Morirono nel disastro aereo in Etiopia, il rapporto: «Guasto a un sensore»

L’indagine. La relazione degli investigatori etiopi sullo schianto del 2019 costato la vita a 157 persone, fra le quali tre volontari bergamaschi di Africa Tremila: «Input errati inviati al software che correggeva la rotta». L’agenzia francese: far luce anche sul ruolo dell’equipaggio.

Input errati inviati a un software che aveva il compito di correggere in automatico la direzione dell’aereo e, in questo caso, spingerne il muso verso il basso. Sarebbe stata questa la causa dello schianto del Boeing 737-8 Max della Ethiopian Airlines precipitato poco dopo il decollo dall’aeroporto di Addis Abeba il 10 marzo del 2019, causando la morte di 157 persone, tra cui tre volontari dell’associazione «Africa Tremila» di Bergamo: il presidente Carlo Spini, la moglie Gabriella Viciani e Matteo Ravasio, cui l’associazione ha dedicato l’ospedale realizzato dai volontari in Sud Sudan e che ora si chiama infatti «Three Angels» («I tre angeli»). È quanto emerge da un rapporto realizzato dagli investigatori etiopi dell’Ethiopian Aircraft Accident Investigation Bureau.

Secondo incidente in 4 mesi

L’incidente in cui erano morti i tre volontari bergamaschi era stato il secondo nel giro di quattro mesi di un Boeing 737 Max (a fine 2018 era infatti caduto un Lion Air), per complessivi 346 morti. Per questo il modello era stato tenuto a terra per venti mesi in tutto il mondo, spingendo la società costruttrice a rivedere alcuni criteri legati alla sicurezza. Nel mirino era finito in particolare un software dedicato alla correzione automatica della direzione del muso del velivolo: un sistema che si chiama «Mcas», acronimo inglese che si può tradurre come «Sistema di incremento delle caratteristiche di manovra». Nel rapporto etiope si legge: «Gli input ripetitivi e non comandati dell’aereo dall’Mcas, a causa di input Aoa (che sono dei sensori, ndr) errati, e il suo sistema di attivazione irrecuperabile che ha fatto arrivare l’aereo con una velocità di 33.000 piedi al minuto vicino al suolo, è stata la causa più probabile dell’incidente». Dunque nel loro rapporto finale gli investigatori etiopi si concentrano esclusivamente sull’attivazione del sistema di aumento delle caratteristiche di manovra come probabile causa dello schianto.

Il sensore avrebbe fornito dati errati

L’Mcas apporta correzioni in automatico alla direzione del muso dell’aereo quando gli angoli di attacco, ovvero appunto la direzione del velivolo in fase di decollo o atterraggio, risultano non consoni o pericolosi. In questo caso un sensore avrebbe segnalato un angolo eccessivo di salita, correggendo quindi la direzione del muso del Boeing verso il basso, fino a far schiantare l’aereo.

Il sensore avrebbe fornito dati errati, facendo credere che il velivolo fosse più alto di quanto in realtà stesse volando. Nel loro rapporto gli investigatori etiopi elencano inoltre una serie di fattori che a loro avviso hanno contribuito all’incidente e che sono relativi alla progettazione dell’Mcas, ma anche, più in generale, alla progettazione e certificazione del Boeing 737 Max, oltre che sui materiali di costruzione del velivolo. Non si fa invece cenno a eventuali problemi causati da fattori umani o da decisioni di piloti ed equipaggio.

Le agenzie francese e americana

Un rapporto che appare comunque monco: l’Ethiopian Aircraft Accident Investigation Bureau non ha infatti inserito, come solitamente accade, i pareri delle agenzie statunitensi e francesi, come vorrebbe invece la norma. Tanto che le due agenzie per la sicurezza del volo hanno diramato a parte le proprie considerazioni. La francese Bea «condivide l’analisi e le conclusioni del rapporto etiope in merito al contributo del sistema Mcas del 737 Max all’incidente», sottolineando però la necessità di analizzare anche quanto fatto dall’equipaggio con l’obiettivo di «trarre insegnamenti sulla sicurezza». Mentre l’americana Ntsb sottolinea anche «l’incapacità dell’operatore di garantire che i suoi equipaggi di volo fossero preparati a rispondere adeguatamente al movimento non comandato dell’assetto dello stabilizzatore» e «l’impatto dell’aereo con un oggetto estraneo, che ha danneggiato il sensore Aoa e ha causato l’errore».

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