331.508 «prestazioni di diagnostica per immagini e strumentale ordinarie» (132.304 per le Asst, 199.204 per i privati) e 31.686 «aggiuntive» (11.689 per le Asst, 19.997 per i privati). In totale, l’obiettivo è garantire a Bergamo per il periodo aprile-dicembre 2023 un totale di 493.261 prestazioni «ordinarie» e 47.326 «aggiuntive».

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