Per coprire l’80% dei bergamaschi
mancano ancora 62 mila vaccinazioni

In provincia l’obiettivo indicato da Draghi, che considera anche gli under 12, non è lontano. Al ritmo attuale, l’inoculazione della prima dose a 879 mila persone si otterrà entro la fine di settembre.

L’asticella l’ha fissata il premier Mario Draghi giovedì sera, nell’ultima conferenza stampa: raggiungere col vaccino, entro fine settembre, l’80% della popolazione. Un traguardo simbolico e concreto, sia perché quell’obiettivo era stato tratteggiato sin dalla primavera, quando ancora la campagna stentava a decollare (e poi invece ha decisamente ingranato), sia perché quella soglia – otto italiani su dieci – s’avvicina al disegno teorico dell’immunità di gregge (pur reso fragile dalla variante delta).

Ma quanto manca, a Bergamo e in Lombardia? Il discorso puramente numerico consegna una certa fiducia. A ieri mattina, secondo l’ultimo aggiornamento del «contatore» della Regione, in provincia di Bergamo si contavano 817.342 cittadini vaccinati con almeno la prima dose; di questi, 689.529 avevano già ricevuto anche la seconda iniezione, dunque hanno completato il ciclo vaccinale; il totale regionale, sommando i residenti di ogni provincia lombarda, indica 7.376.142 cittadini con la prima dose, di cui 6.128.598 anche col richiamo. È importante fissare però gli obiettivi.

Intanto, sia Bergamo sia la Lombardia hanno già superato una prima «quota 80». Rispetto alla popolazione vaccinabile, cioè rispetto al target dei cittadini con più di 12 anni (età minima per la somministrazione), la teorica soglia dell’immunità di gregge è centrata: gli over 12 della Bergamasca sono 990.120, quindi vuol dire che in terra orobica l’82,55% della platea ha già la prima inoculazione, mentre il 69,64% ha terminato il ciclo; a livello lombardo, le percentuali sono rispettivamente del 67,99% e dell’81,83%. Ma Draghi, appunto, ha parlato di «popolazione», senza aggiungere l’aggettivo «vaccinabile».

E perciò ecco la vera corsa, anche perché il virus non si ferma di fronte alla carta d’identità. In Bergamasca i residenti (fonte Istat, dati aggiornati al 1° gennaio 2021) sono 1.099.621, da questa prospettiva la copertura vaccinale della Bergamasca è del 74,33% per la prima dose e del 62,71% per la seconda; l’80% dei residenti corrisponde a 879.697 persone, qui si va a cogliere la portata della sfida: per chiudere la partita mancano 62.355 persone da raggiungere con la prima puntura. In chiave regionale, l’80% dei residenti equivale a 7.973.594 persone: ne mancano – sempre con riferimento alla prima somministrazione – 597.452.

Mantenere il trend

Il ragionamento sulla prima dose è il più semplificato; tra l’altro, considerato che ormai si usano quasi esclusivamente Pfizer (richiamo a tre settimane) e Moderna (richiamo a quattro settimane), e in maniera minore il monodose Johnson&Johnson (AstraZeneca, col richiamo più dilatato, è sparito dai radar), è facile anche ipotizzare che, centrando l’obiettivo dell’80% delle prime dosi entro fine settembre, l’80% di seconde dosi si completerebbe entro fine ottobre.

Tra fine agosto e inizio settembre, guardando ai dati della Regione, sono stati in media duemila-tremila al giorno i bergamaschi che hanno ricevuto la prima dose: ebbene, con altri 25 giorni davanti a questo ritmo – e mancando appunto circa 60 mila residenti in terra orobica – l’obiettivo sarebbe centrato senza troppi problemi. Lo stesso vale in chiave regionale: a cavallo tra agosto e settembre la media delle prime dosi ha oscillato attorno alle 20-25 mila iniezioni al dì, proseguendo così sino a fine mese si esaurirebbe la platea mancante. Tra l’altro, quest’ultimo calcolo si basa sui ritmi tardo estivi della macchina vaccinale: il 25 giugno, al picco della potenza di fuoco, si contarono 105.006 prime dosi in 24 ore in Lombardia, di cui 12.131 in Bergamasca.

Accanto al fattore logistico-organizzativo, va però considerato il fattore umano: i cittadini mancanti – o meglio: la quota mancante per toccare l’80% – effettivamente aderiranno? Qui, davvero, si gioca la sfida del convincimento e delle iniziative mirate.

Le tappe della campagna

Il 21 aprile, una decina di giorni dopo l’avvio della fase massiva, si contavano 191.356 bergamaschi con la prima dose, il 17,40% della popolazione. Già il 1° maggio si era saliti a 287.689, il 26,16%: da lì è stata una rincorsa, perché il 2 giugno il «contatore» bergamasco è arrivato a 446.063 (40,57%), il 1° luglio a 676.839 (61,55%). Da luglio si è rallentato, prima per la necessità di «smaltire» i richiami arretrati e poi per la flessione legata alle ferie del personale e alla chiusura dei primi hub: il 1° agosto l’aggiornamento indicava 745.052 bergamaschi con la prima dose (il 67,76%), il 1° settembre 809.924 (73,65%). Non resta che aspettare il 1° ottobre.

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