
(Foto di Bedolis)
L’INIZIATIVA. In mattinata l’enorme bandiera srotolata dalle Mura, nel pomeriggio in piazza Mascheroni confronti per sensibilizzare sui conflitti in corso.
Bergamo
Una piazza in Città Alta, quattordici pannelli che raccontano di altrettanti conflitti, la maggioranza dei quali non salgono all’onore delle cronache. Chi sa dire cosa sta accadendo in Sud Sudan, in Myanmar, al confine tra Cambogia e Thailandia, nella Repubblica Democratica del Congo, in Mozambico, Burkina Faso, Kashmir, Venezuela, Nagorno Karabakh, Afghanistan, Haiti, Siria. Forse maggiore attenzione ricevono in questi giorni Palestina ed Ucraina, ma il rischio di farli diventare conflitti dimenticati è altissimo.
«Non stai dimenticando niente?» è la domanda provocatoria che è stata scelta per l’iniziativa che si è svolta nel pomeriggio di sabato 6 settembre in piazza Mascheroni nel cuore di Città Alta per sensibilizzare sui conflitti di cui poco si parla e sulla necessità di mobilitarsi per chiedere una pace per tutti. Ad ogni Paese scelto tra gli oltre 50 in cui è in atto un conflitto è stato dedicato un pannello con informazione sull’area, sulle ragioni della mancanza di pace, sul coinvolgimento dei civili; un QR code permette di approfondire la conoscenza.
L’iniziativa, promossa da Acli, Diocesi, Rete della Pace e Disarmo, Enti locali per la pace e l’assessorato alla Pace del Comune di Bergamo è iniziata già nella tarda mattinata di sabato 6 settembre, quando un’enorme bandiera della Pace è stata srotolata dalle Mura nei pressi di Porta San Giacomo. L’arcobaleno di colori è rimasto visibile anche da Città Bassa fino alle 18, quando la bandiera è stata ritirata per essere portata a Sotto il Monte in occasione della Veglia ecumenica e del pellegrinaggio notturno dalla terra di San Giovanni XXIII al santuario della Cornabusa.
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