Pensioni, l’Inps conferma l’aumento anche per gli assegni sopra i 2.100 euro

L’adeguamento . Il nuovo importo sarà pagato a partire da marzo, con contestuale pagamento degli arretrati riferiti a gennaio e febbraio 2023.

Pensioni, la rivalutazione a marzo sarà per tutti. L’Inps ha confermato in una nota che l’adeguamento delle pensioni all’inflazione scatta ora concretamente anche per chi riceve assegni superiori ai 2.100 euro (circa) al mese: il nuovo importo sarà pagato a partire dall’assegno del mese di marzo, con contestuale pagamento degli arretrati riferiti a gennaio e febbraio 2023. La platea dei bergamaschi che tra pochi giorni riceveranno gli assegni «adeguati» si attesta attorno ai 60-80mila pensionati, a seconda delle stime.

Gli scaglioni

La rivalutazione avrà diversi scaglioni; non sarà una indicizzazione piena all’inflazione, ma che progressivamente diminuisce al crescere dell’importo della pensione. I pensionati con un assegno tra i 2.101,52 euro e i 2.626,90 euro mensili avranno un aumento fino a 162 euro; quelli con assegni da 2.626,90 a 3.152 euro avranno una rivalutazione fino a 121 euro in più; quelli con assegni da 3.153 a 4.203 euro avranno un aumento fino a 144 euro; quelli con assegni da 4.203 a 5.254 euro avranno una rivalutazione fino a 142 euro in più; quelli con assegni oltre i 5.254 euro avranno un aumento effettivo del 2,34%.

Già dal 1° gennaio, invece, «l’Inps ha provveduto ad attribuire la rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali nella misura del 100% a tutti gli utenti che abbiano ottenuto in pagamento nell’anno 2022 rate di pensione per un importo inferiore o uguale a 2.101,52 euro»: l’aumento della pensione è stato del 7,3%.

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