Pazienti dializzati, San Giovanni Bianco apripista con i «case manager»

La novità Sei infermieri si fanno carico del percorso individuale. Da lunedì 23 maggio il modello è stato esteso al centro di via Borgo Palazzo e da ottobre anche all’ospedale «Papa Giovanni XXIII»

Un approccio diretto e individualizzato con i pazienti dializzati, che possono trovare nell’infermiere un punto di riferimento sicuro e specializzato per i loro bisogni complessi. Ma anche un arricchimento professionale per gli operatori, in un’ottica di integrazione e coordinamento delle cure e della presa in carico degli assistiti. Il Cal (Centro di assistenza limitata) di San Giovanni Bianco, afferente all’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha introdotto nelle scorse settimane la metodologia e le figure dei «case manager», infermieri appositamente formati che si fanno carico del percorso individuale dei pazienti affetti da patologie croniche, tra cui appunto l’insufficienza renale.

Sei operatori che interagiscono con i pazienti raccogliendo dati e pianificando per facilitare e integrare le attività di protezione individuale e familiare. Un’opportunità in più offerta dall’Asst Papa Giovanni XXIII nel suo ruolo di struttura di alta specializzazione e presa in carico dei pazienti cronici, punto di riferimento nel panorama nazionale alla luce dei convegni sul tema e della collaborazione con l’Associazione italiana case manager. Il progetto ha preso forma nel Cal di San Giovanni Bianco lunedì 16 maggio e e al Cal di via Borgo Palazzo a Bergamo da lunedì 23 maggio. Da ottobre sarà presente anche al Servizio di Emodialisi presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII.

Barbara Cantamessa, bergamasca, coordinatore infermieristico del Servizio di Emodialisi presso il Cal di San Giovanni Bianco, è soddisfatta: «Con il paziente cronico l’infermiere di dialisi condivide larga parte della vita, diventiamo quasi una seconda famiglia per il dializzato».

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