Orio, nel 2030 un passeggero su tre raggiungerà lo scalo in treno

Scenari. Nel Piano nazionale degli aeroporti elaborato (anche) da Iccsai grande importanza alla sostenibilità. La quota degli accessi con mezzi privati allo scalo scenderà dal 67 al 52%, quella degli autobus dal 33 al 18%.

La prima proposta del Piano nazionale degli aeroporti delinea nuovi assetti degli scali legati necessariamente anche al (delicatissimo) tema della sostenibilità ambientale. Chi si aspettava limiti o tetti a movimenti e passeggeri è probabilmente rimasto deluso,o molto più semplicemente ha un’idea distorta sui contenuti di questi documenti.

«La bozza disegna il perimetro d’interesse dell’aviazione civile traguardando il 2035, in un percorso di riconciliazione del trasporto aereo con la tutela dell’ambiente, tanto da essere coerente e permeabile rispetto ai temi della sostenibilità ambientale, della digitalizzazione e dell’innovazione tecnologica, assi portanti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)» si legge.

Il lavoro portato a termine dal team composto dalla bergamaschissima Iccsai (centro ricerca dell’Università di Bergamo) in cordata con la capofila Aecom e l’olandese To70 e vistato da Enac è ora disponibile per le osservazioni del caso e lo sarà fino al 21 novembre. Ma le linee guida sono già molto chiare, come evidenziato dal ministero delle Infrastrutture: «La bozza disegna il perimetro d’interesse dell’aviazione civile traguardando il 2035, in un percorso di riconciliazione del trasporto aereo con la tutela dell’ambiente, tanto da essere coerente e permeabile rispetto ai temi della sostenibilità ambientale, della digitalizzazione e dell’innovazione tecnologica, assi portanti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)» si legge.

Orio scalo internazionale

Una partita che si gioca su due piani. Quello più generale che vede «lo Stato, attraverso Enac, da anni impegnato per ridurre l’impatto dell’attività aeronautica sull’ecosistema e sulle comunità dell’intorno aeroportuale. In primo luogo l’Italia partecipa al programma mondiale per la riduzione della produzione di anidride carbonica denominato “Corsia” che prevede, oltre alla decarbonizzazione totale entro il 2050 dell’intero settore, una serie di ulteriori obiettivi di medio e lungo termine». Sul piano della sostenibilità sociale «nelle prossime attività di pianificazione, si porrà più attenzione ai temi che incidono sulla qualità di vita delle popolazioni insediate nell’intorno aeroportuale, come ad esempio lo studio del fenomeno di annoyance (fastidio - ndr) dovuto ai sorvoli a bassa quota dei centri abitati». Ma anche a un concetto-chiave come quello dell’intermodalità: «Il piano si pone dei target da raggiungere da qui al 2035 per assicurare quote minime di accessibilità sostenibile agli scali» si legge. Quindi non quella con mezzi privati tradizionali.

Orio, come noto, è stato classificato come scalo d’interesse internazionale insieme a Bologna, Napoli e Catania «in quanto nodi infrastrutturali per voli di medio e corto raggio internazionali». Ne consegue un obiettivo indicato nel Piano per gli aeroporti con queste caratteristiche: «Le quote minime di accessibilità sostenibile devono essere del 30% al 2030 e del 45% al 2035».

Previsioni ed equilibri

L’obiettivo è «aumentare la qualità del servizio offerto ai passeggeri e rendere il loro viaggio più sostenibile, riducendo dunque l’impatto ambientale in termini di emissioni». Attualmente per gli scali internazionali del Belpaese la quota oscilla tra il 17 e il 36%: Orio è al 33, frutto esclusivamente del trasporto pubblico via gomma, ovvero chi si reca in aeroporto con i mezzi Atb e gli autobus per medie distanze, in primis quelli che gravitano sull’area milanese. Offerta che da sola, checché se ne dica, non è sufficiente né abbastanza sostenibile sul medio-lungo periodo. Per il 2030 la quota di accessibilità privata di Orio, ora al 67%, è destinata a scendere al 52 e quella pubblica a salire quindi al 48, ma con il ruolo determinante del nuovo collegamento ferroviario destinato a coprire il 30% complessivo dell’offerta: quella degli autobus scenderà al 18. Sul piano nazionale solo Linate con il 37% (frutto dell’imminente apertura della linea metropolitana 4) e Catania con il 32% faranno meglio.

In sostanza, se (quasi) un passeggero su 2 nel 2030 utilizzerà il mezzo pubblico per arrivare a Orio, quasi uno su 3 lo farà col futuro treno. Previsioni anche più ottimistiche di quelle abbozzate da Trenord che aveva ipotizzato di intercettare un 12-13% dei passeggeri di Orio: circa 1,7 milioni, quindi, dato ricavato sulla scorta dell’andamento post pandemia del collegamento per Malpensa, dove però c’è un solo terminal aperto.

In sostanza, se (quasi) un passeggero su 2 nel 2030 utilizzerà il mezzo pubblico per arrivare a Orio, quasi uno su 3 lo farà col futuro treno. Previsioni anche più ottimistiche di quelle abbozzate da Trenord che aveva ipotizzato di intercettare un 12-13% dei passeggeri di Orio: circa 1,7 milioni, quindi, dato ricavato sulla scorta dell’andamento post pandemia del collegamento per Malpensa, dove però c’è un solo terminal aperto. Nota bene, nel Paese si parte da «un utilizzo della modalità su ferro ancora molto bassa allo stato di fatto, registrando valori importanti solo per gli aeroporti di Roma Fiumicino con il 26% e di Milano Malpensa T1 con circa il 17%» si legge nel piano.

Piano dove vengono tracciate le linee di una possibile crescita che non è legata solo al mercato, sic et simpliciter: perché «gli aeroporti con un alto indice intermodale sono più avvantaggiati ai fini della crescita e dello sviluppo futuro». E ancora: «La riorganizzazione in rete dei modelli di gestione aeroportuale a livello nazionale può essere adeguatamente sostenuta dalla presenza all’interno del Paese di infrastrutture ferroviarie efficientemente collegate agli scali principali. Questo, attraverso lo sfruttamento delle numerose potenzialità di un sistema di trasporto di massa, quale quello ferroviario, che rappresenta la modalità di trasporto più intrinsecamente sostenibile». E prima di prendere il volo si passa di qua.

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