«Preso a martellate in testa davanti a mio figlio per strapparmi il borsone»

L’editore Ferruccio Arnoldi aggredito venerdì sera a Bari sull’autobus per l’aeroporto.

Preso a martellate in testa mentre, con il figlio di 12 anni, era sull’autobus diretto all’aeroporto di Bari per fare ritorno a casa dopo le vacanze. Ferruccio Arnoldi, editore di 67 anni di Bergamo, se l’è vista brutta venerdì sera ma non ha perso il senso dell’umorismo : «Alla fine io ho preso qualche martellata in testa ma a lui è rimasto un borsone con i panni sporchi da lavare». Ha rimediato 25 punti di sutura e una prognosi di 15 giorni, mentre il figlio è rimasto sotto choc.

« Avevamo il volo per Bergamo la mattina all’alba da Bari – racconta Arnoldi – e abbiamo deciso di prendere l’ultimo autobus per l’aeroporto . Fermata dopo fermata, il bus si è svuotato e siamo rimasti solo io, mio figlio e un ragazzo sui trent’anni che sedeva davanti a noi. Arrivati alla fermata prima di quella dell’aeroporto, saranno state le 23,30, il ragazzo si è alzato e pensavo che stesse per scendere. Invece si è gettato sopra il mio borsone e mi ha picchiato con un martello di gomma, di quelli usati per rompere i vetri sui bus e sui treni, colpendomi più volte in testa, su una tempia, alla nuca, su un occhio. Al quinto colpo, tutto insanguinato, sono riuscito ad alzarmi e gli ho strappato il martello dalle mani. Sono sceso e l’ho inseguito, avevo così tanta rabbia in corpo che nonostante il dolore sono riuscito a prendere il borsone per una cinghia, ma si è strappata e lui è riuscito a scappare. Almeno ho lottato, e a lui è rimasto solo un mucchio di magliette da lavare».

Il figlio di Arnoldi è rimasto illeso ma sotto choc: «Si è messo a piangere, poi ha chiamato il fratello maggiore con il cellulare per raccontargli cos’era successo ma la batteria si è scaricata e i familiari non sono più riusciti a contattarci . L’autista del bus, dentro la cabina chiusa, non si è accorto di nulla. Devo ringraziare la Croce Rossa, i carabinieri e il pronto soccorso del Policlinico di Bari Giovanni XXIII perché sono stati tutti molto premurosi. Mi hanno portato in ospedale e mi hanno messo 25 punti in testa, il medico mi ha detto che ho rischiato davvero. I carabinieri sono arrivati con due pattuglie e sono stati così gentili da accompagnarci in aeroporto e ristamparci i documenti di viaggio che erano rimasti nel borsone. Mio figlio, più lucido di me, ha fornito una descrizione dettagliata del giovane che mi ha aggredito e di come era vestito, ad esempio indossava un cappellino con la stampa di una foglia di cannabis. Avrà avuto circa 30 anni, caucasico ma non ha parlato e non saprei dire se fosse italiano o straniero».

Sul bus ci sono le telecamere e i carabinieri stanno cercando di identificare l’aggressore. Ieri mattina Arnoldi e il figlio hanno fatto ritorno a casa, il maggiore è andato a prenderli all’aeroporto di Orio: «Si sono un po’ tutti spaventati, sembro una mummia – scherza Arnoldi –. Ho mal di testa ma almeno, a modo mio, mi sono difeso. Ci tengo però a sottolineare che questo brutto episodio non ha nulla a che fare con la Puglia e i suoi abitanti, non se lo meritano».

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