Moro, ritorno al Manaslu in inverno
«Obiettivi: la cima e il pinnacolo Est»

Dopo i tentativi del 2015 e del 2018, l’alpinista bergamasco punta ancora all’ottava cima della Terra. «Il concatenamento sarà un omaggio a due storiche imprese».

Simone Moro sta per ripartire per una nuova spedizione invernale: questa volta l’obiettivo è la salita del Manaslu, massiccio del Nepal centrale, nella catena montuosa dell’Himalaya, la cui vetta più alta raggiunge gli 8.163 metri, ovvero l’ottava montagna più alta del mondo. Non si tratta della prima volta di Moro al cospetto di questo gigante. Per l’alpinista orobico si tratta del terzo tentativo: nel 2015 la spedizione lo aveva visto al fianco dell’alpinista alto altesina Tamara Lunger, nel 2018 invece il tentativo era stato affrontato con il nepalese Pemba Gelje Sherpa.

Questa volta la spedizione invernale al Manaslu, che vuole essere un tentativo di rivisitazione moderna di due grandissime scalate del passato, vedrà Moro in compagnia di Alex Txicon, alpinista spagnolo già in vetta con Simone Moro nel 2016 sul Nanga Parbat e Iñaki Alvarez, alpinista spagnolo amico di Txicon. I tentativi del 2015 e del 2018 fallirono a causa dell’enorme quantità di neve caduta in pochi giorni che rese la scalata impossibile. «Non ho mai amato lasciare progetti aperti e incompiuti - spiega Moro -. So perdere e accettare le sconfitte, ma non ho mai rinunciato alla motivazione su un progetto fino a quando non è stato chiuso e completato. Quindi tornerò al Manaslu in inverno per la terza volta, come ho fatto per il Nanga Parbat prima di raggiungerlo. Se tutto andasse per il verso giusto potrebbe essere un altro risultato storico: la mia quinta scalata invernale su un ottomila. Un obiettivo mai centrato prima. La via di salita sarà decisa a campo base così da valutare attentamente la montagna e le condizioni della neve».

Le spedizioni invernali non sono una novità per l’alpinista: al suo attivo ne ha già 18, su diverse montagne e in diverse regioni del pianeta. Un impegno che a Moro è già valso un primato e cioè quattro ottomila nella stagione più fredda: Shisha Pangma nel 2005, Makalu nel 2009, Gasherbrum II nel 2011 e Nanga Parbat nel 2016. Ora tocca al Manaslu e il progetto non riguarda solo la cima principale, ma anche il suo concatenamento con il pinnacolo Est, di 7.992 metri che è anche la vetta di 7.000 metri più alta del pianeta. Ed è così, in questa abbinata, che la spedizione intende celebrare due storiche spedizioni, rilanciando la prima invernale della montagna, compiuta il 12 gennaio 1984 dai polacchi Maciej Berbeka e Ryszard Gajewski e il concatenamento delle due vette, a opera invece di Jerzy Kukuczka e Artur Hajzer il 10 novembre 1986. «Il concatenamento nella stagione invernale non è mai avvenuto - aggiunge Moro - e quando venne realizzata la prima invernale gli alpinisti partirono dalla Polonia a metà novembre. Questa spedizione vuole essere una rivisitazione in chiave moderna di quelle due avventure, affrontata interamente durante l’inverno astronomico».

«Nella spedizione - conclude - sarò con Alex Txicon, che conosco dal 2003 e con Iñaki Alvarez che è un suo amico: una cordata affiatata, insomma».

La partenza per il Manaslu è fissata per il prossimo 31 dicembre, il rientro sarà invece tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. Ad accompagnare Moro nella spedizione anche i suoi sponsor: The North Face, La Sportiva, Camp-Cassin, Garmin, Gruppo Autotorino Spa, DF-Sport Specialist, Acerbis Sport, Somain Italia, Intermatica, Altitude Helicopters.

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