«Noi, evacuati da Corfù avvolta dal rogo»

IL RACCONTO. Coppia di bergamaschi ha lasciato l’isola: «Tutto in due ore: la nube, poi la massa di gente nelle strade». «Abbiamo dato un passaggio a una mamma del posto con due bambini: il marito era ad aiutare a domare le fiamme».

«È successo tutto nel giro di due ore: alle 21 di domenica 23 eravamo a cena a un ristorante sul mare e abbiamo visto una densa nube alzarsi dall’isola e pensavamo fosse sabbia. Lo stesso ristoratore ci ha rassicurato. Due ore dopo eravamo già fuori dall’albergo con le valigie e le strade erano piene di gente a piedi, in auto e in moto: tutti evacuati. Una scena impressionante. Anche noi ci siamo messi in viaggio verso la città di Corfù, distante una quarantina di minuti, dove abbiamo trascorso la notte in auto, seguita dall’interminabile attesa in aeroporto per tutta la giornata di lunedì e, finalmente, il decollo alle 20 anziché alle 15,35».

Alessia Nava, 28 anni, di Bergamo, ballerina di hip hop, racconta quasi fosse un film quello che è accaduto a lei e al suo compagno Leonardo Giudici, 30 anni, anche lui bergamasco e di professione otorino a Milano. Lunedì notte sono tornati in Italia con il volo di rientro da una vacanza sull’isola greca di Corfù: volo Ryanair con destinazione Malpensa che avevano prenotato mesi fa assieme alla vacanza in Grecia, senza immaginare che le ore precedenti il decollo sarebbero state così agitate a causa del vasto incendio che ha interessato, da domenica, proprio la zona settentrionale dell’isola di Corfù dove soggiornavano dallo scorso 15 luglio al villaggio di Nisaki. «Di fatto siamo rimasti una settimana come programmato, anche se gli ultimi momenti sono stati davvero concitati – aggiunge Alessia Nava –: avremmo voluto fare l’ultimo bagno e tornare in spiaggia, ma ovviamente non era più possibile. Noi avevamo il volo di lunedì già prenotato, ma una donna che era seduta vicino a me sull’aereo mi ha detto che aveva preso il biglietto il giorno stesso». Insomma, c’è stata una fuga di massa dall’isola, come confermato anche dalla ressa all’aeroporto di Corfù, «che è piccolo, ma c’era dentro una quantità di gente davvero impressionante», spiega la turista bergamasca.

«E pensare che al ristorante domenica sera ci avevano detto di stare tranquilli perché tanto eravamo vicino al mare – prosegue la turista di Bergamo –: rientrati all’albergo, dopo mezz’ora abbiamo sentito dall’esterno un frastuono perché di fatto la gente aveva iniziato ad allontanarsi. Non ci hanno dato indicazioni. Ci hanno soltanto detto: prendete l’auto e andate via da qui. Poco prima ci erano arrivati dei messaggi sul cellulare dalla protezione civile dell’isola con l’elenco di località da evacuare e la nostra non c’era. Ci siamo dunque messi in viaggio verso sud, in direzione di Ipsos e poi di Corfù. In strada c’era un esodo impressionante: tutti con le valigie, una massa di gente a piedi, in auto e in motorino».

Soccorsa una famiglia greca

La coppia bergamasca ha anche soccorso una famiglia del posto: «Ci hanno chiesto un passaggio una madre con una figlia adolescente e il figlio di 11 anni, che aveva portato via da casa anche un pappagallino. Il marito e papà era invece rimasto nel loro villaggio, situato nell’epicentro dell’incendio. Erano disperati perché non sapevano se la loro casa e le loro cose si sarebbero salvate. Li abbiamo accompagnati fino a Ipsos, dove sono stati accolti da alcuni amici. Noi siamo rimasti in quella località fino alle 3 della notte, in auto per strada. C’era un continuo viavai di mezzi dei pompieri e della polizia diretti verso nord, verso l’incendio. Di informazioni ufficiali non ne avevamo più».

Volo in ritardo

Dopo la notte in auto, la coppia ha raggiunto l’aeroporto: «I controlli sono stati velocissimi, ma il volo ha ritardato quasi cinque ore perché lo spazio aereo era occupato dai Canadair impegnati per domare le fiamme – aggiunge Alessia –. Poi il decollo e l’arrivo sopra Malpensa, dove siamo rimasti in volo in attesa altri 40 minuti perché Milano era avvolta dal nubifragio. Era il nostro primo viaggio nella bellissima Corfù: ci torneremo. Ora più che mai hanno bisogno di supporto».

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